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TMW RADIO - Viviano: "A Brescia situazione drammatica. Impossibile pensare al calcio ora"

TMW RADIO - Viviano: "A Brescia situazione drammatica. Impossibile pensare al calcio ora"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 26 marzo 2020, 18:27Altre Notizie
di TMWRadio Redazione
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Emiliano Viviano sull’emergenza Coronavirus a Brescia. In studio Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Il portiere Emiliano Viviano, ex tra le altre di Fiorentina e Sampdoria, è intervenuto durante Stadio Aperto, trasmissione del pomeriggio di TMW Radio, per parlare dei temi del momento.

Come stai vivendo questa situazione a Brescia?
"Insieme a Bergamo abbiamo vissuto una tragedia. La situazione è drammatica, poi la provincia di Brescia è enorme. La zona più colpita è quella che va verso Cremona. Non credevo che potesse essere così grave, sembrava che fosse sotto controllo, sentendo anche le Istituzioni. Purtroppo so di persone che sono morte o che attualmente stanno male ma che non avevano patologie pregresse. Anche nel mondo del calcio abbiamo vissuto del presidente della Pergolettese, morto per questo virus. Non si riesce ancora a capire come aggredisce questo virus. L'unica cosa da fare è rimanere a casa. Io ormai ho perso il conto di quanto sono chiuso qui".

Anche il modo di vedere Brescia è cambiato in queste settimane:
"Sono uscito solo una volta in due settimane. Questa zona è già poco frequentata, ma è tutto deserto".

Milano poi è a grande rischio:
"E' enorme, è il centro della nostra economia e controllarla è difficile. Ormai il virus è fuori controllo. A Bergamo c'è una leggera flessione ma ci sono sempre tanti morti".

Il Paese si ricorderà di tutto questo quando si ripartirà?
"Secondo me se lo ricorderanno i bergamaschi e i bresciani. Tutto dovranno fare i conti di quello che è successo. Sono rimasti soli qui, abbandonati, non consigliati. Nel nostro Paese ci si scorda tutto, ma qualcuno dovrà farei conti poi".

Si pensa già a ripartire nel mondo del calcio. Tu riprenderesti ad allenarti ora?
"Più che paura, c'è da vedere se c'è necessità. Al momento pensare al calcio è impossibile. Pensare al futuro del pallone ora, detto da chi vive per il calcio, non è concepibile".

Il campionato va finito, secondo molti. Che ne pensi?
"Ognuno porta acqua al proprio mulino. Bisognerebbe far quadrato tutti e capire cosa è meglio per tutti, non solo per pochi. Quando muore la gente, si pensa ad altro. Mi viene da piangere a pensare a queste discussioni".

Le scuole sono chiuse da settimane e la Serie A ha giocato fino al 9 marzo:
"Sono stati accusati i calciatori, che invece non hanno avuto voce in capitolo. Ad alcuni calciatori sono morti parenti. Il calcio ha capito in ritardo, vedi la sfida di San Siro di Champions dell'Atalanta contro il Valencia. Non era facile anche prevederlo, però si è arrivati tardi".

Come vivi la giornata?
"Si tirano due calci in giardino, si aiutano i figli a fare i compiti, si legge, ci si allena un po'. La giornata passa, in qualche maniera".

Che reazione hanno avuto i tuoi figli?
"Hanno 11 e 8 anni, hanno capito bene la situazione. Ho una casa con il giardino, quindi stanno vivendo abbastanza bene la situazione. C'è chi passa la quarantena dentro una casa piccola. Abbiamo avuto parenti ammalati, quindi hanno capito bene la situazione, vivendo la anche da vicino".

Ti muovi anche via social per sentirti con gli altri:
"Cerchiamo di passare il tempo. E' vero che è un momento di lutto per tutti, ma serve anche avere la forza di andare avanti. Parlo tutti i giorni con il medico della Samp, positivo al virus. Ne parliamo con i colleghi. Si cerca di capire come stanno".

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