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Tenerani: "Commisso infuriato per l'invasione di campo del sovrintendente Pessina"

Tenerani: "Commisso infuriato per l'invasione di campo del sovrintendente Pessina"TUTTO mercato WEB
sabato 8 agosto 2020, 08:13Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Mario Tenerani

Le dichiarazioni rilasciate ieri al Corriere Fiorentino dal Soprintendente Pessina, detonatore della collera di Rocco, sono apparse gravi, fuori luogo. “Mi auguro - ha detto il Soprintendente - che il Parlamento rifletta bene su entrambi gli emendamenti: si rischia un precedente pericoloso. Non è mai successo che i vincoli posti su beni culturali vengano indeboliti rispetto a necessità economiche, vere o presunte. Si pagano decine, centinaia di milioni per qualche giocatore e non si può spendere qualche decina di milioni per preservare la storia dell’architettura? E non si parli di evitare il consumo di suolo: viene invocato tutte le volte che fa comodo e poi si dimentica tutte le altre volte”.

Il Soprintendente è un funzionario dello Stato, svolge il ruolo di sentinella rispetto alla tutela dei beni architettonici, culturali, paesaggistici. Interviene per far rispettare la legge. C’è anche l’articolo 9 della Costituzione che garantisce le meraviglie di casa nostra. Ma il lavoro del Soprintendente si deve fermare a quello. Forse al dottor Pessina è sfuggito un dettaglio, le Camere sono sovrane: la massima espressione della democrazia parlamentare, il luogo in cui si legifera e nel quale si giunge dopo essere stati eletti dal popolo grazie al suffragio universale. E non attraverso gli scatti di una carriera da burocrate. Serve rispetto per tutto quello che viene fatto in Parlamento e al Senato, soprattutto quando si occupa un ruolo nella macchina amministrativa dello Stato. Al dottor Pessina è sfuggito pure che a lui non è richiesto un parere sulla valenza di un decreto e dei conseguenti emendamenti. Non è la persona più giusta per commentare. Pessina è un tecnico, mentre il primato della decisione spetta alla politica. E’ lui subordinato a quest’ultima e non il contrario. Viene a da pensare che non abbia letto nemmeno bene il secondo emendamento, quello più recente (promosso dal Pd), perché si usano comunque tre sostantivi chiari: tutela, conservazione e salvaguardia. Il primo emendamento (targato Renzi) è certamente più netto dell’altro perché mira a bypassare l’avamposto della Soprintendenza. Viene da pensare che sia stato questo a mettere a dura prova la tenuta nervosa di Pessina: ma se anche fosse, ribadiamo, non spetta a lui un’ingerenza di questo tipo. Un’uscita, quella del Soprintendente, sbagliata nel merito e nel metodo. In questa narrazione emerge anche la debolezza della politica che ha smarrito nel tempo la propria centralità. In altri periodi davanti a bizzarri considerazioni, come quelle del Soprintendente, ci sarebbero state reazioni tempestive e dure.

Rocco, poi, si è infuriato giustamente anche per le valutazioni espresse sul costo dei giocatori. Comprendiamo lo sfogo del presidente viola perché anche in questo caso il parere del Soprintendente non era richiesto: pensi ai capitelli e alle bifore o magari ai pali della tramvia di piazza Stazione che non paiono riferimenti estetici da tramandare ai posteri. E lasci perdere quanto è costato Ribery.

Rocco Commisso ha lanciato il suo avvertimento: se non gli faranno fare il Centro Sportivo dopo che dalle parti della Soprintendenza gli avevano espresso compiacimento per il progetto, lui se ne andrà da Bagno a Ripoli e a quel punto non farà nemmeno lo stadio. Il rischio che dopo aver abbandonato Bagno a Ripoli saluti anche Firenze è concreto. Non se ne fa una ragione: un imprenditore pronto ad investire 500-600 milioni nella squadra e nelle infrastrutture, creando migliaia di posti di lavoro, viene bloccato sul nascere. Rocco non capisce o forse ha già capito tutto anche troppo bene.

E’ una vicenda complicata, avvelenata, dall’esito tutt’altro che scontato: sarà battaglia, ma Rocco alle spalle avrà un esercito di tifosi e di gente, stufa come lui, di veder sfumare ogni idea interessante. Le parti in causa si fronteggiano, ma c’è anche chi si dovrà assumere precise responsabilità se alla fine la Fiorentina non avrà uno stadio nuovo, né il centro sportivo. Anche il Soprintendente dovrà rendere conto di un atteggiamento così ostile.

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