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TMW RADIO - Tavecchio: "A Milano, Roma e Napoli devono iniziare a copiare la Juventus"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 3 settembre 2020, 19:28Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Tavecchio: "A Milano, Roma e Napoli devono iniziare a copiare la Juventus"

Carlo Tavecchio intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex presidente federale Carlo Tavecchio è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "La Nazionale è il motore del paese sotto l'aspetto dell'immagine, della comunicazione e sportivo. Tanto che ho ritenuto la mancata qualificazione ai Mondiali un problema talmente importante da farmi prendere alcune decisioni...".

Con un anno in più la squadra può lottare per l'Europeo?
"Non è un traguardo facile, teniamo presente che ho fatto sforzi politici enormi per avere le partite inaugurali, senza il rapporto con Ceferin non sarebbe mai successo. Sarà a Roma, e sulle ali di questo entusiasmo spero che i giovani rispondano alle aspettative. Non sarà semplice, visto che incontreremo l'Olanda".

C'è chi vede la Nations League come un problema...
"Sono tutte cose legate agli accordi economici: la UEFA ha bisogno di fare gli Europei, per esempio. Penso che invece sia interessanti vedere i riscontri di questa nuova nidiata di giovani in campo".

Le è piaciuta la final eight secca delle coppe europee?
"Non c'era altra possibilità, e l'Inter ha potuto pure provare a vincerla. Queste iniziative hanno dato comunque risultati agli spettatori, tenuti davanti alla tv per tanto tempo".

Se l'aspettava la ricucitura Conte-Inter?
"L'avevo detto che non si poteva rescindere un accordo da 12 milioni netti, a volte i contratti valgono più di ogni sentimentalismo".

In Supercoppa UEFA si proveranno a far rientrare i tifosi.
"Altri paesi sono più esposti al rischio di noi, e se sciogliamo le redini almeno un 20% della capienza la potremmo riempire negli stadi. Se si va in metropolitana a Milano, scusate, ma altro che stadio... Purtroppo in questo paese le responsabilità se le prendono in pochi, hanno tutti paura della situazione".


Che risvolti economici si rischiano nel calcio, specie quello minore?
"Già con i diritti tv hanno fatto una buona operazione, se riescono a firmare questo contratto decennale a 1,5 miliardi non è di poco conto. Scatterà la mutualità per la B e la C, che avranno 80 e 30 milioni, coi dilettanti che ne avranno 13-14. Rimane comunque il fatto che il calcio dilettantistico sia sostenuto solo dal volontariato e dai cittadini che pagano per vedersi le partite la domenica, con lo Stato completamente assente. Abbiamo riempito l'Italia di monopattini ma nessuno aiuta le 15mila associazioni che hanno difficoltà nei pagamenti. Anzi, ci sono Comuni che hanno chiesto l'affitto del campo... Vorrei portare alla luce questa cosa in maniera evidente, ma questo paese ha in mente solo Ronaldo e il resto conta poco".

La C.A.N. è stata riunificata dopo anni. Che ne pensa?
"Interessante, considerando che sia in A che in B ora gli arbitri sono aiutati dal VAR, un ausilio notevole. Ripenso agli sforzi che ho fatto io per portarlo in Italia...".

La UEFA ha studiato un piano B in causa di nuova interruzione delle partite?
"Sono sempre playoff e playout, non si va oltre. Avranno alternative che dipendono però esclusivamente da accordi societari, una final eight del genere non è una roba facile".

L'Atalanta è un esempio virtuoso nel calcio italiano?
"Altroché. Non solo è una società parsimoniosa e investe il proprio patrimonio nella costruzione dello stadio. Nonostante le tante cessioni riescono a mantenere alto il livello della squadra".

Che pensa delle tre promosse dalla B?
"Intanto c'è la base del pubblico sempre, poi anche imprenditori che investono nel proprio. Sono lusingato di vedere una squadra come il Crotone che arriva in Serie A con mezzi inferiori a tantissime altre realtà. A Benevento e La Spezia c'è gente che mette i soldi".

Serve un campionato più competitivo?
"La mia filosofia si basa sempre sull'organizzazione: alla Juve c'è, oltre a una gerarchia chiara, in cui si sa con chi si deve parlare. Hanno l'accesso ai calciatori più importanti, e superare questo gap non è facile. Se a Napoli, Milano e Roma iniziano a copiare questo modo di organizzarsi si possono trovare alternative: sono vicine ma il gap è da colmare".