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Maiellaro: "Il Bari non mi volle, poi fece carte false"TUTTO mercato WEB
giovedì 17 ottobre 2019, 08:00News
di Redazione TuttoBari
per Tuttobari.com

Maiellaro: "Il Bari non mi volle, poi fece carte false"

Parla Maiellaro. Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, l'ex trequartista biancorosso gioca Avellino-Bari: "L’Avellino ha mille problemi, enormi difficoltà. I biancorossi devono approfittarne, aggredirli, imporre la propria legge e fare subito gol. In certi casi, agli avversari non va concesso nemmeno il tempo di respirare".

Maiellaro ricorda l'esperienza in Irpinia: "Ero tesserato con il Lucera, andai a provare. Bastò una mezzoretta ad Antonio Sibilia, presidente storico degli irpini, per convincersi. Il mio cartellino, per i parametri dell’epoca, costava 90 milioni di lire. Sibilia propose al mio presidente due assegni da 25 milioni, il primo subito e il secondo qualche mese dopo. Prendere o lasciare. Il Lucera prese. Di lì a poco, il tecnico Veneranda mi avrebbe regalato la gioia dell’esordio in Serie A. È il ricordo più bello di quella parentesi. In assoluto giocai poco, fui un tantino penalizzato dal periodo di leva".

Prima dell'Avellino, tentò col Bari... "Verissimo, mi allenai una settimana con i biancorossi. Ma non mi vollero, perché qualcuno disse che tra i giovani ne avevano altri come me. Fatto sta che, dopo qualche anno, il povero Vincenzo Matarrese fece carte false per strapparmi al Taranto. Dovette scucire 2,3 miliardi, oltre ai cartellini di due calciatori, Roselli e Gridelli".

Ricorda Matarrese... "Matarrese è stato un grande, come un buon padre. Mi ha offerto la gioia di vivere e giocare in una piazza straordinaria".

Il rimpianto... "Non aver giocato accanto a David Platt. Con l’inglese e Joao Paulo, se non si fosse fatto male, saremmo andati in Uefa. Invece durante la mia ultima stagione barese, qualche mese prima dell’ingaggio di Platt, il presidente Matarrese non colse l’attimo per rinnovarmi il contratto e firmai una carta privata con la Fiorentina. Una storia lunga, comunque il Bari aveva il tempo per farmi cambiare idea. Invece finì per incassare soltanto 5 miliardi di parametro, ma all’epoca valevo almeno il doppio".