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Milan, Maldini: "Il matrimonio con Higuain non è andato benissimo"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
sabato 16 febbraio 2019, 23:24Serie A
di Alessandra Stefanelli

Milan, Maldini: "Il matrimonio con Higuain non è andato benissimo"

Paolo Maldini, direttore dell’area tecnica del Milan, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria di oggi contro l’Atalanta:

Su Gattuso: "C'è un'evoluzione di tutti noi. Il cambio da giocatore ad allenatore non è facile, non tutti riescono ad averla. Rino è uno che ascolta i nostri pareri, a volte non gli piacciono, ma ascolta. Abbiamo tutti lo scopo comune, arrivare più in alto possibile. Il confronto ti apre sicuramente la mente".

Sugli obiettivi: "Abbiamo l'obiettivo di dare solidità alla società, alla squadra, con giocatori importanti e molto giovani. Il percorso è lungo, ma la squadra ascolta l'allenatore, impara dai suoi errori. Il trend è positivo, se manteniamo questa base siamo su una buona strada".

Sui giocatori che se ne sono andati: "Parlare di un ambiente calcistico del Milan dall'esterno non è facile, con Higuain il matrimonio non è andato benissimo ma può succedere. E' un ambiente sano dove si può crescere, la società è seria, non vedo come non poter crescere in questo ambiente per un calciatore".

Sulla squadra: "L'idea è di dare solidità ai ragazzi, in tre anni hanno visto di tutto, un passaggio da Berlusconi all'altra presidenza e poi questa nuova proprietà a mercato già iniziato. Avevamo comunque preso il centravanti numero uno sul mercato a livello di statistiche. Questi ragazzi hanno vissuto tanti alti e bassi, è una squadra molto giovane ma forte. All'inizio si sottovalutavano, questi risultati fanno crescere l'autostima".


Su Romagnoli: "E' un giocatore silenzioso, io a 23 anni non ero pronto per avere la fascia sul braccio. A quell'età facevo fatica a trasmettere certe cose. Si chiede una crescita troppo rapida per un'esigenza che c'è ogni domenica, lui è cresciuto molto da questo punto di vista".

Sulla società: "La società è chiara nei ruoli, la società è coesa e la squadra impara, è una crescita per tutti, in certi momenti dall'inizio dell'anno i ragazzi si ricordavano le occasioni buttate al vento negli anni passati, dobbiamo competere per un posto in Champions, non era dovuto ma era un sogno".

Su Piatek: "Come somiglianza Sheva è molto gettonato, ma di Sheva ce n'è uno, è entrato già in una squadra fortissima ed è stato il campione che ci ha portato ad ottenere grandi risultati. Piatek sta facendo cose incredibili in un momento più difficile rispetto all'arrivo di Sheva, se poi ci porterà a grandi risultati saremo tutti contenti".

Sul ruolo delle bandiere: "La funzione di un dirigente è diversa da quella di un giocatore. La storia pesa su questi ragazzi, giocare a San Siro è un'onere, ma uno stadio come San Siro ti può portare a livelli che neanche immaginavi. Chi la vive con personalità e serenità può arrivare in alto".

Su Paquetà: "E' un ragazzo intelligente, gli abbiamo chiesto di accelerare, c'è anche il problema della lingua, è l'unico che parla il portoghese della rosa. Ha avuto un impatto enorme sulla squadra, ha risolto con la sua qualità il suo problema di transizione. E' uno che guarda sempre in avanti, ha il dono della classe dentro".