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Atalanta, Gomez: "Non abbiamo segreti. Vogliamo battere il Milan"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 16 febbraio 2019, 17:30Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Atalanta, Gomez: "Non abbiamo segreti. Vogliamo battere il Milan"

Il regalo più grande per i suoi 31 anni, Alejandro Gomez spera di scartarlo nella gara con il Milan. Numero 10, capitano, trascinatore, il Papu parla nel giorno del suo compleanno, alla vigilia di una sfida tanto bella quanto importante, ai microfoni del sito ufficiale del club orobico: "Negli ultimi anni quasi sempre il mio compleanno è capitato a ridosso di qualche partita, ormai ci sono abituato. L'anno scorso eravamo a Dortmund. Speriamo che questa volta il risultato sia migliore".

Il regalo che sogna di ricevere?
"Sicuramente vincere, sarebbe la cosa più bella. Così passeremmo un weekend sereno e con la squadra in alto".

Il fatto che dopo 23 giornate l'Atalanta sia a un punto dal Milan, quarto, dimostra che state facendo una stagione importante?
"Comunque vada questa partita, mancano ancora quindici giornate, quindi fino alla fine non si saprà dove arriveremo. Ovviamente la nostra idea è quella di rimanere il più in alto possibile e cercare di staccarci dalle altre, parlo soprattutto di Sampdoria, Torino e Fiorentina. Sarebbe il massimo poter essere tra il quarto e il sesto posto".

Che partita si aspetta col Milan?
"Sarà una bella partita e sicuramente tutte e due vorranno fare il meglio".

Il ricordo più bello che ha delle sfide con i rossoneri?
"La vittoria in casa di tre anni fa con il gol di Pinilla in rovesciata e il mio gol del 2-1 alla fine. Poi ci sono stati pareggi importanti a San Siro, mi ricordo lo 0-0 a dicembre nella stagione del record di punti o il 2-2 dell'andata. O l'1-1 in casa che ci aveva dato la certezza della qualificazione all'Europa League. Ogni partita con il Milan c'è un bello spettacolo, negli ultimi anni ci sono sempre state gare importanti, di grandissimo valore per tutti e due e anche quest'anno lo sarà, anche se manca ancora tanto alla fine del campionato".


Tutti lo chiedono: ma qual è il segreto dell'Atalanta?
"Non è che ci sia un segreto. La verità è che questa squadra lavora tantissimo col mister e con il preparatore atletico, e abbiamo una mentalità vincente, giusta: ci mettiamo un obiettivo in testa e cerchiamo di raggiungerlo".

E il fatto di essere un gruppo unito e affiatato aiuta...
"Con un gruppo così è tutto più bello, più facile, perché arrivi al campo e sei felice. Anche se ogni anno c'è qualche partenza, comunque rimane sempre la colonna vertebrale del gruppo: io sono qui da cinque anni, poi ci sono Masiello, Toloi, Freuler, de Roon. Noi più esperti cerchiamo ovviamente di dare una mano a tutti. Gli altri sono tutti ragazzi bravi e giovani. Magari per qualcuno serve un po' di pazienza perché arriva da altri campionati, deve imparare la lingua, ma si vede che tutti si ambientano bene e fanno bene. Perché ogni anno la squadra rimane sempre compatta".

Da capitano, anche in un ruolo diverso, si sta prendendo sulle spalle la squadra: quella corsa all'indietro di 50 metri per recuperare un pallone nella gara con la Roma nel finale della partita è forse l'immagine più emblematica di come sta interpretando questo tuo ruolo all'interno del gruppo.
"Uno deve sempre dare l'esempio e cercare di dare sempre il massimo. Sono convinto che facendo così, anche un altro compagno magari può pensare: "Se lo fa il Papu che è un attaccante, lo posso fare anche io". Questa è la mentalità che deve esserci all'interno del gruppo. Sono contento del nuovo ruolo perché sento di poter far fare un salto di qualità alla squadra, di poter dare una mano sia in fase difensiva che offensiva. Giocando così, anche Zapata e Iličić possono giocare dove si trovano meglio. Quindi si aprono tanti spazi e riusciamo a fare tanti gol".

Già 50 contando solo il campionato...
"Negli ultimi anni abbiamo fatto tanti record, ma ci manca quello dei gol fatti. Penso che quest'anno ci sia la possibilità di farlo. Nella storia del club il record è di 66 gol ed è stato fatto nel 1950. Ci terremmo a batterlo. Noi sappiamo che per arrivare in alto, dobbiamo fare tanti gol. Perché anche se capita una giornata in cui prendiamo gol, noi siamo consapevoli che quando arriviamo davanti, facciamo gol. E questo è molto importante perché ci dà sicurezza".