L'altro Bari: vince e non convince. Biancorossi cinici quando giocano male

Squadra che gioca male… non si cambia. Potremmo riassumere in questo modo l’anomalo girone d’andata del Bari, che, come dimostra l’ultima sfida contro il Bisceglie, riesce a capitalizzare nelle partite qualitativamente giocate peggio. Se si tratta di un caso oppure no poco importa a una squadra che è riuscita a beffare la sfortuna rivalendosi nel match di domenica pomeriggio di tutti i punti persi per strada contro squadre letteralmente dominate dall’inizio alla fine. Una problematica ricorrente per i biancorossi, capaci di pareggiare o addirittura perdere sfide, statistiche alla mano, alla portata, a causa di svarioni od occasioni fortuite che hanno spesso negato la gioia dei tre punti.

Un percorso strano, per certi versi peculiare, che continua a premiare le performance più opache ai danni di quelle positive. A cominciare dalla trasferta di Cava de’ Tirreni, nella quale i biancorossi, messi a dura prova dalle incursioni dei blufoncè, hanno raggiunto la vittoria solamente grazie alla doppietta del bomber improvvisato Daniele Celiento. Il copione non cambia nel match interno contro il Catanzaro. I galletti appaiono senza idee e sprecano l’impossibile nel primo tempo. A togliere le castagne dal fuoco ci pensa il solito Mirco Antenucci che con un destro al bacio insacca la palla in rete regalando la vittoria alla compagine biancorossa. Altro giro altra corsa sul campo della Paganese, in un periodo non molto positivo per Di Cesare e compagni. La prestazione dei biancorossi è tra le peggiori della stagione: i galletti palesano alcune difficoltà messe in secondo piano solamente dall’inferiorità dei campani, che non spaventano mai più di tanto Pierluigi Frattali. Sarà 1-0 al fischio finale, seppur il campo parli in tutt’altro modo.

A fare da contraltare a questi risultati le vittorie sfumate dopo buone performance come quelle contro Turris e Palermo, gare maledette per i galletti che ancora gridano vendetta. Un vero e proprio caso quello del Bari di quest’anno, che vince quando gioca male e non vince quando gioca bene. Gaetano Auteri, un tempo santone del bel gioco, è adesso aggrappato all’amuleto del non-gioco.