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Italia, Mancini: "Juve avanti, poi Napoli e Inter. Balotelli? Dipende da lui"
Tanti i temi toccati da Roberto Mancini nella sua intervista a La Gazzetta dello Sport. Dall'Italia al campionato italiano e non solo, il commissario tecnico della Nazionale s'è così espresso: "La Juve in assoluto è la più forte, non dimentichiamo che vince da otto anni e si è pure rinforzata: anche l’Inter, ma la Juve non è stata ferma. E come vice Juve vedo pericoloso il Napoli: ha gli stessi giocatori che ormai giocano insieme da anni, mentre l’Inter ne ha già cambiati 4-5 e perde giocatori importanti come Icardi e Perisic".
Su Balotelli: "Il paradosso è che a 29 anni, e per il secondo anno di fila, a meno di dieci giorni dall’inizio del campionato non avesse ancora la certezza assoluta di una squadra. Non ha fatto una preparazione, non si è allenato regolarmente: deve riflettere, non è normale. Se sarà una buona soluzione non dipenderà dal Brescia, ma da lui: magari giocando più vicino a casa si sentirà più tranquillo, ma non basterà. Io gli voglio bene, ma per lui non posso fare più niente".
Sulla Juve di Sarri: "Quando si cambia, qualche minimo rischio subito c’è. Però se le cose vanno bene già in partenza, può diventare un vantaggio. L’abbondanza a volte pare un problema, di sicuro per la lista Champions, ma se ne hai tanti bravi e sei bravo a gestirli, è una spinta in più, non un freno".
Su De Rossi: "Daniele aveva ancora voglia di giocare e la chance Boca, squadra con una storia incredibile, per lui può essere una grande esperienza. Lui è giovane, io anche: c’è tempo per lavorare insieme»".
Sulla prossima gara all'Olimpico: "Speriamo sia la partita del pass per l’Europeo: sogno un Olimpico pieno di tifosi della Nazionale com’era ai tempi di Italia ‘90, quando c’era la gioia di avere la Nazionale a Roma. Dove fra l’altro, se ci qualificheremo, si giocherà anche la partita inaugurale".
Su Balotelli: "Il paradosso è che a 29 anni, e per il secondo anno di fila, a meno di dieci giorni dall’inizio del campionato non avesse ancora la certezza assoluta di una squadra. Non ha fatto una preparazione, non si è allenato regolarmente: deve riflettere, non è normale. Se sarà una buona soluzione non dipenderà dal Brescia, ma da lui: magari giocando più vicino a casa si sentirà più tranquillo, ma non basterà. Io gli voglio bene, ma per lui non posso fare più niente".
Sulla Juve di Sarri: "Quando si cambia, qualche minimo rischio subito c’è. Però se le cose vanno bene già in partenza, può diventare un vantaggio. L’abbondanza a volte pare un problema, di sicuro per la lista Champions, ma se ne hai tanti bravi e sei bravo a gestirli, è una spinta in più, non un freno".
Su De Rossi: "Daniele aveva ancora voglia di giocare e la chance Boca, squadra con una storia incredibile, per lui può essere una grande esperienza. Lui è giovane, io anche: c’è tempo per lavorare insieme»".
Sulla prossima gara all'Olimpico: "Speriamo sia la partita del pass per l’Europeo: sogno un Olimpico pieno di tifosi della Nazionale com’era ai tempi di Italia ‘90, quando c’era la gioia di avere la Nazionale a Roma. Dove fra l’altro, se ci qualificheremo, si giocherà anche la partita inaugurale".
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