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Scienza: “Il Toro è una squadra forte e troverà gli equilibri, sono fiducioso”

Scienza: “Il Toro è una squadra forte e troverà gli equilibri, sono fiducioso”TUTTO mercato WEB
© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com
domenica 8 ottobre 2017, 07:002017
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Giuseppe Scienza è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Scienza attualmente è allenatore, ma quando era calciatore ha militato nel Torino nelle stagioni 1994-‘95 e 1998-‘99 e da allenatore ha guidato le giovanili granata dal 2007 al 2009. Con lui abbiamo parlato dell’avvio di stagione della sua ex squadra e delle prospettive future.
Come valuta l’inizio del campionato del Torino che dopo sette giornate ha dodici punti, ma non sempre ha convinto?
“Mah, si presuppone che debba arrivare sempre qualche cosa di grande, però qualche risultato poteva essere migliore. Detto questo, sono stra convinto che la squadra sia ben attrezzata e che l’allenatore sia uno dei numeri uno in serie A, quindi, lo vedo forte il Toro. Sinceramente sta avendo un po’ più di difficoltà di quello che pensavo, ma ci sta perché il percorso che deve fare è lungo e in rosa ci sono tanti giovani. Forse bastava vincere domenica scorsa con il Verona e il percorso sarebbe stato un pochino migliore, però, è una squadra forte e l’ha dimostrato, a parte nel derby che è stata una partita disgraziata. A me piace perché il Toro è una squadra scomoda e scorbutica per tutti gli avversari che lo devono affrontare, anche se avrebbe, secondo me, potuto avere tre-quattro punti in più che avrebbero fatto comodo, ma ho comunque fiducia”.
Belotti si è fatto male e starà fuori almeno per tutto il mese di ottobre, questo complicherà le prossime partite del Torino oppure no?
“Belotti oltre a essere un attaccante a livello nazionale tra i più forti è importante per quel che riguarda l’aspetto organizzativo del gioco e perché tiene impegnate le difese avversarie, quindi, la sua assenza potrebbe essere un danno per il Toro. Il rovescio della medaglia è che potrebbe portare a una maggiore responsabilizzazione degli altri giocatori e portarli a dare qualche cosa in più. Non si può, però, girare attorno alla questione e non c’è dubbio che la sua assenza potrebbe creare al Toro grossi problemi ed è cose se l’Inter perdesse Icardi e la Juventus Dybala, sono i giocatori a livello organizzativo più importanti e non si può fare a meno di loro ed è per questo che purtroppo si tratta di un bel problema”.
Che idea si è fatto di Niang? E’ utile al Torino?
“Niang è una bella scommessa, secondo me, è un giocatore dal talento incredibile, però, come tutti quelli che hanno le sue caratteristiche è difficile da inquadrare, ma Mihajlovic è la persona adatta per farlo e se si riuscirà a incanalarlo in un discorso di squadra è un bel talento perché ha gamba e qualità tecniche e segna anche. Niang è un attaccante da otto-nove reti a campionato, finora ha segnato un solo gol, ma altri ne può fare ancora, quindi può essere un bel vantaggio per la squadra. Caratterialmente è abbastanza discontinuo e tocca a Mihajlovic trovare la chiave giusta per farlo rendere al massimo. Secondo me comunque è un bell’acquisto per il Toro”.
All’inizio del campionato sembrava che il Torino stesse risolvendo la questioni del subire troppi gol che nella passata stagione aveva influito non poco sulla classifica finale, ma nelle ultime partite le reti incassate sono tornate ad essere parecchie anche escludendo le quattro del derby.

Come mai non si riesce a debellare questo problema?
“La questione degli equilibri è un po’ il segreto di Pulcinella di ogni allenatore. Non è facile trovarli e quando li si trova magari dopo mesi che si è lavorato per questo si finisce per perderli in una mezz’ora di gioco. Secondo me i gol subiti dal Torino che danno più fastidio sono quelli incassati nella partita con il Verona. Quelli con presi nella gara con la Juventus, ripeto match disgraziato dov’è successo quello che tutti sanno, ci possono stare tanto più che il Toro è rimasto con un uomo in meno per l’espulsione di Baselli già a metà del primo tempo (ventiquattresimo, ndr). Ma sono i due gol segnati dal Verona che pesano perché se impediti avrebbero permesso di avere due punti in più in classifica e avrebbero reso il percorso del Toro fin qui giusto, seppur con qualche recriminazione. Un conto è se la partita nasce male e si fa fatica a rimetterla in piedi, ma quando si è già sul due a zero nel primo tempo e si è forti com’è il Torino la vittoria va portata a casa assolutamente. Gli equilibri, quindi, vanno ricercati e in questo momento il Toro fa fatica a mantenere con una buona costanza la difesa imbattuta, ma sono convinto che è un problema che Mihajlovic risolverà perché a squadra è forte, attrezzata e ha un bel mix di giovani e giocatori più esperti. E’ un momento un po’ particolare due o tre risultati positivi consecutivi porterebbero a una classifica migliore, certo che perdere il derby com’è accaduto ha tolto un po’ di sicurezza al Toro e lo si è visto nella partita successiva con il Verona”.
Vedendo l’andamento di tutte le squadre s’inizia già a capire quali sono quelle più forti e quelle meno, l’obiettivo Europa League per il Torino è perseguibile oppure c’è troppa concorrenza?
“La concorrenza c’è sicuramente e il Toro potrà perseguire questo obiettivo, ma incontrerà problemi e faticherà proprio perché la concorrenza è spietata. La Lazio sta prepotentemente assediando tutti, l’Inter e il Milan sono anche loro alla ricerca dei rispettivi equilibri, quindi la concorrenza, come dicevo c’è ed è spietata e per questo i punti come i due non conquistati con il Verona erano da portare a casa, perché sono quelli che alla fine fanno la differenza. Il Toro è in grado di andare a fare risultato con le big senza problemi, ma no deve più perdere punti come domenica scorsa e sono sicuro che per questo Mihajlovic sarà avvelenato poiché la squadra aveva dominato la partita per lunghi tratti e poi vederle tutto sciupato con il pareggio nel finale dà fastidio. La squadra è ambiziosa e ben costruita e certi svarioni non vanno bene, però, sono incidenti di percorso che possono tenere più sul pezzo la squadra e probabilmente in futuro momenti così non capiteranno più, il black out che dall’ottantanovesimo al novantaduesimo ha colpito il Torino con il Verona e gli ha fatto subire due gol non va bene evidentemente”.
Cambiando argomento e parlando di lei, archiviata la sua esperienza al Chiasso si può immaginare che stia aspettando la chiamata giusta per tornare ad allenare, vero?
“Sì, esatto. Al momento non ho proposte, ma il panorama della Lega Pro e della serie B è in evoluzione e ci sono tanti cambi sulle panchine, quindi, aspetto. Il mercato da questo punto di vista e un po’ strano e non è facile trovare una collocazione perché siamo tanti allenatori e il numero delle panchine diminuisce sempre più e c’è molta concorrenza, ma sono tranquillo e fiducioso poiché ho fatto un certo tipo di percorso in questi anni e c’è da vedere chi punta a fare un lavoro sui giovani di prospettiva e chi, invece, vuole per squadre che hanno una rosa con un’età media più elevata. Io sono pronto, ma è un momento non facile e lo è sia per i giocatori sia per gli allenatori”.