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Cordoba: “Brava Inter, ma ora servono i campioni. E Icardi…”

Cordoba: “Brava Inter, ma ora servono i campioni. E Icardi…”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 28 maggio 2018, 19:352018
di Alessandro Rimi
fonte Inviato a Como

Ospite a Como in occasione del convegno "Lo sport per crescere tra diritto, salute e inclusione sociale”, Iván Ramiro Córdoba, ha parlato in esclusiva ai microfoni di RMC Sport Network dell’obiettivo Champions raggiunto dall’Inter, ricordando i momenti vissuti nell’anno del triplete.

Quanto conta l’unione e la sintonia in un gruppo che lotta per un obiettivo importante? - “Molto. Nel gruppo ci deve essere la voglia di vincere insieme. Questo deve essere l’elemento principale. Solo così puoi farcela. Quando si presentano i problemi, bisogna trovare la forza di metterli da parte. In campo si lotta per vincere, si vive il momento di squadra. Anche se fuori dal terreno di gioco non c’è feeling con un determinato compagno di squadra, in partita invece va trovato”.

E’ quello che è successo nell’anno del triplete con Mourinho? - “Sì, abbiamo dimostrato di avere tutti lo stesso obiettivo e cioè quello di fare la storia. Di scrivere una pagina di calcio differente. Ci siamo guardati tutti negli occhi, in venti giorni ci giocavamo tutto, alcuni erano anche molto tesi e arrabbiati. La classifica ci vedeva secondi dietro alla Roma, in programma c’era pure la finale di Coppa Italia. Sapevamo di dover stringere i denti per trasformare quelle tre settimane in qualcosa di indimenticabile. E così abbiamo fatto”.

Dopo sei anni l’Inter torna in Champions. La chiave potrebbe essere stata proprio quella di costruire un gruppo forte e unito? - “Penso proprio di sì. Aspettavamo tutti e da tanto questo momento. Questo club deve stare lì, anche se siamo solo a un punto di partenza. L’Inter deve ambire a essere protagonista in Champions, deve lottare per vincere lo scudetto, non per raggiungere solo il quarto posto. Il prossimo anno le motivazioni dovranno essere ancora più forti”.

Senza dubbio Spalletti ha contribuito molto a riportare i nerazzurri nell’Europa che conta. Potrebbe aver dato il via a un nuovo ciclo vincente? - “Non conosco il mister molto bene perché non sono mai stato allenato da lui. Penso però che un allenatore che arriva all’Inter, con la sua esperienza, non può che infondere fiducia nei calciatori. Quello che sta facendo è sotto gli occhi di tutti. Gli manca ancora quel passo finale: prendere in mano un grande club come l’Inter e portarlo a vincere lo scudetto. La società è forte e lo metterà in condizione di poterci riuscire. Gli faccio un grande in bocca al lupo. Spero che i giocatori si rendano conto di quanto siano importanti i colori che indossano”.

Icardi potrebbe lasciare la squadra qualora arrivasse qualcuno disposto a pagare la clausola. Quanto perderebbe l’Inter in seguito alla sua eventuale partenza? - “Il direttore sportivo Ausilio è stato chiaro. Nei piani futuri del club c’è Mauro. E’ vero che c’è una clausola rescissoria, ma credo si possa trovare il modo per continuare questo percorso insieme. Magari con un ritocco al suo contratto. Icardi è un attaccante ormai troppo importante per la squadra, segna tantissimi gol e deve ancora completarsi, considerata la sua età. Adesso insieme a tutti gli altri deve rispondere bene al palcoscenico della Champions. Deve volerlo. Mi auguro ci sia questo pensiero, prima dei contratti e delle clausole che passano in secondo piano. Importante è voler vincere con la maglia dell’Inter, il resto si sistema”.

A proposito di Champions, il Real Madrid ne ha appena vinto un’altra. La quarta in cinque anni. Solo una questione di fenomeni in squadra? - “Ha dei grandissimi campioni che fanno la differenza. In dieci minuti possono indirizzare una partita. Succede quando puoi contare su grandissimi giocatori. Ed è per questo che l’Inter, se intende pensare in grande, dovrà puntare su elementi di un certo livello e carattere. In questo modo ne beneficia tutta la squadra che può assorbirne la mentalità vincente. Al momento sono in pochi ad averla e questo conta”.