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TMW RADIO - Crosetti: "Non sarà un calcio finto. Della Serie A rimarrà la sgradevole confusione"

TMW RADIO - Crosetti: "Non sarà un calcio finto. Della Serie A rimarrà la sgradevole confusione"TUTTO mercato WEB
© foto di Stefano Di Bella
lunedì 25 maggio 2020, 19:58Altre Notizie
di Dimitri Conti
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TMW Radio
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SCANNER - Il calcio che verrà Con Giulio Dini, Niccolò Ceccarini, Francesco Benvenuti, Maurizio Crosetti
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Maurizio Crosetti, giornalista di Repubblica e scrittore, si è collegato in diretta durante Scanner, trasmissione in onda sulle web frequenze di TMW Radio, iniziando nel suo intervento da cosa cambierà nel calcio: "Non sono tra chi pensa che dopo il virus diventeremo migliori, semplicemente saremo quello che siamo. Non ho visioni ideali di una pandemia come sanificatrice del mondo, nonostante il calcio ne avrebbe bisogno. Dovremmo mettere distanza tra noi e gli eccessi: è un calcio che ha vissuto al di sopra di tutto, ma è anche vero che esprime logiche imprenditoriali ed industriali. Non credo che la passione verrà meno, anzi semmai avremo un desiderio ancora maggiore di riavere il calcio, così come è per una pizza o per una passeggiata al calcio. Amiamo il calcio perché fa parte della nostra vita, è una parte importante del nostro tempo. Dovremo rinunciare ad alcune cose fondamentali: intanto per qualche mese andare alla partita, portarci qualche familiare, andare al pub a vedersi la Champions tutti insieme... Sarà da adattarsi a qualcosa che non era come prima, ma che non sarà nemmeno un teatrino. Mi sembrano tristi gli spettatori di cartone, ad esempio: forse meglio uno stadio vuoto. Secondo me non ci aspetta un calcio di cartone, né partite meno vere: l'essenza dello sport rimane anche se manca qualcosa di fondamentale come il pubblico, il rumore e i corpi. Non credo sarà una recita".

Qualcosa però sembra cambiato, vedendo la Bundesliga: meno scontri, più vittorie esterne.
"Dobbiamo dare però tempo alle partite di formare dati statistici attendibili. Ci sono tendenze interessati, come che si segni tantissimo. Il calcio tedesco però non è mai stato di grandissimo equilibrio, sarebbe come sorprendersi se succedesse anche in Olanda. Aspettiamo di vedere se la tendenza sarà stabile, ma è plausibile un aumento di possesso palla e passaggi, meno contrasti, e credo purtroppo anche più infortuni, da ripresa dell'attività. Abbiamo visto ad esempio Ibrahimovic, che non essendo un ragazzino già doveva stare attento prima. Giocare a luglio alle 16,30 non è piacevolissimo, ma allora i ciclisti del Tour de France che dovrebbero dire?".

Cosa rimarrà di questi due mesi e mezzo nel calcio che verrà?
"Una grande divisione, un gioco di interessi che non trova mai un accordo comune. Un senso di assemblea condominiale per cui si litiga per ogni motivo: se si smettesse di guardare al particolare otterremmo risultati migliori dove serve far fronte comune, e penso ai diritti tv, agli sponsor, a leggi più agili per le strutture, alle riforme dei campionati e del calcio femminile. Resterà una sgradevole immagine di confusione: una Lega spaccata al suo interno, un CONI che non dialoga con il calcio perché non lo ascolta, un Ministro dello Sport che non si capisce perché a un certo punto abbia deciso di prendersela con il calcio. La sua visione non solo è retorica, ma anche antiquata. Non a caso Spadafora ha mostrato una maggiore apertura, anche mentale. Ci resterà quello che sapevamo, che il calcio italiano è un gran casino. Vero che a noi piace tanto, e vogliamo comunque che torni, come fosse un bambino un po' discolo. Ci manca quel bambino che sta studiando lontano da casa e non abbiamo più visto. Ridateci 'sto pallone!".

Ma il bambino abbandonerà mai la Sindrome di Peter Pan o rimarrà nella sua bolla?
"Dovremo porci problemi ora urgenti, mentre prima erano rinviabili e rinviati. Altrimenti il calcio riparte male, o non ricomincia proprio. Peter Pan dovrebbe darsi una mossa, non potrà essere bambino in eterno, seppure noi amiamo la sua componente bambinesca. La medicina è amara, ma va presa: un calcio come prima non è sostenibile, ma non lo è nemmeno non giocare. Non si deve però andare ad intaccare il tempo e i mezzi della sanità pubblica, questo no".

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