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Como, Gabrielloni: "La promozione in B era un sogno, ora è un obiettivo"
"Non conto i gol e non sapevo di questo piccolo record, ma sicuramente è una grande gioia, anche se non voglio assolutamente fermarmi! Nelle cinque gare che posso ancora giocare voglio segnare ancora, e magari raggiungere la doppia cifra, ma soprattutto portare il Como in Serie B: all'inizio la promozione era un sogno, ora è un obiettivo": così, ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, l'attaccante del Como Alessandro Gabrielloni, dallo scorso weekend quinto nella classifica dei migliori marcatori di sempre del club.
Una classifica che vi vede al comando con una gara in meno: a chi deve stare attento il Como?
"In primis dobbiamo stare attenti a noi stessi. Da ora in poi ogni gara è ancora più difficile perché tutte le formazioni adesso hanno un preciso obiettivo, sia esso salire o salvarsi, e i punti pesano in modo diverso. Poi ci sono squadre altamente competitive come Pro Vercelli, Renate, Alessandria che ci daranno del filo da torcere: alla penultima abbiamo anche lo scontro diretto con i grigi...".
Che potrebbe essere determinante. Ma non sarebbe meglio arrivare a quel punto già con la matematica promozione in tasca?
"Sarebbe il massimo, ma credo sia dura arrivare a quella partita con un margine così ampio, soprattutto perché l'Alessandria sta vivendo un momento di vera forma. A ogni modo noi abbiamo anche un partita in più da giocare, e la testa deve essere rivolta sempre alla sfida più imminente, senza distrazioni".
Ma c'è un po' di ansia per la classifica?
"Onestamente io la guardo solo quando sono dietro la classifica, ora no. C'è semmai un po' di rammarico per qualche punto di troppo lasciato per strada, ma alla fine è l'obiettivo che conta, senza ansie. Il campionato è molto equilibrato e di livello, servirà esser concentrati sul campo più che sul resto".
Quale pensi sia stato il momento in cui avete capito che il sogno poteva diventare l'obiettivo?
"Sicuramente il filotto di vittorie centrato tra dicembre e gennaio culminato con il successo nello scontro diretto con il Renate. Abbiamo preso ancora più consapevolezza dei nostri mezzi e della nostra forza, c'è stato un cambio di mentalità, e anche le altre squadre hanno iniziato a vederci come la formazione da battere".
Una classifica che vi vede al comando con una gara in meno: a chi deve stare attento il Como?
"In primis dobbiamo stare attenti a noi stessi. Da ora in poi ogni gara è ancora più difficile perché tutte le formazioni adesso hanno un preciso obiettivo, sia esso salire o salvarsi, e i punti pesano in modo diverso. Poi ci sono squadre altamente competitive come Pro Vercelli, Renate, Alessandria che ci daranno del filo da torcere: alla penultima abbiamo anche lo scontro diretto con i grigi...".
Che potrebbe essere determinante. Ma non sarebbe meglio arrivare a quel punto già con la matematica promozione in tasca?
"Sarebbe il massimo, ma credo sia dura arrivare a quella partita con un margine così ampio, soprattutto perché l'Alessandria sta vivendo un momento di vera forma. A ogni modo noi abbiamo anche un partita in più da giocare, e la testa deve essere rivolta sempre alla sfida più imminente, senza distrazioni".
Ma c'è un po' di ansia per la classifica?
"Onestamente io la guardo solo quando sono dietro la classifica, ora no. C'è semmai un po' di rammarico per qualche punto di troppo lasciato per strada, ma alla fine è l'obiettivo che conta, senza ansie. Il campionato è molto equilibrato e di livello, servirà esser concentrati sul campo più che sul resto".
Quale pensi sia stato il momento in cui avete capito che il sogno poteva diventare l'obiettivo?
"Sicuramente il filotto di vittorie centrato tra dicembre e gennaio culminato con il successo nello scontro diretto con il Renate. Abbiamo preso ancora più consapevolezza dei nostri mezzi e della nostra forza, c'è stato un cambio di mentalità, e anche le altre squadre hanno iniziato a vederci come la formazione da battere".
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