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TMW RADIO - Gavillucci: "Manca la Serie A. Juve-Inter? Le registrazioni Var partono subito"
Claudio Gavillucci, Bruno Giordano e Xavier Jacobelli ospiti di Marco Piccari
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Claudio Gavillucci, ex arbitro, ha parlato a TMW Radio, durante Maracanà, del suo ultimo libro "L'uomo nero. Le verità di un arbitro scomodo".
Un arbitro riesce a gestire le emozioni e a decidere senza farsi condizionare?
"L'arbitro deve decidere per quello che è giusto. Viviamo emozioni ma dobbiamo controllarle. Per inesperienza può capitare di commettere errori. Ma più si va avanti con gli anni, più si riescono a gestire le emozioni altrui. Non si può reagire a una provocazione con un'altra provocazione".
A distanza di tempo dalla tua dismissione, hai scritto un libro:
"Ero in viaggio di nozze e Nicola Rizzoli mi informò della dismissioni a 8 anni, dopo 50 gare in Serie A. Ho provato a capire se fossero motivazioni tecniche motivate. E l'ho scritto nel libro. Io metto in discussione il sistema che gestisce il mondo degli arbitri, la politica, che non permette l'autonomia e la serenità che ogni giudice del calcio deve avere. Metto in crisi il fatto che ci sia un'incongruenza tra quello che viene scritto nel referto e poi il voto che viene dato. E poi l'autonomia dell'organo tecnico, nominato dall'organo politico".
Intanto si è rimesso in gioco in Inghilterra:
"Io ci sono riuscito a tornare ad arbitrare in National League Conference, ma non è usuale. Sono il primo italiano professionista ad arbitrare in un'altra nazione come l'Inghilterra. ".
Le manca la Serie A?
"Non riesco più a guardare la A. Avrò visto giusto poche partite. In Inghilterra ci sono altri ritmi, un'altra atmosfera. Il calcio italiano non mi manca proprio. Mi manca però arbitrare in Serie A".
E su Inter-Juve del 2018?
"Al momento in cui inizia la partita, parte la registrazione, da quello che conosco. C'era anche una registrazione video. Se poi dopo la partita la registrazine viene tagliata e poi inviata non posso saperlo".
Un arbitro riesce a gestire le emozioni e a decidere senza farsi condizionare?
"L'arbitro deve decidere per quello che è giusto. Viviamo emozioni ma dobbiamo controllarle. Per inesperienza può capitare di commettere errori. Ma più si va avanti con gli anni, più si riescono a gestire le emozioni altrui. Non si può reagire a una provocazione con un'altra provocazione".
A distanza di tempo dalla tua dismissione, hai scritto un libro:
"Ero in viaggio di nozze e Nicola Rizzoli mi informò della dismissioni a 8 anni, dopo 50 gare in Serie A. Ho provato a capire se fossero motivazioni tecniche motivate. E l'ho scritto nel libro. Io metto in discussione il sistema che gestisce il mondo degli arbitri, la politica, che non permette l'autonomia e la serenità che ogni giudice del calcio deve avere. Metto in crisi il fatto che ci sia un'incongruenza tra quello che viene scritto nel referto e poi il voto che viene dato. E poi l'autonomia dell'organo tecnico, nominato dall'organo politico".
Intanto si è rimesso in gioco in Inghilterra:
"Io ci sono riuscito a tornare ad arbitrare in National League Conference, ma non è usuale. Sono il primo italiano professionista ad arbitrare in un'altra nazione come l'Inghilterra. ".
Le manca la Serie A?
"Non riesco più a guardare la A. Avrò visto giusto poche partite. In Inghilterra ci sono altri ritmi, un'altra atmosfera. Il calcio italiano non mi manca proprio. Mi manca però arbitrare in Serie A".
E su Inter-Juve del 2018?
"Al momento in cui inizia la partita, parte la registrazione, da quello che conosco. C'era anche una registrazione video. Se poi dopo la partita la registrazine viene tagliata e poi inviata non posso saperlo".
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