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Montefiori (Cor.Sera): "A Parigi tutto ok. Fino al saluto militare"
Tensione, attesa, preoccupazione. L'idea di annullarla, i contatti con la UEFA, con le rispettive Federazioni. Stefano Montefiori, corrispondente a Parigi de Il Corriere della Sera, racconta a Tuttomercatoweb.com quella che è stata ieri sera la gara tra Francia e Turchia. Una gara delicata, considerato il contesto geopolitico che riguarda la nazione turca, i trentamila tifosi ottomani presenti allo stadio e il saluto militare dei giocatori temuto, atteso. E poi fatto in campo dai turchi. "E' stata una giornata particolarmente tesa. Il governo francese, per almeno un paio di ore, era anche favorevole all'annullamento della partita. Poi hanno deciso di andare avanti, fino alla fine della gara la decisione sembrava dar ragione al governo. C'era timore di ordine pubblico, di disordini, che ci fosse qualche sostenitore curdo con cui avrebbero potuto esserci tensione".
Una gara, peraltro, a prescindere attenzionata dalle autorità.
"Dieci anni fa venne sospesa anche una gara, all'andata ci sono stati i fischi alla Marsigliese. Il contesto era di grande tensione, hanno deciso di giocare perché non farlo sarebbe stato un problema di ordine pubblico per contenerli. La gara è andata bene, però...".
Però alla fine c'è stato il temuto saluto militare, ovvero l'omaggio dei giocatori a Erdogan e alle forze militari turche.
"Alla fine è arrivato il saluto militare, si temeva che lo facessero durante gli inni addirittura. In tv si è visto male, la regia internazionale non l'ha ripreso ma è stato visto sui social. Al fischio finale sono andati verso la Curva con quel saluto, con quello sberleffo per la Uefa che li aveva invitati a non farlo. Per i giocatori è stato come rispondere a questa invocazione. E' vero, in fondo alla fine non ci sono stati incidenti ma non è andata benissimo rispetto all'idea di voler sgonfiare le polemiche, tanto è vero che la questione della finale a Istanbul resta aperta".
Che idea si è fatta l'opinione pubblica francese della finale Champions?
"Rispetto all'Italia c'è meno dibattito, la tensione era sulla gara di ieri. A Parigi c'è una comunità turca forte, una parte della popolazione francese è di origine turca ed è legata al proprio paese e per questo era sentita".
Per chiudere: che rapporto c'è tra sport in Francia e razzismo?
"Posso sbagliarmi ma in Francia non ci sono buu e ululati contro i giocatori neri. Non vuol dire che in Francia non ci sia razzismo o che ci sia meno in Italia, sono però decenni che gli spettatori francesi sono abituati a vedere francesi neri che giocano. Anzi, almeno nel calcio è un porto franco: la Nazionale del '98 è stata il trionfo del meltin-pot, dai francesi di origine araba a quelli di origine nera. In Italia è un fenomeno recente, qui nessuno si sogna di fischiare Mbappé quando tocca palla... Nello sport sono messi meglio, poi la società è un altro discorso".
Una gara, peraltro, a prescindere attenzionata dalle autorità.
"Dieci anni fa venne sospesa anche una gara, all'andata ci sono stati i fischi alla Marsigliese. Il contesto era di grande tensione, hanno deciso di giocare perché non farlo sarebbe stato un problema di ordine pubblico per contenerli. La gara è andata bene, però...".
Però alla fine c'è stato il temuto saluto militare, ovvero l'omaggio dei giocatori a Erdogan e alle forze militari turche.
"Alla fine è arrivato il saluto militare, si temeva che lo facessero durante gli inni addirittura. In tv si è visto male, la regia internazionale non l'ha ripreso ma è stato visto sui social. Al fischio finale sono andati verso la Curva con quel saluto, con quello sberleffo per la Uefa che li aveva invitati a non farlo. Per i giocatori è stato come rispondere a questa invocazione. E' vero, in fondo alla fine non ci sono stati incidenti ma non è andata benissimo rispetto all'idea di voler sgonfiare le polemiche, tanto è vero che la questione della finale a Istanbul resta aperta".
Che idea si è fatta l'opinione pubblica francese della finale Champions?
"Rispetto all'Italia c'è meno dibattito, la tensione era sulla gara di ieri. A Parigi c'è una comunità turca forte, una parte della popolazione francese è di origine turca ed è legata al proprio paese e per questo era sentita".
Per chiudere: che rapporto c'è tra sport in Francia e razzismo?
"Posso sbagliarmi ma in Francia non ci sono buu e ululati contro i giocatori neri. Non vuol dire che in Francia non ci sia razzismo o che ci sia meno in Italia, sono però decenni che gli spettatori francesi sono abituati a vedere francesi neri che giocano. Anzi, almeno nel calcio è un porto franco: la Nazionale del '98 è stata il trionfo del meltin-pot, dai francesi di origine araba a quelli di origine nera. In Italia è un fenomeno recente, qui nessuno si sogna di fischiare Mbappé quando tocca palla... Nello sport sono messi meglio, poi la società è un altro discorso".
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