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Juventus, la strana matematica di Thiago Motta: 23 punti non si possono fare
Thiago Motta scherza oppure ha sbagliato a leggere? La domanda è più che lecita perché nella conferenza stampa odierna il tecnico della Juventus ha spiegato quanti punti "dovrebbero" bastare per passare il turno nella nuova Champions. "Hanno fatto uno studio e da come ho capito dovrebbero servire 23 punti per la qualificazione diretta. Ma è uno studio che non so come è stato fatto e non mi preoccupa per nulla. Noi dobbiamo pensare a ciò che possiamo controllare e andare avanti senza fare conti. Guarderemo a questa competizione partita dopo partita".
Ora, la matematica non è poi così un'opinione, ma 23 punti in otto partite non si possono fare. O ventidue, con sette vittorie e un pareggio, oppure ventiquattro, con otto vittorie. In un format come questo è invece probabile che qualche partita la perdi, perché affronti anche delle parigrado, in via teorica. Altrimenti appena sotto ma, in generale, non tutte quelle che passano il turno faranno otto vittorie su otto.
Quindi no, 23 punti non è una risposta ammissibile. Magari l'idea era dirne che se ne fai 24 sei sicuramente agli ottavi di finale senza passare dalle forche caudine dei playoff di quelle che si classificano dal nono al venticinquesimo posto. Avrebbe senso, certo. Ma è più un leggere qualcosa fra le righe, un messaggio "sibillino" come quello del centrocampo a sette di qualche anno fa.
Ora, la matematica non è poi così un'opinione, ma 23 punti in otto partite non si possono fare. O ventidue, con sette vittorie e un pareggio, oppure ventiquattro, con otto vittorie. In un format come questo è invece probabile che qualche partita la perdi, perché affronti anche delle parigrado, in via teorica. Altrimenti appena sotto ma, in generale, non tutte quelle che passano il turno faranno otto vittorie su otto.
Quindi no, 23 punti non è una risposta ammissibile. Magari l'idea era dirne che se ne fai 24 sei sicuramente agli ottavi di finale senza passare dalle forche caudine dei playoff di quelle che si classificano dal nono al venticinquesimo posto. Avrebbe senso, certo. Ma è più un leggere qualcosa fra le righe, un messaggio "sibillino" come quello del centrocampo a sette di qualche anno fa.
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