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ESCLUSIVA TMW - Il Milan, l'infortunio, la parola di Dio. Jackson Martinez si racconta: "Non mi ritiro"TUTTO mercato WEB
martedì 27 ottobre 2020, 11:00Serie A
di Giacomo Iacobellis
esclusiva

Il Milan, l'infortunio, la parola di Dio. Jackson Martinez si racconta: "Non mi ritiro"

Da goleador a cantante rap cristiano. Dalla maglia del Milan sfiorata a suon di reti alla vocazione arrivata dall'alto dei cieli. Dai microfoni delle tv per le interviste post-partita a quelli per cantare in pubblico la parola di Dio. Jackson Martinez, pochi giorni fa, ha lanciato il suo nuovo singolo "Escucha" dedicandosi anima e corpo alla sua seconda grande passione: la musica. Tormentato dal solito grave problema alla caviglia anche durante le sue ultime due stagioni in Portogallo, tra le fila del Portimonense, l'attaccante colombiano a 34 anni non pensa però al ritiro dal calcio giocato e, in esclusiva ai nostri microfoni, si dice invece pronto a tornare presto sul rettangolo verde. Non prima, comunque, di aver divulgato il suo credo in Colombia e nel mondo.

"Faccio musica per Dio. I miei testi sono pensati proprio per ringraziarlo e glorificarlo", esordisce El Cha-Cha-Cha a TuttoMercatoWeb.com.

Dopo l'album "No Temeré" del 2018, pochi giorni fa è arrivato il lancio ufficiale del suo nuovo singolo religioso: "Escucha".
"Esatto, la mia ultima canzone si chiama 'Escucha', ossia ascolta, proprio perché voglio invitare la gente ad ascoltare la parola di Dio. Il messaggio che intendo mandare, e che questa pandemia sta mandando a tutti noi, è che non valorizziamo abbastanza gli aspetti semplici e genuini della vita. Col Coronavirus ci siamo accorti all'improvviso che sono indispensabili molte meno cose di quelle che pensavamo ci servissero solo fino a un anno fa".

I contagi sono di nuovo in aumento: cosa possiamo fare, secondo lei, per riuscire ad affrontare quest'emergenza?
"Questo momento ci sta ricordando la realtà della morte: tutti ci arriveremo un giorno, sappiamo bene che il nostro tempo sulla terra non è illimitato e la situazione attuale ci deve far vedere meglio le cose. Dobbiamo sfruttare la nostra vita nel modo più saggio possibile. Vi dirò di più: penso che la pandemia sia un messaggio di Dio all'umanità affinché si possa riflettere con maggiore attenzione su di lui, sul suo verbo e i suoi insegnamenti. Ricordiamoci che Dio è eterno nelle cose passeggere".

Dal canto passiamo al calcio: è vero che sta pensando di appendere gli scarpini al chiodo?
"Nient'affatto, ho intenzione di continuare a giocare. Ovviamente in questo momento non ci sto pensando più di tanto, perché sto recuperando dall'infortunio. Ogni giorno che passa però mi sento meglio, fisicamente e mentalmente. Ora sono svincolato, vediamo cosa succede da qui a fine anno... Entro il 2021 prenderò sicuramente una decisione definitiva sul prosieguo della mia carriera da calciatore".

E pensare che nel 2015 veniva dato a un passo dal Milan... A proposito, a posteriori ci può dire quanto è stato effettivamente vicino ai rossoneri?
"Ve lo posso confermare: nell'estate 2015 sono stato molto, molto vicino al Milan e al trasferimento in Serie A. Venivo da tre stagioni ad alti livelli nel Porto, con cui avevo segnato quasi 100 gol, vinto tre titoli come capocannoniere della Primeira Liga e conquistato insieme ai miei compagni un campionato e due Supercoppe di Portogallo... Alla fine, anziché i rossoneri, l'ha spuntata però l'Atletico Madrid".


Appena sei mesi ne LaLiga, poi l'avventura di tre anni in Cina, cinque titoli e tanti gol col Guangzhou, ma anche il grave infortunio alla caviglia.
"Il passato è il passato, in questo momento penso alla mia musica e a far conoscere a tutti la parola di Dio. Ho vissuto un periodo duro per la mia carriera e per la mia vita e, proprio in quella fase, mi sono dedicato alla scrittura di ciò che sentivo dentro di me. Oggi non mi pento di niente e guardo avanti".

In Serie A, intanto, il suo "erede" Duvan Zapata è ormai diventato una certezza...
"Tutti i talenti colombiani che giocano in Serie A stanno portando in alto la bandiera del nostro Paese. Penso a Cuadrado, Muriel, i due Zapata, Ospina e ancora... Le loro grandi gesta con Juventus, Atalanta, Milan, Napoli e Genoa aiutano il movimento del nostro calcio ad avere sempre più attenzione e rispetto. Sono, siamo tutti felici per loro, anche in ottica Nazionale ovviamente".