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TMW RADIO - Professor Lopalco: "Dico no ad una quarantena più corta per le squadre"

TMW RADIO - Professor Lopalco: "Dico no ad una quarantena più corta per le squadre"TUTTO mercato WEB
venerdì 29 maggio 2020, 18:36Altre Notizie
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Pier Luigi Lopalco, professore ordinario di Igiene presso l’Università di Pisa e capo del coordinamento emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Pierluigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore della task force anti-Coronavirus della Regione Puglia, si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio: "Il pericolo del negazionismo sul virus esiste, e si vede in giro, amplificato anche dai social media, che a volte raccolgono e amplificano il peggio della società. Da sempre, nel campo della prevenzione, e ricordo l'HIV quando uscivano teorie strampalate sul fatto che fosse un'invenzione per far comprare i farmaci, escono fuori i complotti, e si stanno riaffacciando. Bisogna evitare sia il negazionismo che la paranoia, chi non esce mai per paura o chi disinfetta persino le zucchine dopo aver fatto la spesa. Bisogna rimanere sereni, cercando di capire bene cosa sia successo, e non è uno scherzo né sul lato sanitario né su quello economico, per poi reagire".

Dove ci porterà il comportamento del virus?
"Abbiamo imparato tanto, clinicamente a trattare i casi con più consapevolezza, ed un approccio fatto di farmaci e giuste terapie. L'aspetto clinico è migliorato. Anche per la prevenzione abbiamo imparato parecchio, i grandi raduni di persone sono da evitare, specie nei locali chiusi, perché all'aperto si diffonde meno. Guardate in Corea del Sud, dopo essere arrivati a zero casi sono ricomparsi focolai perché un positivo ha circolato in locali notturni. Stiamo imparando a misurarlo, possiamo dire che per il momento la situazione è sotto controllo, stiamo attenti per una ripresa".

Perché c'è reticenza intorno all'indagine sierologica?
"Siamo un popolo strano: fino a qualche settimana fa tutti volevano test e tamponi, anche chi non aveva sintomi. In questo momento che lo offriamo gratuitamente ed attivamente, ed è un lavoro standardizzato fatto per grossi centri, dando una risposta gratis alla domanda se si è venuti in contatto col virus, invece c'è reticenza e ci si tira indietro. Non lo capisco".

Ancora non sappiamo quanti italiani hanno contratto il virus...
"Questo è il motivo per cui è stata avviata quest'indagine conoscitiva della sanità pubblica. Vogliamo sapere di quanto sono sottostimati i dati della Protezione Civile, se fossero uno a cinque, uno a dieci o anche di più. Trovare il sommerso. Oltre al vantaggio scientifico, c'è anche del vantaggio personale partecipando a questo studio: piuttosto che andare a spendere fior di quattrini, c'è questo test gratuito".

Condivide l'iter di prudenza sulle scuole?
"In ogni campo è necessaria la prudenza in questo momento. Riaprire la scuola quando ormai siamo già a giugno, non credo abbia molto senso. La discussione va fatta sul come riaprire, se a settembre fossimo nelle condizioni di farlo. A differenza degli altri settori, a scuola ci vanno tutti. Quando si riaprono, vengono coinvolte tutte le famiglie italiane, direttamente o indirettamente. Ovvio che ci vorrà prudenza sul riaprire".

Cosa può dire ad oggi del Coronavirus sui bambini?
"Sono sicuramente meno suscettibili a casi gravi di malattia, è molto improbabile che accada. Su quanto siano contagiosi, però, non abbiamo delle certezze. Sappiamo che non avendo forme di polmoniti, non dovrebbero essere contagiosi al pari di uno che tossisce, la forma che emette maggior carica virale di tutti. Non possiamo escludere però che siano contagiosi, probabilmente lo sono un po' meno. Danno contributo minore alla circolazione del virus".

Che giudizio dà del protocollo per far ripartire il calcio? Specie sulla quarantena collettiva al primo contagiato: potrà essere attenuata?
"Il tema non è la lunghezza della quarantena, quello dipende dal fatto che se i compagni si sono contagiati dal caso emerso, qualcun altro potrebbe diventare positivo. Se la accorci, rischi che all'ottavo giorno esca un nuovo positivo. Io dico che, se la circolazione del virus si sta spegnendo quasi in tutta Italia, sarà improbabile trovare uno sportivo positivo durante l'estate. Confido in questo".

Il virus non tornerà con la stessa forza?
"Sono sicuro che saremmo più pronti qualora aumentassero di nuovo i casi. Sappiamo come cercarli, trovarli, circoscrivere i focolai, ma soprattutto abbiamo gli ospedali più pronti. Da quel punto di vista sono ottimista".

Giusto aspettare solo il vaccino?
"Quello previene l'eventuale infezione, se funzionasse bene addirittura la diffusione del virus mettendo in sicurezza tutti quanti. Sarebbe l'arma finale, ma nel frattempo ci sono i farmaci. Ora si apre un grosso capitolo su anticorpi specifici, visto che ci sono zone d'attacco precise del virus, per cui si andrebbe a poterlo bloccare. Ma anche il plasma, che si sta sperimentando...".

L'app Immuni ci serve anche adesso?
"Cambia poco da una settimana fa ad oggi, il numero dei casi è costante e sono poche ogni giorno. Speriamo funzioni, perché dovrebbe essere scaricabile nelle regioni test già dalla prossima settimana, vediamo come funziona e l'accettazione da parte dei cittadini. Speriamo che la usino e non vengano le paranoie della privacy... Assicuro che quest'app è stata messa sotto esame in maniera molto severa da parte del garante per la privacy, così da assicurare la non tracciabilità dei cittadini. Aiuterà parecchio l'esercito di tracciatori".

Cosa lascia nell'organismo il Coronavirus?
"Queste forme di polmonite virale possono rilasciare come sequela una specie di cicatrice nei polmoni colpiti, che diminuisce quindi la loro capacità. Potrebbero essere residuati anche problemi per altri organi, qualora la malattia sia stata grave. Speriamo di non vedere più le terapie intensive piene".

Oggi i giovani sono tornati sotto la lente d'ingrandimento per la movida. Qual è la deadline per capire eventuali conseguenze?
"Ancora un po' dovremmo aspettare, direi metà giugno. Se qualcuno di questi ragazzi si fosse infettato negli scorsi giorni, comincerà ad accorgersene quando eventualmente passerà il virus a genitori e nonni".

Il 3 giugno data giusta per le riaperture dei confini regionali?
"Lo vedremo in questi giorni, ancora non abbiamo i dati finali".

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