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Andres D'Alessandro, da erede del Diez a grande bluff argentino
"È il giocatore che più mi assomiglia, l'unico che mi fa divertire guardando una partita di calcio". Era il 2002 e Diego Armando Maradona, non uno qualunque, parlava così di Andres D'Alessandro, uno dei talenti in rampa di lancio più splendenti del calcio argentino. La storia purtroppo racconterà altro, il buon D'Alessandro mai si avvicinerà neanche alle straordinarie gesta del Pibe de Oro. Ma qualcuno, forse anche di più, in quel periodo credeva davvero che D'Alessandro sarebbe potuto diventare l'erede del Diez. La storia diversa, dicevamo. Dopo gli abbaglianti inizi nel River Plate, fatti di giocate straordinarie e di bobas, la giocata cavallo di battaglia del giovane Andres, fu acquistato dal Wolfsburg che gli fece firmare un ricco contratto quinquennale. Le attese però non furono mai rispettate e nel 2006 passò al Portsmouth, società inglese on fire in quel periodo storico. Anche l'avventura in Premier si rivelò fallimentare e D'Alessandro decise di provare con la Spagna, in un campionato più adatto alle sue qualità tecniche. Macchè, niente da fare neanche nella Liga, tanto che dopo due stagioni decise di tornare in patria, al San Lorenzo. Dopo pochissimi mesi il nuovo trasferimento, questa volta in Brasile. All'Internacional D'Alessandro troverà finalmente la sua dimensione e alla fine la sua storia con i Colorado durerà quasi 8 anni. Quattro inverni fa, a distanza di 13 anni, decise di tornare a casa nel suo River Plate. In carriera D'Alessandro ha vinto 3 Campionati argentini, 4 Campionati Gaucho, un Mondiale Under 20, un oro Olimpico, una Coppa Sudamericana, una Recopa Sudamericana e soprattutto una Libertadores. Oggi Andres D'Alessandro compie 39 anni.
Sono nati oggi anche José Anigo, Walter Casagrande e Finidi George.
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