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Buona la prima in Champions per Pirlo: la Juve ha il suo 9 con Morata, 2-0 alla Dinamo Kiev
Dinamo Kiev-Juventus 0-2 al 90'
Andrea Pirlo è un adolescente della panchina. Il primo bacio, la prima volta con la Coppa, ha il sapore del miele. La sua Juventus sconfigge la Dinamo Kiev 2-0 in salsa spagnola ma ancora da scolara. Perché il tempo non c'è stato, per apprendere, imparare, ambientarsi, assorbire quel che è stato teoria a Coverciano e ancora pratica intermittente sul campo. L'overture della sfida non è una sorpresa sugli uomini, sebbene l'esclusione di Dybala continui a far rumore, nonostante Paratici s'adoperi a far subito il pompiere sul caso, ma sullo scacchiere. Chiellini da libero, antico, Bonucci e Danilo ai suoi fianchi a impostare. L'esperimento della Scuola Calcio Pirlo dura però diciannove minuti, quelli che precedono l'infortunio del centrale livornese. Era entrato in campo con la gioia dell'imberbe, ha accusato la carta d'identità e lasciato posto e campo a Demiral. Sugli esterni Chiesa sulla mancina a sterzare, Cuadrado sulla destra a galoppare. E davanti Alvaro Morata, due gol pesanti, dopo quello di Crotone. La Juventus ha il suo nove.
Primo tempo a singhiozzi, poi Morata Il primo tempo scorre via tra qualche singhiozzo e tanti sospiri d'attesa. La Juventus cerca di trovare lo spazio giusto ma è una battaglia navale dove ogni colpo finisce in acqua. Dall'altra, la Dinamo è vecchio stampo, come Lucescu che i bianconeri li ha battuti una volta in carriera ma ventisette anni fa, con Trapattoni in panchina e Conte in campo. D'arancione vestita, il verde per il gol arriva solo nella ripresa. Morata, ancora Morata, segna un gol da nove puro e vero, quello a lungo cercato e desiderato. Tacco di Ramsey, tra i più genuini in quanto a istinto e brio, tiro di Kulusevski, anche lui alla prima in Champions e respinta corta dell'incerto Bushchan. Lo spagnolo s'avventa sul pallone e tira forte in porta. Gol, quando il sipario sulla ripresa s'era appena aperto.
L'ora della Joya, il raddoppio di Morata Poi entra Dybala, al cinquantaseiesimo, quasi tre mesi dopo l'ultima in bianconero. Dopo qualche istante tiene la palla incollata al mancino e poi la perde al terzo contrasto. Un brivido di futbol sulla schiena di Pirlo e pure degli ucraini, che dall'altra parte continuano a tener botta ma solo alle corde, solo con la guardia alta. Lucescu mette in scena una girandola di campi, attingendo a piene mani alla sua lunga panchina. Il tecnico italiano pesca dalla sua al 79', dentro Arthur e Bernardeschi con la Juve che intanto arretra di qualche metro il baricentro dando campo e speranze agli ucraini. O forse è solo una tattica: perché la Juve concede campo e poi dà il colpo del ko. Ripartenza con Cuadrado, quel che più s'avvicina al velocista con gli scarpini. Il pennello è di quelli d'autore, il cross finisce sulla testa di Morata col tempo e modo giusto. Lo spagnolo ne fa due, con questo. Rendendo il primo giorno di scuola europea di Pirlo un giorno felice, un giorno da ricordare.
Primo tempo a singhiozzi, poi Morata Il primo tempo scorre via tra qualche singhiozzo e tanti sospiri d'attesa. La Juventus cerca di trovare lo spazio giusto ma è una battaglia navale dove ogni colpo finisce in acqua. Dall'altra, la Dinamo è vecchio stampo, come Lucescu che i bianconeri li ha battuti una volta in carriera ma ventisette anni fa, con Trapattoni in panchina e Conte in campo. D'arancione vestita, il verde per il gol arriva solo nella ripresa. Morata, ancora Morata, segna un gol da nove puro e vero, quello a lungo cercato e desiderato. Tacco di Ramsey, tra i più genuini in quanto a istinto e brio, tiro di Kulusevski, anche lui alla prima in Champions e respinta corta dell'incerto Bushchan. Lo spagnolo s'avventa sul pallone e tira forte in porta. Gol, quando il sipario sulla ripresa s'era appena aperto.
L'ora della Joya, il raddoppio di Morata Poi entra Dybala, al cinquantaseiesimo, quasi tre mesi dopo l'ultima in bianconero. Dopo qualche istante tiene la palla incollata al mancino e poi la perde al terzo contrasto. Un brivido di futbol sulla schiena di Pirlo e pure degli ucraini, che dall'altra parte continuano a tener botta ma solo alle corde, solo con la guardia alta. Lucescu mette in scena una girandola di campi, attingendo a piene mani alla sua lunga panchina. Il tecnico italiano pesca dalla sua al 79', dentro Arthur e Bernardeschi con la Juve che intanto arretra di qualche metro il baricentro dando campo e speranze agli ucraini. O forse è solo una tattica: perché la Juve concede campo e poi dà il colpo del ko. Ripartenza con Cuadrado, quel che più s'avvicina al velocista con gli scarpini. Il pennello è di quelli d'autore, il cross finisce sulla testa di Morata col tempo e modo giusto. Lo spagnolo ne fa due, con questo. Rendendo il primo giorno di scuola europea di Pirlo un giorno felice, un giorno da ricordare.
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