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Virus, veleni e accuse. Corriere dello Sport: "Juve-Napoli è una storia infinita"
"Sembravano, lo erano, universi distanti: eppure sono ancora qua, entrambe, una contro l'altra, a guardarsi sospettose, eternamente rivali in quest'ultimo decennio in cui il calcio gli è spesso appartenuto". Il Corriere dello Sport introduce con queste parole la finale di Supercoppa tra due habitué della competizione: "Juventus-Napoli, di nuovo, come a Roma nel maggio del 2012 o a Pechino, tre mesi dopo, come a Doha, dicembre del 2014 o come in quel braccio di ferro che nel 2018 finì in albergo, a Firenze, mentre Orsato dimenticava il secondo giallo nel taschino ed il Pipita entrava di diritto a San Siro nella categoria degli uomini dal 'core 'ngrato'".
Juve e Napoli avvertono l'esigenza di staccarsi da sé stesse: Pirlo vuole cancellare quell'immagine distorta che ha avvertito domenica sera, mentre Gattuso insegue quelle certezze che la squadra gli concede e poi gli sottrae, "con una imprevedibilità fastidiosa". Il quotidiano rievoca poi un precedente piuttosto "rovente": "Quando a Pechino calarono le ombre, in una finale attraversata dal rosso 'sangue' di vari cartellini, AdL senza neanche alzarsi dal proprio posto, né scomporsi, scelse di spaccare il protocollo (pure allora ce n'era uno) e lasciò che la squadra se ne andasse a fare la doccia, evitando la cerimonia di premiazione". Bianconeri e azzurri non si negano nemmeno il gusto di battute che restano sospese, a testimonianza di un antagonismo che palpita. Come quando Agnelli, quando il Napoli non partì per Torino dopo l'intervento della ASL, dichiarò: "Noi rispettiamo le regole".
La rivoluzione identitaria della Juve è prossima ad un bivio, e "la Supercoppa può sanare le fresche ferite della Vecchia Signora e liberare Pirlo da quel velo di diffidenza che finisce per avvolgere anche un Maestro e dal quale Gattuso si è appena allontanato". Sembra una partita a due, tra nostalgici eppur giovanissimi amici: "È una sfida del tempo. Infinita", chiosa il quotidiano.
Juve e Napoli avvertono l'esigenza di staccarsi da sé stesse: Pirlo vuole cancellare quell'immagine distorta che ha avvertito domenica sera, mentre Gattuso insegue quelle certezze che la squadra gli concede e poi gli sottrae, "con una imprevedibilità fastidiosa". Il quotidiano rievoca poi un precedente piuttosto "rovente": "Quando a Pechino calarono le ombre, in una finale attraversata dal rosso 'sangue' di vari cartellini, AdL senza neanche alzarsi dal proprio posto, né scomporsi, scelse di spaccare il protocollo (pure allora ce n'era uno) e lasciò che la squadra se ne andasse a fare la doccia, evitando la cerimonia di premiazione". Bianconeri e azzurri non si negano nemmeno il gusto di battute che restano sospese, a testimonianza di un antagonismo che palpita. Come quando Agnelli, quando il Napoli non partì per Torino dopo l'intervento della ASL, dichiarò: "Noi rispettiamo le regole".
La rivoluzione identitaria della Juve è prossima ad un bivio, e "la Supercoppa può sanare le fresche ferite della Vecchia Signora e liberare Pirlo da quel velo di diffidenza che finisce per avvolgere anche un Maestro e dal quale Gattuso si è appena allontanato". Sembra una partita a due, tra nostalgici eppur giovanissimi amici: "È una sfida del tempo. Infinita", chiosa il quotidiano.
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