TMW RADIO - Ballardini: “Non mi sento un traghettatore”
Davide Ballardini, ex allenatore della Lazio, interviene a “Stadio Aperto” su TMW Radio per commentare i vari temi legati alla Serie A.
È la Juventus ad essere un po' in difficoltà o sono le inseguitrici ad andare a mille all’ora?
“C’è grandissimo equilibrio in tutto il campionato di questa stagione. Non so se sia un equilibrio che tende verso l’alto o verso il basso, questo non saprei dirlo”.
Con lei Piatek ha segnato i primi goal in Italia al Genoa, cosa è successo dopo?
“Quando arrivò a Genova, tutti abbiamo visto in lui qualcosa di speciale. Segnò sempre nelle prime 8 partite, poi non so cosa è successo al Milan quest’anno. Quando si trasferì, a gennaio dell’anno scorso, a Milano stava continuando a fare bene poi qualcosa evidentemente si è rotto, ma per me rimane un grande attaccante”.
Qual è la rivelazione di questa Serie A?
“La rivelazione di quest’anno è senza dubbio il Verona. È una stagione magica, ma sarà difficile confermarsi l’anno prossimo. È una squadra molto dinamica e forte, hanno le idee sempre chiare e mettono in difficoltà con il pressing le squadre avversarie. È una squadra che mi piace molto ed è un piacere guardare le partite della squadra di Juric”.
Lei come allenatore si sente un po' sottovalutato dal mondo del calcio?
“Nono, io vado sempre avanti con quello che so e quello che sento di fare. Nelle cose che non credo di saper fare è il ruolo da traghettatore. Molti mi identificano come l’allenatore da prendere in corsa, ma non mi sento per niente questo tipo di tecnico, penso di essere un buon allenatore poi per il resto lascio giudicare gli altri”.
Cosa pensa della parabola discendente di Vincenzo Montella?
“Quando Vincenzo era allenatore della Fiorentina mandavo i miei collaboratori ad osservare le tecniche di allenamento di Montella. In quegli anni i viola giocavano molto bene poi non so cosa sia successo per far finire l’esperienza alla Fiorentina”.
Quanto è complicato, da allenatore, avere un presidente alla Cellino?
“Bisogna tenere duro e confrontarsi, si deve portare avanti con forza le proprie idee. Importante è la gestione dei ruoli, un allenatore deve sbagliare con la propria testa. Ci sono dei presidenti che a volte vogliono un po' sostituirsi al ruolo degli allenatori e non è facile conviverci, ma il tecnico deve fare le sue scelte oltrepassando le difficoltà dei rapporti”.
Nainggolan ha fatto bene a tornare al Cagliari?
“Secondo me si. È un giocatore davvero forte, potrebbe giocare in diverse squadre top. Tornare in Sardegna non è un passo indietro nella sua carriera, anzi lo esalta come persona e come giocatore di una squadra ambiziosa guidata da una società che punta in alto e che sta lavorando bene”.