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ESCLUSIVA TMW - Ghirelli: "Prima apertura della Lega A sulle seconde squadre. Ora discutiamone"TUTTO mercato WEB
venerdì 29 aprile 2022, 20:15Serie A
di Ivan Cardia
esclusiva

Ghirelli: "Prima apertura della Lega A sulle seconde squadre. Ora discutiamone"

Un altro campionato dopo la fine della regular season. In Serie C, è questo il bello dei playoff, che partono il 1° maggio e si giocheranno in stadi sempre più “normali”, complice anche la caduta dell’obbligo di indossare le mascherine. Che cosa ci dobbiamo aspettare da questa grande corsa che coinvolge 28 squadre e mette in palio un posto in Serie B? A TuttoC e TMW, di questo e non solo, parla Francesco Ghirelli, presidente di Lega Pro: "Intanto, ripartiamo dal finale di campionato e dai suoi numeri. Mi aspetto quello che è avvenuto con i 26 mila tifosi a Bari, i 15 mila a Modena, gli oltre 5 mila a Bolzano. Mi aspetto che si torni ai playoff pre-Covid, quando registrammo il soldout. Mi auguro una fase finale che abbia soprattutto le caratteristiche del pubblico, della partecipazione, della gioia, dei colori, dei canti. Di un campionato che, lo ricordo, ha anticipato da tanto tempo una formula come quella dei playoff di cui oggi tutti parlano".



S’intuisce che la formula allargata continui a piacerle.



"Di più, sostengo che sia inevitabile. Sento dire che bisognerebbe abbassare il numero delle società che vi partecipano: io credo che chi lo dice non abbia chiaro il perché i playoff esistono. Sono un altro campionato, bello soprattutto per due motivi: anzitutto, danno spettacolarità alla stagione. Abbiamo visto nell'ultima giornata quanto il pubblico abbia voglia di vivere il calcio e le sue partite decisive. Questa è una formula più vicina ai giovani, è il calcio che i ragazzi e le ragazze vogliono vedere, ed è molto più accattivante anche come prodotto televisivo".



E poi c'è il tema della regolarità.



"Esatto. Non bisogna dimenticare che, quando li introducemmo, una ragione fondamentale fu quella di mantenere il campionato combattuto fino alla fine della regular season, di modo che nessuno potesse avere cattivi cattivi pensieri. Oggi i playoff sono un tratto caratterizzante della Serie C e in più assicurano la regolarità totale del campionato: se qualcuno li vuole togliere o ridurre mi deve spiegare come ritiene di poter far coesistere queste due cose".



Visto che se ne parla anche per la Serie A, si sente di consigliarli ad altri campionati?



"Ognuno deve riflettere sul suo, di campionato. Io posso parlare per la mia esperienza, che è di grande valore: dà vivacità, freschezza, capacità di attrazione. Poi ognuno deve rapportarsi con il proprio campionato, io non mi permetto certo di fare il professore. Se uno mi chiede com'è la formula del mio torneo rispondo, come le ho detto prima, che è il campionato che i giovani vogliono. E che ne sono molto contento".



Parere personale: le final four in un solo luogo aggiungevano ulteriore fascino. Pensa che prima o poi possa tornare anche quella formula?



"Bisogna ragionare col Covid: in questo periodo era impossibile applicarla. Significava mettere insieme numeri e un'organizzazione che il Covid non consente. Effettivamente è stata una bella esperienza e ci si può riflettere, ma potremo farlo soltanto una volta chiusa definitivamente la questione pandemia".



C'è qualche squadra che la diverte di più tra quelle che parteciperanno?



"Beh, le squadre arrivate al secondo e al terzo posto sono di grandissimo livello. Però ricordo sempre che il Cosenza fu una sorpresa: ci può sempre essere, in qualsiasi competizione. Loro partirono da dietro, le vinsero tutte e riuscirono a conquistare la promozione. Anche se di solito è vero che partono favorite le seconde o le terze. Aggiungo una riflessione: bisognerà vedere come le squadre arriveranno a questa fase, adesso sta iniziando anche il caldo e vedremo come si reagisce a questo fattore, tra gli altri".



Tra le grandi novità dei playoff vi sarò l'introduzione del VAR.



"Sì, ma non solo. Sicuramente il VAR, per noi, rappresenta uno sforzo di crescita degli arbitri. Ragioniamo a sistema, facciamo questa esperienza, vediamo cosa occorre a livello operativo e finanziario, anche in ottica futura. Però le novità non finiscono certo qui: abbiamo uno sponsor dei playoff, che tra l'altro abbiamo annunciato oggi (Brico io, ndr) e chissà che non se ne aggiungano altri. Siamo il primo campionato che fa NFT per un periodo lunghissimo come sono i playoff, con oltre 4.500 prodotti e opere artistiche in vendita: è una grande novità. Ci sarà la competizione con gli Esports, una competizione giovane per i giovani. E poi, se mi permette, ripenso a qualche anno fa: ci sono state stagioni in cui siamo arrivati alla fine con cento e oltre punti di penalizzazione per i club. Oggi non è così ed è un cambiamento di cui va dato atto alle nostre società e alle regole che abbiamo introdotto, in accordo con FIGC.



