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Cesari sull'Italdonne: "A Brescia non abbiamo lavorato così male"
Bergamaschi, Bottin, Bonansea, Cernoia, Fusetti, Gama, Giacinti, Girelli, Giugliano, Linari, Marchitelli, Rosucci, Sabatino, Serturini, Tarenzi e la ct Bertolini. C’è tanto Brescia in questa Nazionale azzurra che sta ben figurando ai Mondiali e ha già messo al sicuro la qualificazione agli ottavi. Intervistato da Tuttosport il presidente di quella società, che non è più in Serie A, Giuseppe Cesari parla così del lavoro svolto negli anni scorsi: “Vuol dire che a Brescia non abbiamo lavorato così male. - scherza, ma non troppo Cesari - Nonostante non fossimo professionisti abbiamo portato il professionismo nel calcio femminile con cinque allenamenti a settimana. Quando presi Bonansea mi disse che sarebbe venuta solo due volte perché lavorava a Torino al tempo. Io le dissi di no, che le avremmo dato un appartamento per farla allenare regolarmente. Certo alcune, come Elisa Zizioli, ha dovuto smettere perché all’epoca lasciare un posto di lavoro per il calcio era assurdo”.
Il Mondiale lo sta vivendo da vicino, messaggiando con alcune ragazze e caricandolo dicendo che sono lì per vincere: “Questa Italia mi piace, si aiutano l’un l’altra, se una sbaglia l’altra tampona basti vedere come difendono Bonansea, Girelli o Sabatino. Lo facevano già a Brescia ed è bello vedere che abbiamo lasciato qualcosa”.
Poi un retroscena sul rapporto fra Bertolini e Girelli che al primo anno a Brescia fu di guerra continua perché la seconda prendeva iniziative personali e la prima la sgridava per questo. Ma ora “sono cresciute e si completano a vicenda”.
Infine il presente della squadra, ripartita dall’Eccellenza dopo aver ceduto il titolo sportivo di A al Milan: “Allora facevo battaglie in solitaria e mi davano dello stupito, ma con Michele Uva ho portato le donne sotto la FIGC e combattuto perché avessero maggiore visibilità. Spiace non esserci più con la mia squadra, ma è giusto vedere club che hanno soldi e possono far crescere i settori giovanili in Serie A”.
Il Mondiale lo sta vivendo da vicino, messaggiando con alcune ragazze e caricandolo dicendo che sono lì per vincere: “Questa Italia mi piace, si aiutano l’un l’altra, se una sbaglia l’altra tampona basti vedere come difendono Bonansea, Girelli o Sabatino. Lo facevano già a Brescia ed è bello vedere che abbiamo lasciato qualcosa”.
Poi un retroscena sul rapporto fra Bertolini e Girelli che al primo anno a Brescia fu di guerra continua perché la seconda prendeva iniziative personali e la prima la sgridava per questo. Ma ora “sono cresciute e si completano a vicenda”.
Infine il presente della squadra, ripartita dall’Eccellenza dopo aver ceduto il titolo sportivo di A al Milan: “Allora facevo battaglie in solitaria e mi davano dello stupito, ma con Michele Uva ho portato le donne sotto la FIGC e combattuto perché avessero maggiore visibilità. Spiace non esserci più con la mia squadra, ma è giusto vedere club che hanno soldi e possono far crescere i settori giovanili in Serie A”.
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