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Le pagelle del Manchester City - Mahrez freddo, Foden la decide e rimette Guardiola al suo posto
BORUSSIA DORTMUND-MANCHESTER CITY 1-2 (1-2 all’andata)
(15’ Bellingham; 55’ Mahrez, 75’ Foden)
Ederson 6,5 - Più con i piedi che con le mani: ci sa fare, pur con qualche rischio. Poco può sul gol di Bellingham.
Walker 6 - Il terzino più “classico” nel ben poco canonico giro di Pep. Qualche affanno, discreta spinta.
Stones 5,5 - Morbido su Haaland, fin troppo, nell’azione che porta al vantaggio giallonero. Poi altre difficoltà qui e lì sul terminator norvegese, infine contenuto.
Dias 6,5 - La sua assenza è pesata come un macigno col Leeds. Con lui si sta davvero tranquilli.
Zinchenko 6,5 - Partecipa alla manovra, spinge, si confonde con KdB come al solito. Dalle sue parti affonda Bellingham quando passa, molto meno Knauff.
De Bruyne 7 - Fresco di rinnovo, in questo momento è con buone probabilità il miglior giocatore al mondo e giocherà per la prima volta in carriera la semifinale di Champions. Traversa nel primo tempo, tante idee sparse per tutta la partita. Il cervello del City.
Rodri 7 - Prezioso, il ragazzo qui sopra disegna calcio, lui tesse la tela attorno alla quale si dipana il gioco della squadra. Sfiora anche il gol
Gundogan 6,5 - Contro il suo passato, forse un po’ nervoso e per fortuna non c’era il pubblico. Sempre presente in manovra, meno ficcante che in altre occasioni.
Mahrez 7 - Freddo come non sempre è stato in carriera, sigla dal dischetto la rete che vale la semifinale. Nel primo tempo era già andato vicino al gol. (Dall’88’ Sterling s.v.).
Silva 6 - Divide con De Bruyne i panni di che deve gestire il centravanti di Guardiola, cioè lo spazio. Lo fa soprattutto allargandosi sulla destra, non sempre pungente.
Foden 7 - La decide lui. E l’abbraccio di Pep dice tantissimo su quanto creda in questo ragazzo. Tante belle cose, alla fine conta chi ti porta avanti ed è questo ragazzo del 2000.
Guardiola 7 - La sua squadra ha un unico vero limite: sa di essere bellissima e troppo spesso sfiora il narcisismo. Gioca un gran calcio, segna appena due gol. Il Borussia perdona, il PSG chissà. Intanto porta a casa la prima semifinale di Champions da quando è in Inghilterra: è il suo posto, la stranezza era non averlo lì da un lustro.
(15’ Bellingham; 55’ Mahrez, 75’ Foden)
Ederson 6,5 - Più con i piedi che con le mani: ci sa fare, pur con qualche rischio. Poco può sul gol di Bellingham.
Walker 6 - Il terzino più “classico” nel ben poco canonico giro di Pep. Qualche affanno, discreta spinta.
Stones 5,5 - Morbido su Haaland, fin troppo, nell’azione che porta al vantaggio giallonero. Poi altre difficoltà qui e lì sul terminator norvegese, infine contenuto.
Dias 6,5 - La sua assenza è pesata come un macigno col Leeds. Con lui si sta davvero tranquilli.
Zinchenko 6,5 - Partecipa alla manovra, spinge, si confonde con KdB come al solito. Dalle sue parti affonda Bellingham quando passa, molto meno Knauff.
De Bruyne 7 - Fresco di rinnovo, in questo momento è con buone probabilità il miglior giocatore al mondo e giocherà per la prima volta in carriera la semifinale di Champions. Traversa nel primo tempo, tante idee sparse per tutta la partita. Il cervello del City.
Rodri 7 - Prezioso, il ragazzo qui sopra disegna calcio, lui tesse la tela attorno alla quale si dipana il gioco della squadra. Sfiora anche il gol
Gundogan 6,5 - Contro il suo passato, forse un po’ nervoso e per fortuna non c’era il pubblico. Sempre presente in manovra, meno ficcante che in altre occasioni.
Mahrez 7 - Freddo come non sempre è stato in carriera, sigla dal dischetto la rete che vale la semifinale. Nel primo tempo era già andato vicino al gol. (Dall’88’ Sterling s.v.).
Silva 6 - Divide con De Bruyne i panni di che deve gestire il centravanti di Guardiola, cioè lo spazio. Lo fa soprattutto allargandosi sulla destra, non sempre pungente.
Foden 7 - La decide lui. E l’abbraccio di Pep dice tantissimo su quanto creda in questo ragazzo. Tante belle cose, alla fine conta chi ti porta avanti ed è questo ragazzo del 2000.
Guardiola 7 - La sua squadra ha un unico vero limite: sa di essere bellissima e troppo spesso sfiora il narcisismo. Gioca un gran calcio, segna appena due gol. Il Borussia perdona, il PSG chissà. Intanto porta a casa la prima semifinale di Champions da quando è in Inghilterra: è il suo posto, la stranezza era non averlo lì da un lustro.
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