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Pres. Fano: "A Roma dettano regole assurde: ci hanno servito la polpetta avvelenata"
Anche la Serie C va verso il ritorno in campo, dopo che la FIGC ha rigettato la proposta emersa in assemblea lo scorso 7 maggio: il Consiglio Federale di lunedì delibererà in merito, ma la direzione sembra essere quella di giocare almeno i playoff e i playout.
Situazione, questa, che non è piaciuta al Fano, con il presidente Claudio Gabellini che, attraverso i canali ufficiali del club, è così intervenuto in merito: "Con undici partite ancora da giocare e con la quali avremmo potuto giocarci la salvezza diretta, ci vediamo costretti a subire una sorta di ricatto che impone le regole: o giochi i playout o retrocessione diretta. Accantonati tutti i problemi, anche quelli più importanti e delicati come la difficoltà oggettiva nell’applicazione dei protocolli sanitari per la ripresa degli allenamenti, più volte sottolineata non solo da noi Presidenti, dagli addetti lavori e dai medici sociali, ma anche dal prof. Castellacci che ha definito in termini chiari e assoluti l’impraticabilità di tutte le prescrizioni in esso contenute che comporterebbero un esborso di ben 150.000,00 €. Una cifra abnorme per chi, come noi dell’Alma, dovremmo giocare due o addirittura una sola partita, una “soluzione finale” inaccettabile ma che non ci lascia scampo! Mi meraviglia molto che il Presidente della FIGC Gravina, che è stato alla guida della Serie C – lo stesso che ha voluto la C a 60 squadre – e che conosce benissimo in quali condizioni economiche versiamo un po’ tutti, tra gli introiti miseri dei diritti televisivi, delle sponsorizzazioni sempre più stringate e degli incassi dei botteghini che non riescono nemmeno più a coprire le spese per la “sicurezza”, abbia poi avallato questa scelta.
La mia opinione è stata sempre chiara, in particolare sull’impossibilità nel poter continuare il campionato per causa di forza “straordinariamente maggiore” e in linea con quanto indicato dall’Assemblea di Lega Pro. Questa decisione ritengo sia una violazione del nostro diritto principale a effettuare un torneo completo oppure di trovare insieme, ragionevolmente, una situazione conclusiva che salvaguardi gli interessi di tutti i partecipanti. Il Covid19 è stato qualcosa di inaspettato, un’impossibilità sopravvenuta non imputabile a nessuno, ma, come al solito, a Roma dettano delle regole assurde – tra le quali il veto ai ricorsi alla FIGC ed al CONI – , come dire, hanno preparato e servito la polpetta avvelenata. E’ arrivato il momento di dire basta! Non si può cedere a queste imposizioni! Questo non è calcio, ma solo il terreno di scontro tra poteri forti che vogliono prevalere l’uno sull’altro. E questa è la sportività del sistema?”.
Situazione, questa, che non è piaciuta al Fano, con il presidente Claudio Gabellini che, attraverso i canali ufficiali del club, è così intervenuto in merito: "Con undici partite ancora da giocare e con la quali avremmo potuto giocarci la salvezza diretta, ci vediamo costretti a subire una sorta di ricatto che impone le regole: o giochi i playout o retrocessione diretta. Accantonati tutti i problemi, anche quelli più importanti e delicati come la difficoltà oggettiva nell’applicazione dei protocolli sanitari per la ripresa degli allenamenti, più volte sottolineata non solo da noi Presidenti, dagli addetti lavori e dai medici sociali, ma anche dal prof. Castellacci che ha definito in termini chiari e assoluti l’impraticabilità di tutte le prescrizioni in esso contenute che comporterebbero un esborso di ben 150.000,00 €. Una cifra abnorme per chi, come noi dell’Alma, dovremmo giocare due o addirittura una sola partita, una “soluzione finale” inaccettabile ma che non ci lascia scampo! Mi meraviglia molto che il Presidente della FIGC Gravina, che è stato alla guida della Serie C – lo stesso che ha voluto la C a 60 squadre – e che conosce benissimo in quali condizioni economiche versiamo un po’ tutti, tra gli introiti miseri dei diritti televisivi, delle sponsorizzazioni sempre più stringate e degli incassi dei botteghini che non riescono nemmeno più a coprire le spese per la “sicurezza”, abbia poi avallato questa scelta.
La mia opinione è stata sempre chiara, in particolare sull’impossibilità nel poter continuare il campionato per causa di forza “straordinariamente maggiore” e in linea con quanto indicato dall’Assemblea di Lega Pro. Questa decisione ritengo sia una violazione del nostro diritto principale a effettuare un torneo completo oppure di trovare insieme, ragionevolmente, una situazione conclusiva che salvaguardi gli interessi di tutti i partecipanti. Il Covid19 è stato qualcosa di inaspettato, un’impossibilità sopravvenuta non imputabile a nessuno, ma, come al solito, a Roma dettano delle regole assurde – tra le quali il veto ai ricorsi alla FIGC ed al CONI – , come dire, hanno preparato e servito la polpetta avvelenata. E’ arrivato il momento di dire basta! Non si può cedere a queste imposizioni! Questo non è calcio, ma solo il terreno di scontro tra poteri forti che vogliono prevalere l’uno sull’altro. E questa è la sportività del sistema?”.
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