Però con una squadra in meno, il Catania.



"Sì, ma anche su questo tema bisogna cominciare a parlare in maniera semplice e diretta. Un tempo lo scopo era portare a termine il campionato con sessanta squadre. Ma le chiedo: questo bastava a determinare la regolarità del campionato? Io dico di no, perché questa dipende dal rispetto delle regole economiche-finanziarie, altrimenti si trucca il dato sportivo. Dobbiamo abituarci a questa possibilità: se una società viene esclusa, vuol dire che le regole funzionano. Non mi fraintenda: è ovvio che dobbiamo lavorare perché il campionato si chiuda a sessanta, ma questo non basta per definirlo regolare, se non si rispettano le regole. In Serie C chi sbaglia va fuori, è una cosa che dobbiamo vivere in maniera diversa. Il che non attenua il problema che c'è stato, ma ci deve portare a uscire dallo schema che un campionato è regolare se si chiude con sessanta squadre. No, è regolare se quelle squadre hanno rispettato tutte le regole".



Diciamo però che annullare tutte le partite giocate dagli etnei a tre giornate dalla fine ha creato un vulnus. Vi porterà a riflettere su questa regola?



"Su questo bisogna mettersi d'accordo, perché vedo che si cambia opinione di volta in volta. La norma attuale è stata adottata con un comunicato ufficiale del 30 gennaio 2019, su indicazione del direttivo precedente. E nasceva da una vicenda concreta, quella del Matera: se ricorda, all'epoca c'era una distinzione in base al momento di esclusione della squadra, a seconda che avvenisse durante il girone di andata o durante il girone di ritorno. Quando fu escluso il Matera, vi fu una sollevazione popolare, perché si diceva che i 3-0 a tavolino assegnati per le partite non disputate nel girone di ritorno determinassero un danno sportivo rispetto a chi le gare di quella fase del campionato le aveva giocate. La regola odierna nasce da quelle proteste. Poi, ci si può anche riflettere: l'esclusione è arrivata a tre giornate dalla fine ed è oggettivo che abbia determinato un problema. È evidente che un evento del genere, a così poco tempo dalla fine del campionato, abbia un peso maggiore. E semmai questo apre una riflessione sulla gestione del Catania, su com'è stata governata questa vicenda. Però non è che ogni due-tre anni si può cambiare: tra l'altro, magari chi tre anni fa ha fatto una battaglia in un senso oggi reclama una direzione diversa".



Ritiene che le nuove regole di cui state discutendo in Consiglio Federale, a partire dall'introduzione dell'indice di liquidità come criterio di ammissione ai campionati, possano cambiare questa situazione?



"Partiamo da un dato. Se qualcuno pensa che con le semplici regole si possano eliminare i fallimenti, sbaglia strada. Le regole servono a limitare il rischio, ma le aziende possono fallire in qualsiasi settore economico. Noi abbiamo introdotto delle novità che hanno dato più garanzie e intendiamo lavorare in questa direzione, è naturale. Perché, come dicevo prima, ci sono molte meno penalizzazioni? Perché dopo due pagamenti degli emolumenti non effettuati si va fuori dal campionato. Perché si sono ridotti i problemi di regolarità del campionato? Perché dopo due partite che non giochi vai fuori dal campionato. A proposito di indice di liquidità: oggi qualcuno dovrà pur riflettere sul perché la Serie A combatta per andare sotto lo 0,5 e l'assemblea di Lega Pro decida di arrivare a 0,7. Evidentemente, si è fatto un percorso di regole condivise e che danno capacità di maggiore resistenza. Detto questo, giova ripeterlo: se qualcuno pensa che bastino le regole a evitare i fallimenti, non conosce il mercato. È un rischio che esiste, anche se determinate norme lo possono rendere più improbabile. Però forse converrebbe riflettere su quello che altri non vogliono fare e rispetto a cui la Serie C è invece disposta ad andare oltre".



Ecco, da questo punto di vista, anche nel suo ruolo di vicepresidente federale: la preoccupa la conflittualità fra Lega Serie A e FIGC in materia di riforme?



"Ma non è una novità, in realtà. Forse qualcuno si è dimenticato: per molto tempo la Lega Serie A non partecipava nemmeno ai consigli federali. La conflittualità è un elemento che non ci vorrebbe, ma con la Federcalcio c'è sempre stata in una qualche misura. Certo, mi preoccupa nell'ottica delle riforme: è evidente che per portarle a compimento serva una Lega Serie A che creda nel progetto".



