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Un sorteggio solo per Big Five, una Champions sempre più per ricchiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 16 dicembre 2019, 10:53Il corsivo
di Ivan Cardia

Un sorteggio solo per Big Five, una Champions sempre più per ricchi

I ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri escono fuori dalla Champions League. Il sorteggio di Nyon (inizio alle 12, potete seguirlo live su TMW) sarà davvero una roba da élite. Anzi, anche qualcosa in più: per la prima volta nella storia della competizione, in gara ci sono soltanto squadre provenienti dai Big five, i cinque grandi campionati d'Europa. Inghilterra, Italia, Francia, Spagna e Germania. Niente Portogallo, Grecia, Turchia, Olanda e via dicendo: non era, appunto, mai successo.

La vittoria è da sempre roba per ricchi. Non avremo il Porto campione d'Europa, ma a quello forse ci siamo già rassegnati da un pezzo. La vittoria della Champions è sempre stata roba per le grandi leghe. Negli ultimi dieci anni, addirittura, è stato quasi un affare privato tra Real Madrid e Barcellona: sei vittorie in due, con sporadiche concessioni alla Premier (Liverpool e Chelsea), alla Bundes (Bayern Monaco) e ovviamente alla Serie A (Inter). Se l'albo d'oro, però, è da sempre questione per i Big Five (prima del Porto si deve tornare indietro di altri dieci anni, all'Ajax nel 95), tutt'altro discorso è la fase a eliminazione diretta.


La varietà che si perde. I più ricchi non sono gli unici a fare scuola. Nelle ultime stagioni, per esempio, la Champions è stata anche l'occasione per raccontare la rinascita dell'Ajax, l'unicità del già citato Porto di Mourinho, la crescita frenetica (e già finita?) del calcio ucraino e russo, i talenti di club belgi come il Gent del 2016. La difficoltà di giocare ad Atene contro l'Olympiacos o a Istanbul contro il Galatasaray. Un panorama variegato, fatto di contaminazioni e arricchimento collettivo. Di influenze, viaggi, scambi, tra mondi lontani e in qualche modo competitivi, seppur non per il successo finale. Perderli già in questa fase è un po' il paradosso delle riforme che hanno interessato il calcio continentale negli ultimi anni: nel tentativo di allargare forzatamente l'Europa pallonara che conta, si finisce per annegare in un modello standard, nel quale va avanti (e vince) chi ha più soldi.

È già SuperChampions? La strada verso il 2024, con la terza coppa europea che ancora non abbiamo ben compreso come sarà, i botta e risposta tra UEFA, Eca e tutti gli altri, la stiamo già percorrendo da un po'. Non sarà una competizione a inviti, ma è una competizione che già porta avanti soltanto i club dei Paesi "che contano". La formula, in fin dei conti, è un po' come l'abito: non fa il monaco. Se l'obiettivo è allargare le frontiere del calcio europeo, e rendere tutti un po' più competitivi, però, il sorteggio di oggi fotograferà un calcio per pochi.