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Caso Diawara, parla Gravina: "Poche speranze per il ricorso della Roma. La norma è chiara"
"Ci sono poche speranze per un eventuale ricorso" della Roma nel caso Diawara. È questo il parere espresso da Gabriele Gravina, presidente della FIGC, a margine del Premio Colalucci in merito alla sconfitta a tavolino della Roma a Verona. Il numero uno del calcio italiano ha aggiunto: "C'è stata l'applicazione di una norma molto chiara, ma lasciamo ogni valutazione ai giudici che sono molto attenti e preparati e possono dare un giudizio più preciso".
Gravina ha parlato anche della gara di Nations League che si giocherà a Bergamo il 14 ottobre contro l'Olanda: "Vorremmo aprire oltre i mille spettatori consentiti. Lo meriterebbero i tifosi e la città di Bergamo. La speranza è che qualcuno capisca in termini di sensibilità quanto sia importante - ha aggiunto il presidente federale - Noi non vogliamo aprire i botteghini, vogliamo solo invitare e far partecipare in quell'occasione tutti quelli che sono stati un esempio di attaccamento per questo Paese".
Gravina ha accennato anche al problema dei tamponi per i giocatori: "Non è sostenibile. Non voglio entrare nel merito di valutazioni economiche e finanziarie che non mi appartengono, ma se si parla di tutela della salute cerchiamo di entrarci applicando anche criteri che la scienza porta avanti. Fatto ogni quattro giorni, come sottolineato dal verbale del CTS, il tampone e' particolarmente invasivo e dannoso per le mucose dei nostri calciatori".
Gravina ha parlato anche della gara di Nations League che si giocherà a Bergamo il 14 ottobre contro l'Olanda: "Vorremmo aprire oltre i mille spettatori consentiti. Lo meriterebbero i tifosi e la città di Bergamo. La speranza è che qualcuno capisca in termini di sensibilità quanto sia importante - ha aggiunto il presidente federale - Noi non vogliamo aprire i botteghini, vogliamo solo invitare e far partecipare in quell'occasione tutti quelli che sono stati un esempio di attaccamento per questo Paese".
Gravina ha accennato anche al problema dei tamponi per i giocatori: "Non è sostenibile. Non voglio entrare nel merito di valutazioni economiche e finanziarie che non mi appartengono, ma se si parla di tutela della salute cerchiamo di entrarci applicando anche criteri che la scienza porta avanti. Fatto ogni quattro giorni, come sottolineato dal verbale del CTS, il tampone e' particolarmente invasivo e dannoso per le mucose dei nostri calciatori".
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