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TMW RADIO - Fantini: "Sono perplesso, questo calcio non è reale. Ripartire così è una forzatura"

TMW RADIO - Fantini: "Sono perplesso, questo calcio non è reale. Ripartire così è una forzatura"
© foto di Marco Farinazzo/TuttoLegaPro.com
lunedì 8 giugno 2020, 19:29Altre Notizie
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Enrico Fantini intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex attaccante Enrico Fantini si è collegato in diretta con la trasmissione Stadio Aperto, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, sulle web frequenze di TMW Radio: "Meglio guardare al futuro con speranza, purtroppo abbiamo passato una situazione molto triste, una mostruosa perdita umana. Io personalmente ho trascorso questo tempo chiuso in casa con la mia famiglia, ci siamo inventati di tutto per far passare il tempo, soprattutto a nostro figlio piccolo".

C'è la stessa voglia di calcio di prima?
"Un po' perplesso sono, non so neanche quanto possa essere veritiero ciò che andremo a vedere. Non abbiamo idea delle condizioni di ciascuna squadra, così come stanno mentalmente i giocatori: ricominciare con la testa giusta dopo mesi di blocco non è facile. Vero che è il loro lavoro, ma uno stop così lungo è pesante. Da quello che vedo, ci sono parecchi infortuni. Certe situazioni sono surreali, ma purtroppo devono adeguarsi e rispettare le regole, anche se dopo un gol non abbracciarsi nell'esultanza a volte è difficile, spontaneamente cerchi il compagno. Non so quanto facciano bene al calcio queste immagini, il calcio è uno sport di passione... Secondo me anche le prestazioni cambiano, il pubblico può sia dare tanto che togliere, secondo me viviamo un calcio non reale".

Quale sarà il futuro di scuole calcio e settori giovanili?
"Forse i professionisti possono riuscire a farcela, rispettando le regole. Nel dilettantismo però ci sono strutture sportive non adeguato, penso a mio figlio che a volte si cambiavano nello stesso spogliatoio assieme ad altre due squadre. Manca la logistica adeguata, e da qui in avanti sarà dura fare calcio in un certo modo. Sicuramente il settore giovanile dovrà trovare soluzioni diverse, magari differenziando gli orari... Sicuramente è un problema, sinceramente non saprei come risolverlo".

Serie C e Dilettanti sembrano le due categorie più a rischio.
"Le sessanta squadre di C sono tanti, ed è difficile formare campionati giusti, equilibrati. In tanti si perderanno per strada, e in Lega Pro stanno venendo meno dei piccoli sponsor che oggi sono in grande difficoltà. Tutto è collegato, è una filiera oggi un po' rovinata. Vedremo tante società fallire, anche se è brutto dirlo".

Che strada percorrerebbe in tal senso?
"Non mi sono mai posto questo problema perché ultimamente vivo un po' al di fuori del calcio. Penso che far finire i campionati di per sé sia già una decisione sbagliata, tutto è forzato. Mi metto nei panni di un allenatore, in quanto vorrei diventarlo, e gestire il tutto diventa veramente difficile, considerando che fino a pochi giorni fa neanche si potevano allenare insieme. Non vorrei essere nei panni di chi decide".

Chiesa è un attaccante o un tornante?
"Tornante non lo è mai stato. Rimane una mia idea, non è legge, ma lo vedo molto esplosivo, e negli ultimi trenta metri può devastare. Un po' come il sottoscritto quando giocava: stare sulla fascia mi faceva perdere energie, nel tridente, stando qualche metro più avanti spendevo meno ed ero più pericoloso. Lo vedo un po' spaesato nel 3-5-2 con Vlahovic, anche se probabilmente Iachini, che li vede tutti i giorni, conosce meglio la situazione. Io vorrei vedere un tridente Chiesa-Ribery-Vlahovic, o lo stesso Cutrone che non è uno da far giocare in coppia, deve essere più libero. Comunque stimo Iachini che ha amore e passione infinita per quello che fa, mi sembra che abbia la situazione in mano".

Per Belotti è arrivato il momento del salto o deve proseguire nel Torino?
"Doveva farlo già qualche anno fa, poi un infortunio lo ha penalizzato parecchio. Parliamo di un lottatore nato, che i suoi gol li fa sempre: non so se a Torino potrà fare il salto di qualità. Tra l'altro è arrivato un nuovo ds, e ci saranno equilibri da sistemare: voci mi dicono che alcuni giocatori interpellati per giocare nel Toro hanno risposto di no, poiché la situazione non è ben chiara. L'inserimento di un ds in corsa dimostra che c'è qualcosa che non va, di non limpido. Il Torino lottava per non scendere in zona retrocessione, mi auguro che con la ripartenza ritrovi stimoli e voglia di non retrocedere, perché questo rischio comunque c'è".

Secondo molti Cairo abbia messo da parte ambizioni ed investimenti sul Torino.
"Lo scorso anno con Mazzarri fecero benissimo e tutti, compreso Cairo, pensavano che potessero replicare. Secondo me ci sono giocatori che non stanno rendendo, in più è stato patito il grave infortunio di Iago Falque che è uno che ha segnato gol importanti e può trovare la giocata in ogni momento. Mi sembra che si sia rotto il giochino con Mazzarri, e ritrovare gli equilibri non è facile. Tutto dipende comunque dai giocatori e non dagli allenatori: per 20 anni ho giocato e tutto passava dalla mia voglia di correre o meno. A volte i tecnici incidono giusto un po', altre meno".

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