Torniamo al VAR. Chi si fa carico del suo costo?



"Ce l'assumiamo noi, è evidente che nella fase di sperimentazione debba essere un carico per la Serie C. Ci auguriamo che qualcuno ci dia una mano, anche perché la cosa più pesante sarà ragionare sul prossimo campionato. Ricordo che abbiamo fatto lo stesso con gli auricolari e con i cardiofrequenzimetri per gli arbitri, che tra l'altro siamo stati i primi a introdurre".



Dalla Serie A non è arrivato nessun aiuto quindi?



"Il CAN di A ci consentirà di utilizzare gli arbitri per il VAR, mentre i direttori di gara che scenderanno in campo saranno i nostri. Ringrazio Il presidente Gravina, il presidente Trentalange ed in particolare il designatore Rocchi che si assume l’onore della formazione. Chiudo ricordando che questa sperimentazione serve anche alla Serie B e alla Serie A, si troveranno arbitri ed assistenti più preparati”..



Possibilità di vederlo in uso anche nella C del futuro?



"Dobbiamo vedere quanto costa e quanti arbitri sono necessari. Però lo scopo è lavorarci, non lo nego".



Ai playoff parteciperà anche la Juventus Under 23, le seconde squadre sono tornate tema di discussione a livello nazionale.



"La novità è la presa di posizione del presidente della Lega di A. È la prima volta che si affronta e si pone il problema delle seconde squadre in questi termini. A Lorenzo Casini ne va dato atto. Noi siamo disponibili a discutere anche sulle modifiche da apportare per arrivare a un equilibrio: per esempio se riguardano la valorizzazione ulteriore dei giovani non c'è alcun problema. Però un tavolo di discussione va aperto su diversi temi".



Quali sarebbero?



"Ne dico tre: il format della Coppa Italia è un problema aperto, va discusso. Secondo: le norme che vigono all’estero, per esempio in Premier League, in materia di finanziamento delle leghe sottostanti sono completamente diverse dalla legge Melandri. Terzo, il decreto crescita: non si possono volere le seconde squadre e allo stesso tempo un decreto che penalizza i giovani calciatori italiani. Si ricorda tutte le polemiche legate al fatto che giocano i giovani e non i bravi? Oggi non è vero che giocano i più bravi: giocano quelli che costano meno dal punto di vista fiscale e si vanno a prendere dall'estero. Bisogna che quel decreto sia cambiato".



Provo a sintetizzare. Oggi chi vuole la seconda squadra deve versare un contributo ingente, più di un milione di euro. La Serie A chiede che sia abbassato, la sua risposta è che se si vuole parlare di quello si deve parlare anche di questi altri temi.



"Corretto. L'apertura che ha fatto Lorenzo Casini, per la prima volta, è importante. E da parte nostra è evidente la disponibilità a discutere. Però è chiaro che ci vuole equilibrio: quell'onere a monte, fermo restando che se ne può discutere e vedremo in che misura, deve trovare un bilanciamento. Non è che si parla di quello e non si parla delle altre tre cose che ho citato prima: Coppa Italia, mutualità e decreto crescita. In questo equilibrio, è chiaro, ci finisce anche la questione del contributo iniziale".



Rimaniamo al quadro attuale: come Lega Pro, avete registrato dei movimenti concreti da parte di club di Serie A interessati a iscrivere una seconda squadra?



"Questo in realtà lo deve chiedere alla Lega Serie A e al presidente Casini, considerato che l'interlocutore è diventato lui. Avendo fatto un'avance di questa natura, ritengo che possa aver avuto la disponibilità da parte di una o più società del suo campionato, questo sì".



Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro. Qual è la sfida che la sua Lega Pro si propone di vincere?



"Quella sul PNRR. Stiamo facendo uno sforzo enorme, abbiamo incontrato diversi soggetti politici tra cui la sottosegretaria Vezzali, il ministro Giorgetti, il ministro Lamorgese e il ministro Stefani, il ministero degli Esteri ed esponenti di diversi altri dicasteri. Vorremmo che le infrastrutture diventassero uno dei punti fondamentali nel percorso di sostenibilità economica della Serie C. Inoltre stiamo lavorando sugli sponsor, per rafforzare le risorse a disposizione delle società. Io devo ringraziare i vicepresidenti Marcel Vulpis e Luigi Ludovici: è una squadra che funziona bene e sono orgoglioso di poter dire che la Lega Pro sia una delle poche organizzazioni sportive in cui le deleghe funzionano così bene. Ultimo non ultimo: dobbiamo lavorare sulla formazione del management. Se me lo chiede, credo che la grande sfida sia questa: dobbiamo formare la classe dirigente del futuro del calcio italiano e come Lega Pro siamo impegnati al massimo in un'operazione di questo tipo".