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Zampini: “Juventus, c’é la Champions! E il resto...scompare”

Zampini: “Juventus, c’é la Champions! E il resto...scompare”TUTTO mercato WEB
venerdì 21 febbraio 2020, 07:08Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Williamhillnews.it

Stop a tutto: Sarri, moduli, schemi, “ha tradito il suo gioco”, “no, ha fatto bene ad adattarsi ai giocatori che ha”, Dybala centravanti?, il ritorno di Chiellini, “sì ma il gioco non c’è”, “però siamo primi in campionato, agli ottavi in Europa, in semifinale di Coppa Italia, aspettiamo…”, i fischi ingenerosi (e dannosi) ai nostri, Paulo che li zittisce, “ora attenti a non prendere sottogamba la Spal”, dobbiamo arrivare a Juve-Inter in testa e magari migliorare un po’, per fortuna pare che Pjanic non sia nulla di grave, “sì vabbè ma per come stava giocando…”, “non importa, Pjanic è fondamentale e deve esserci”.
Stop a tutto: è iniziata la Champions.
Champions e il resto scompare, direbbe qualcuno più in voga di noi.
È il trofeo che interessa di più, certo. Ma per gli juventini è qualcosa di più, il più classico dei “chi disprezza compra”. Il periodico “basta, l’anno prossimo non la seguo”, dopo la consueta beffa e poi rieccoci qua, con il telecomando che alterna senza sosta Borussia, Psg, Atletico e Liverpool.
E vale tutto, guardando queste partite, pur di proseguire l’ormai acclarata visione pessimistica del calcio da parte degli juventini, che vengono dal periodo più incredibile della loro vita da tifoso ma, forse proprio causa Champions, non riescono mai a goderselo fino in fondo. Funzionava così già nella straziante fase finale della scorsa stagione: ormai innamorati persi del “gioco europeo”, ecco cogliere l’occasione, a ogni gol di Ajax, Tottenham, City, Liverpool, anche quando si scontravano tra di loro e quindi per forza di cosa qualcuno avrebbe vinto e qualcuno perso, al di là del “gioco europeo”, per denigrare noi, la squadra che vince gli scudetti e fa spesso le finali di Champions ma non corre, non gioca, non sa stare in Europa.
E rieccoci, qualche mese dopo: nuovo tecnico, tentativo di un progetto calcistico diverso, alti e bassi, problemi da risolvere ma risultati per ora in media con le attese.
Eppure.
I gol di Haaland. Bravi, ecco, e noi abbiamo speso tanto per Kulusevski. E io lo avrei preso, Haaland, questo segna come un pazzo, corre pure piuttosto veloce e a occhio un centravanti per il futuro ci serve come il pane, ma so con assoluta certezza che se Kulu fosse finito all’Inter, come sembrava, il web prolifererebbe di “ecco, ci siamo fatti sfuggire il giovane più promettente della serie A per risparmiare qualche milione”.

Insomma, dovremmo prenderli tutti noi, sennò ce li siamo fatti sfuggire e Juve beffata.
“Ma guarda quanto corrono, in Champions: vanno a duemila all’ora, qui ci tritano”. E magari è vero, io non ho alcuna certezza in vista del Lione, che ha più talento e organizzazione di quel che si crede, ma la tiritera del “quanto corrono, qui ci tritano” la sento da anni e poi, al dunque, Ajax 2019 a parte, ci hanno tritato solo in finale. Le altre volte siamo uscite per puro caso, all’ultimo secondo, contro squadroni ben più quotati di noi. Applaudiamo gli altri, allora, ci mancherebbe, ma che non serva anche questo per fischiare i nostri.
“Emre Can sembra rinato, lo abbiamo svenduto”. E io lo avrei voluto vedere con la nostra maglia, la notte con l’Atletico l’ho ancora ben impressa, ma il tempo passa e se – quale che sia il motivo – con la nostra maglia non lo si vede più e quando lo si vede pare che non abbia voglia, te lo tieni un anno e mezzo, ci fai una discreta plusvalenza, gli fai tutti gli auguri del mondo per la sua carriera e incoraggi Bentancur, Rabiot e compagnia, perché a noi ormai interessano quelli.
E così avanti con il gioco europeo del Lipsia (“guarda come li pressano, altro che noi”), dell’Atalanta (brava davvero, ma per tanti di noi diventa l’occasione per presagire un funesto incrocio futuro con gli ormai veri padroni europei di San Siro), con qualche difficoltà nel commentare la vittoria dell’Atletico sul Liverpool, perché non sarebbe facile venirci a spiegare, un anno dopo, che quindi al Wanda Metropolitano a metà febbraio si può anche perdere senza fare gol e senza che per questo, nelle settimane successive, ci sia quel clima da fine del mondo che abbiamo vissuto noi l’anno scorso.
Meglio tornare alla Spal, allora, per evitare sorprese e perché il clima di avvicinamento a mercoledì migliori.
Perché tra pochi giorni tocca a noi, si va a Lione, lì ricomincia la nostra avventura e, anche se ci aspetterà l’Inter pochi giorni dopo, in settimana si parlerà soprattutto della trasferta francese.
Champions. E il resto scompare.

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