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Verso Bari-Brescia, Mignani contro Clotet. Percorsi differenti, in comune il modulo
lunedì 26 settembre 2022, 11:45In Primo Piano
di Gianmaria De Candia
per Tuttobari.com

Verso Bari-Brescia, Mignani contro Clotet. Percorsi differenti, in comune il modulo

E’ la settimana del ritorno in campo per il Bari, che sabato affronterà tra le mura amiche del ‘San Nicola’ il Brescia. Una sfida dal grande fascino tra due formazioni di alta classifica, rondinelle in vetta e galletti terzi. Le ottime prestazioni in questo avvio di campionato sono anche frutto dall’impronta dei due allenatori, Clotet e Mignani.

In carriera non si sono mai incrociati, frutto di percorsi notevolmente differenti. Lo spagnolo ha iniziato ad allenare molto presto (24enne) in Spagna tra squadre dilettantistiche e giovanili per poi girare l’Europa tra Svezia, Norvegia, Inghilterra ed, infine, Italia. Diverse le esperienze da vice mentre il culmine è arrivato alla guida del Birmingham in Championship (B inglese). C’è un dato però che spicca: Clotet eccetto la stagione a Brescia nel 2021 (subentrato a febbraio con ottimi risultati, tanto da raggiungere i playoff), è sempre stato esonerato.

Di tutt'altra natura il cammino di Mignani, che ha giocato per oltre 20 anni prima di approdare sulla panchina. Le prime esperienze, non a caso, sono state a Siena (oltre 250 apparizioni da difensore bianconero) per 5 stagioni tra Allievi e Primavera, a differenza del primo impatto con il professionismo arrivato ad Olbia, tra vittoria dei playoff in D e conseguente ripescaggio, fino alla separazione (unico allontanamento in carriera). Buoni risultati nei due bienni in C tra Siena (promozione sfiorata) e Modena, prima del noto approdo a Bari.

In campo l’unico aspetto in comune tra i due tecnici è relativo al modulo, evidenziando una netta preferenza per il 4-3-1-2 ma dalla discrepante interpretazione. Le idee di Clotet tendono a prediligere il lato atletico (corsa e pressing) rispetto ad eccessivi dettami tattici, capace di verticalizzare e ripartire con incisività. Attenzione poi alla preferenza nel lavorare con un gruppo ristretto di giocatori, non superiore a 20. Una visione notevolmente differente da quella di Mignani, che ha sempre fatto del turnover e della gestione di una rosa profonda uno dei suoi punti di forza, oltre ad una particolare e minuziosa attenzione all’atteggiamento in campo in termini di spazio tra i reparti, la costruzione della manovra e la priorità nel possesso palla.