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TMW RADIO - Giacomo Nava: "In Kosovo non servono decreti, la gente è in casa di sua volontà"

TMW RADIO - Giacomo Nava: "In Kosovo non servono decreti, la gente è in casa di sua volontà"TUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Putignano/TuttoLegaPro.com
lunedì 16 marzo 2020, 19:28Altre Notizie
di TMWRadio Redazione

Il portiere del FC Llapi, Giacomo Nava, racconta la sua vita in Kosovo ai microfoni di “Stadio Aperto” su TMW Radio.

Come sei finito nel campionato kossovaro?

“Ero svincolato ed è venuta fuori questa ipotesi, nel giro di 2-3 giorni ho deciso di andare e sono volato in Kosovo. Ho preso questa occasione professionale e di vita al volo”.

Il governo kossovaro sta vagliando lo stato d’emergenza, che aria si respira?

“Già prima che ci fossero i primi contagiati ci sono stati dei provvedimenti volti a prevenire il contagio e appunto per questo penso che qui non si espanderà come in Italia”.

Come si vive in Kosovo?

“Il costo della vita è veramente basso, si mangia al ristorante con 3 euro. Lo stile di vita non è così diverso per l’Italia, c’è una grande passione per il calcio e lo fanno tutto il giorno. C’è molto affetto da parte sia dell’Albania che del Kosovo nei confronti del calcio italiano, seguono la Serie A con molta passione. C’è rispetto per i calciatori, i tifosi non creano mai problemi e sono sempre felici di assistere alle partite, hanno una passione solamente positiva. Qua è come se avessi un’altra famiglia, mentre la mia famiglia in Italia è in quarantena come il resto del paese”.

Ora il campionato kossovaro è fermo, c’è una data possibile per far ripartire il calcio giocato?

“Ci hanno fermato la mattina del sabato ma visto l’anticipo nelle misure di prevenzione si vocifera possa ritornare il campionato in qualche settimana”.

C’è un po' di diffidenza negli italiani per via del Coronavirus?

“Si, diverse volte mi è capitato. Quando le persone capiscono che sono italiano restano di sasso e io mi devo arrangiare con la lingua per spiegare che sono in Kosovo da tempo”.

C’è la consapevolezza della gravità della situazione?

“Hanno capito prima di molti altri che bisogna stare in casa, in Italia abbiamo dovuto aspettare il decreto per farlo mentre qui di spontanea volontà la gente si è messa in quarantena”.

Come stai vivendo questo periodo di isolamento in casa?

“Ho recuperato gli attrezzi per allenarmi dallo stadio e casa mia sembra una palestra. Finito di allenarmi ho fatto il casalingo pulendo e mettendo un po' in ordine le cose. Per fortuna ai fornelli mi diverto parecchio, all’inizio lo facevo per necessità perché quando vai fuori dall’Italia ti troverai sempre male per quanto riguarda il cibo e qui i cibi sono molto pesanti, non troppo adatti alla vita di un atleta. Il problema è anche trovare gli ingredienti che si usano molto nella cucina italiana”.

A breve il podcast dell'intervento di Giacomo Nava a "Stadio Aperto"

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