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Frosinone, Stirpe: "Dispiace esonerare Nesta, non è lui il problema. La squadra andrà in ritiro"TUTTO mercato WEB
lunedì 22 marzo 2021, 16:00Frosinone
di Angelo Zarra
per Tuttob.com
fonte frosinonecalcio.com

Frosinone, Stirpe: "Dispiace esonerare Nesta, non è lui il problema. La squadra andrà in ritiro"

Nella conferenza stampa indetta quest'oggi in casa Frosinone, il patron Maurizio Stirpe ha parlato dell'esonero di Alessandro Nesta: “A me dispiace esonerare Nesta – sottolinea il presidente, entrando nel cuore del suo intervento – ma non è lui il problema. Ma non voglio dare più alibi all’ambiente che da tempo chiede la testa dell’allenatore. All’ambiente chiedo di valutare gli accadimenti. I responsabili sono quelli che sono andati via, sia per loro volontà ma anche per comportamenti maleducati e insopportabili. Chi non c’è ha sempre torto. Chi rimane e ci mette testa, cuore e portafoglio forse merita più rispetto di quanto non ho visto in questo ultimo periodo. Per cui noi esoneriamo l’allenatore anche se lui ha una parte di responsabilità. La parte maggiore la ha invece chi è andato via, basta rileggersi il film degli ultimi tre anni. Per chi fosse interessato, si vada a rivedere il film degli ultimi tre anni. E ognuno potrà fare le sue valutazioni e considerazioni. E poi la parte di responsabilità la hanno quelli che sono rimasti. Le responsabilità sono queste e da oggi non ci sono più alibi. La squadra lo farà da condizione di ritiro da domenica prossima con un nuovo allenatore, a tempo indeterminato e fino a quando il Frosinone non riuscirà ad uscire dal campo in un modo dignitoso e quindi i risultati non determineranno il contrario”.

Valutazioni e riflessioni sul proprio futuro. “Infine – è questa è la parte che riguarda direttamente la correlazione con la sua presenza nel Frosinone Calcio – vi dico che anche per me inizia una fase di valutazione: queste ultime due stagioni sono state molto difficili, dal punto di vista economico, finanziario per tenere tutti insieme. Senza ricevere nemmeno una telefonata di incoraggiamento da parte di nessuno. Sembrava quasi fosse un dovere fare queste cose (il Presidente non lo dice ma probabilmente si riferisce anche alle Istituzioni, ndr). Questo mi fa riflettere. Non tutto deve essere dato per scontato. E tutto deve essere messo in armonia col resto dell’ambiente. Io faccio il calcio perché voglio dare qualcosa alla gente del territorio ma non deve essere un obbligo bensì un piacere perché immagino che dall’altra parte c’è gente che ha piacere di ricevere questo sforzo allo stesso modo. Se dovessi accorgermi che questo piacere non è più reciproco e lo valuterò attentamente, sarò il primo ad alzare il sedere dalla sedia. Parte così anche una fase di valutazione e riflessione il cui esito non è scontato. Ne parleremo a fine stagione, ne parleremo qualora dovessimo riuscire a trovare lo spirito giusto che ci ha portato fin qui e che qualcuno ha dimenticato. Questa cosa mi dà molto fastidio. Debbo dire la verità, in tante situazioni mi sono trovato in una grande condizione di solitudine. Penso che il calcio così non valga la pena farlo”.