Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

TMW - Galliani, Braida, e Van Basten: i racconti sul Milan degli immortali

TMW - Galliani, Braida, e Van Basten: i racconti sul Milan degli immortaliTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 11 ottobre 2019, 22:04Altre Notizie
di Tommaso Bonan
fonte Alessandro Rimi

Durante la cerimonia del Festival dello Sport di Trento che celebrava il Milan degli Immortali, diversi protagonisti hanno rilasciato queste parole dal palco:

Marco van Basten: “All’inizio non stavo tanto bene, sentivo dolore alla caviglia, stavo sperimentando una realtà molto diversa. In Olanda eravamo abituati a parlare di tattica, in Italia se lo facevi pensavano si volesse attaccare l’allenatore. Milan-Steaua? Non succede spesso che tutti i giocatori siano in grande forma. Vincere una finale così, per 4-0, in maniera tanto netta, è stato incredibile. Una grandissima festa e una serata molto particolare. Impossibile da dimenticare”.

Angelo Colombo: “Bisogna rendersi conto delle proprie possibilità. Togliere i Baresi e i van Basten era impossibile. Galliani mi prese perché mi conosceva dai tempi del Monza, come Massaro. Per fare una grande squadra, ci vogliono un grande allenatore e una grande società. La forza del gruppo ha fatto la differenza”.

Christian Lantignotti: “Ero un giovane di belle speranze che si è ritrovato in mezzo a tanti fenomeni. Ho fatto poche presenze, ma importanti. È stato bellissimo, il mister ci ha permesso di diventare grandi professionisti”.

Davide Pinato: “Arrivavo dal Monza che, in un’altra categoria, aveva comunque vinto tutto. Al Milan mi resi subito conto di quanto avrei dovuto lavorare. Il mister con me fu sincero. Ricordo che quell’anno fu come viverne sei. Si andava a letto praticamente morti. Chi non giocava, di ritorno a Milano veniva impiegato in alcune partite amichevoli. Una contro la Solbiatese mi sembrò davvero un incubo”.

Ariedo Braida: “Acquisto Rijkaard? Tanti i tifosi in protesta per convincere il Saragozza a non venderlo. Lì la proprietà era un gruppo vero di appassionati. La tv spagnola mostrò il momento della firma e perciò i supporters buttarono giù la porta degli uffici in cui ci trovavamo. Io ero solo, Galliani mi lasciò all’improvviso e allora presi il contratto firmato e lo misi dentro ai pantaloni”.

Adriano Galliani: “Sacchi? Con il Parma giocammo prima un’amichevole nel corso della quale vedemmo una squadra dal gioco sorprendente. La incontrammo poi altre tre volte in stagione, senza mai riuscire a batterla. Noi eravamo migliori, ma se non riuscivamo a vincere era a causa di chi stava seduto nella loro panchina. Perciò prendemmo l’allenatore del Parma, prendemmo Arrigo Sacchi. Nacque un marchio, con Ariedo cercammo i giocatori per applicare tutte le ‘regole’ del mister. Trovammo con la vecchia gestione una difesa già fatta, poi valorizzata ulteriormente. Grande merito va a Silvio Berlusconi per aver intuito le potenzialità di Arrigo. A Madrid, gara d’andata delle semifinali di Coppa dei Campioni 1988/89, mostrammo a tutti chi e cos’era quella squadra. Ancelotti? Viola continuava a dirmi di non prenderlo, ma all’ultimo giorno di mercato lo portammo a Milano”.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile