Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / benevento / Serie C
Potenza, Di Bari: "Girone tosto, 3-4 squadre sopra di noi, ma ci siamo e puntiamo i play off"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 19:19Serie C
di Tommaso Maschio

Potenza, Di Bari: "Girone tosto, 3-4 squadre sopra di noi, ma ci siamo e puntiamo i play off"

Ascolta il podcast
tmwradio /
00:00
/
00:00
Il neo direttore sportivo del Potenza Giuseppe Di Bari è intervenuto quest’oggi nel corso della trasmissione A Tutta C in onda su TMW Radio e Il 61 per parlare della sua nuova avventura in Serie C: “Innanzitutto, sono contento e onorato di essere arrivato in una piazza, e soprattutto in una società importante. La famiglia Macchia, al comando, mi ha fatto una grandissima impressione, sono persone serie. Il Potenza rappresenta una bella realtà; l'anno scorso ha fatto un bel campionato e da quando loro sono subentrati la squadra è sempre andata in crescendo. Capita che in qualche campionato si cambi un allenatore in più, ma negli ultimi anni si è vista una chiara volontà di costruire qualcosa di interessante. Entrare a campionato in corso, sostituendo un collega, non è mai facile, è successo anche a me in passato. Tuttavia, bisogna capire cosa c'è da fare. L'allenatore mi piace, è interessante e la squadra fa buon calcio. Ovviamente, manca qualcosa a livello di numeri, soprattutto in termini di gol. L'anno scorso, con Caturano e altri giocatori come Petrungaro o Schimmenti, la produzione era diversa. Quest'anno, se guardiamo la casella dei gol, non ci sono gli stessi numeri, nonostante 17 reti realizzate da centrocampisti, difensori e qualche attaccante. Niente di così determinante. Il mio lavoro, da questo punto di vista, sarà trasmettere un po' di esperienza, essere di supporto all'allenatore e mettere a disposizione le mie competenze, sia a livello mentale che tecnico-costruttivo. Sempre senza mai scavalcare, ma cercando di essere una risorsa in più. Per certificare la sua enorme esperienza, corregga se sbaglio: con lei ha lavorato un certo Roberto De Zerbi, ai tempi del Foggia. Questo signore ha avuto fiuto con gli allenatori, un po' come Pietro Lo Monaco al Catania quando lanciava Simeone e Montella. Lei ha questo "fiuto", diciamocelo spudoratamente “Cerco sempre di investire su elementi giovani che abbiano dentro quella fame e quella voglia di dimostrare. Devono avere un "qualcosa", devono saper trasmettere. È quello che è successo all'epoca con Roberto, e poi ho cercato di dare continuità con altri tecnici propositivi, come Sottil. La sinergia tra allenatore e direttore sportivo è fondamentale, è al primo posto. È il segreto di tutto”. Parliamo del girone. È un girone complicatissimo, dove è difficile individuare realtà fragili e prevedere chi vincerà o retrocederà. Qual è la sua valutazione? “È un girone sicuramente tosto. Quest'anno ci sono più di qualche squadra importante che si gioca qualcosa di rilevante. Quando dicono che il Potenza può essere una felice sorpresa, è ovvio, ma prima ci sono 3-4 squadre sopra di noi. Poi c'è il Potenza. Tutti dicono che siamo in difficoltà, ma non è vero: abbiamo conservato 8 undicesimi della squadra dell'anno scorso. Poi ci sono squadre che possono essere felici sorprese, come il Monopoli da qualche anno, la Casertana, che è stata allestita bene, o il Casarano, che vive dell'entusiasmo della promozione. E non dimentichiamo il Crotone, la mia ex squadra: è stata costruita non per vincere, ma per dar fastidio. Hanno abbassato il budget, ma possono essere pericolose per chiunque, non a caso hanno preso un punto a Salerno. Il Potenza deve cercare di fare il meglio possibile, dar fastidio e provare ad arrivare in quella zona. Il mio obiettivo è cercare di giocarcela per i playoff, ma oggi non devo mettere grosse responsabilità nella testa dei ragazzi. Il mio compito, insieme all'allenatore, è liberarli mentalmente, dar loro fiducia e vivere partita per partita. Poi, a metà gennaio, in base al nostro percorso, valuteremo se fare qualche aggiustamento, sempre con grande umiltà. È una squadra con delle basi, propositiva, che si allinea al mio pensiero. Lavoriamo su questo”. Questa la chiamerei più Serie C1 che Serie C, per la qualità dei dirigenti. La prossima settimana incontrerà il nostro amico Daniele Faggiano a Salerno. C'è un parterre di dirigenti e proprietà di altissimo livello in questo campionato “Guardando l'aspetto manageriale, ci sono Marcello Carli, bravissimo, ex Empoli, Chiriello. C'è un'altissima qualità a livello manageriale e di proprietà. Filograna del Casarano, per esempio, è un imprenditore quotatissimo a livello mondiale. È un campionato che sta crescendo in maniera importante. Grazie anche alla televisione, si è tolto quell'abito di campionato fatto solo di lacrime e sangue. C'è qualità, c'è pubblico, e ci sono direttori, calciatori e allenatori di valore. A Coverciano presto faremo un'iniziativa legata agli allenatori della Serie C: è diventato un grande laboratorio per il calcio italiano”. Prima di salutarci, una domanda trasversale: sulle seconde squadre. È un tema divisivo, soprattutto tra i tifosi. Ci può dare una sua valutazione sia da dirigente di club che da uomo di calcio? “Allora, il mio pensiero, ragionando da direttore di una grande squadra, è che le seconde squadre siano fondamentali per la crescita dei ragazzi. Avendo lavorato in Portogallo, lì il percorso è chiaro: primavera, under-23, e poi prima squadra. Per me, è un motivo di crescita e di sviluppo delle tecniche di calcio. Farle giocare in Serie C è una cosa positiva. Guardandola, invece, da direttore sportivo di una squadra di Serie C, è ovvio che queste squadre possono dar fastidio perché non hanno obiettivi di classifica. Giocano in maniera più rilassata, concentrandosi solo sulla crescita dei ragazzi, e questo in qualche modo può falsare il risultato finale e creare qualche problema. Tuttavia, in un'ottica equilibrata di crescita generale del movimento, dico che va bene così. Dobbiamo far crescere il nostro campionato. Portano ricchezza e sono una grande vetrina che valorizza i giocatori, generando anche introiti importanti. Se c'è una tassa d'accesso legittima, sono assolutamente a favore. L'aspetto più importante, forse, è mettere un limite al loro numero”.