TUTTO mercato WEB
Le dieci promesse mancate del calcio italiano del decennio
E' una lista e non una classifica. E riguarda un intero decennio, sicché perdere ipotesi, talenti, come alcuni di questi han fatto, è certamente possibile. Però le premesse e le promesse per questi dieci non sono state mantenute. Mario Balotelli ne è l'icona ma come dimenticare le gesta di Hachim Mastour, Lorenzo Tassi che doveva essere Baggio, il futuro e poi non tale novello Buffon, Simone Scuffet. Questa è una lista di dieci promesse mancate dell'ultimo decennio su Tuttomercatoweb.com:
Mario Balotelli E' l'icona di quel che l'Italia avrebbe potuto e voluto essere e che non è stata. Talento al vento, sconfinato, ma mai espresso del tutto. Sprecato, in parte, a volte quasi per la sua totalità. A ventinove anni le previsioni per lui erano quelle di leader dell'attacco delle più grandi squadre del globo. E', tra alti e bassi, il riferimento avanzato di una neopromossa del campionato italiano.
Simone Scuffet Sliding doors: disse no all'Atletico Madrid privilegiando gli studi, casa. Scelta nobile ma boomerang per la carriera di Scuffet. Il prestito in B al Como è stata la fotografia della pressione che lo ha schiacciato, all'Udinese non si è mai imposto ed è ora in cadetteria.
Hachim Mastour Giocoliere del settore giovanile del Milan, quando era ancora nella cantera finì addirittura a lungo nelle prime pagine dei quotidiani. Innamorati di un sogno, mai avveratosi, ha girellato in Europa senza fortune. E' alla Reggina da ottobre, senza presenze.
Fernando Forestieri Il soprannome, Topa, non passa inosservato. Il talento altrettanto, la carriera però non ha rispettato le aspettative. Al centro di un caso razzismo in Inghilterra, il furetto del settore giovanile del Genoa ha messo le tende in Championship ed è da tempo allo Sheffield Wednesday.
Federico Macheda L'idolo di Sir Alex Ferguson, un gol per prendersi le prime pagine dei tabloid. Dal Manchester United, però, da quelle notti, la sua salita s'è arrestata. Sbagliata la scelta della Sampdoria che lo ha bruciato in Serie A, prova ora a rilanciarsi in Grecia al Panathinaikos.
Lorenzo Tassi Tassi doveva essere il nuovo Roberto Baggio. Un paragone che, dice lui, "non ha mai pesato", ma che di fatto lo ha segnato. Dal Brescia all'Inter, tante giovanili, poi di nuovo le Rondinelle e da lì una carriera di prestiti in Serie C. Adesso gioca all'Arezzo.
Robert Acquafresca Dopo le tante chiacchiere, premesse e promesse dal settore giovanile del Torino e poi all'Inter, è stato il decennio dell'attesa di Robert Acquafresca. Aspettando Godot, adesso la punta che poteva pure andare a giocare nella Polonia prima dell'era Robert Lewandowski, è svincolata.
Silvano Raggio Garibaldi Nei videogiochi era il degno erede dei migliori centrocampisti italiani. Così non è stato: l'inizio col Genoa è stato scintillante, ha provato a esplodere nella vicina Chiavari ma è finito poi anche a giocare in D. Gioca ora al Como.
Michelangelo Albertazzi I presupposti erano quelli di uno dei migliori centrali del calcio nostrano. Una parabola che, per difensore poi diventato terzino di Bologna, non è stata irreprensibile. Ha lasciato buon ricordo a Verona ma le premesse erano quelle di un leader azzurro.
Mattia Destro Dopo cinque anni, il Bologna cerca di piazzarlo. Doveva e poteva. Non è stato. Non ha retto la pressione delle grandi piazze, Inter e Roma prima e dopo. Con gli emiliani ha fatto bene, poi così così, per finir infine relegato al ruolo di ricca riserva.
Mario Balotelli E' l'icona di quel che l'Italia avrebbe potuto e voluto essere e che non è stata. Talento al vento, sconfinato, ma mai espresso del tutto. Sprecato, in parte, a volte quasi per la sua totalità. A ventinove anni le previsioni per lui erano quelle di leader dell'attacco delle più grandi squadre del globo. E', tra alti e bassi, il riferimento avanzato di una neopromossa del campionato italiano.
Simone Scuffet Sliding doors: disse no all'Atletico Madrid privilegiando gli studi, casa. Scelta nobile ma boomerang per la carriera di Scuffet. Il prestito in B al Como è stata la fotografia della pressione che lo ha schiacciato, all'Udinese non si è mai imposto ed è ora in cadetteria.
Hachim Mastour Giocoliere del settore giovanile del Milan, quando era ancora nella cantera finì addirittura a lungo nelle prime pagine dei quotidiani. Innamorati di un sogno, mai avveratosi, ha girellato in Europa senza fortune. E' alla Reggina da ottobre, senza presenze.
Fernando Forestieri Il soprannome, Topa, non passa inosservato. Il talento altrettanto, la carriera però non ha rispettato le aspettative. Al centro di un caso razzismo in Inghilterra, il furetto del settore giovanile del Genoa ha messo le tende in Championship ed è da tempo allo Sheffield Wednesday.
Federico Macheda L'idolo di Sir Alex Ferguson, un gol per prendersi le prime pagine dei tabloid. Dal Manchester United, però, da quelle notti, la sua salita s'è arrestata. Sbagliata la scelta della Sampdoria che lo ha bruciato in Serie A, prova ora a rilanciarsi in Grecia al Panathinaikos.
Lorenzo Tassi Tassi doveva essere il nuovo Roberto Baggio. Un paragone che, dice lui, "non ha mai pesato", ma che di fatto lo ha segnato. Dal Brescia all'Inter, tante giovanili, poi di nuovo le Rondinelle e da lì una carriera di prestiti in Serie C. Adesso gioca all'Arezzo.
Robert Acquafresca Dopo le tante chiacchiere, premesse e promesse dal settore giovanile del Torino e poi all'Inter, è stato il decennio dell'attesa di Robert Acquafresca. Aspettando Godot, adesso la punta che poteva pure andare a giocare nella Polonia prima dell'era Robert Lewandowski, è svincolata.
Silvano Raggio Garibaldi Nei videogiochi era il degno erede dei migliori centrocampisti italiani. Così non è stato: l'inizio col Genoa è stato scintillante, ha provato a esplodere nella vicina Chiavari ma è finito poi anche a giocare in D. Gioca ora al Como.
Michelangelo Albertazzi I presupposti erano quelli di uno dei migliori centrali del calcio nostrano. Una parabola che, per difensore poi diventato terzino di Bologna, non è stata irreprensibile. Ha lasciato buon ricordo a Verona ma le premesse erano quelle di un leader azzurro.
Mattia Destro Dopo cinque anni, il Bologna cerca di piazzarlo. Doveva e poteva. Non è stato. Non ha retto la pressione delle grandi piazze, Inter e Roma prima e dopo. Con gli emiliani ha fatto bene, poi così così, per finir infine relegato al ruolo di ricca riserva.
Altre notizie
Ultime dai canali
milanVerso Juventus-Milan: questi i numeri in casa dei bianconeri
juventusSe Morata accetta il posto di terza-quarta punta la Juve offrirà 12 milioni
fantacalcioLe probabili formazioni della 34^ giornata al fantacalcio
juventusRivelato l’arbitro di Juventus-Milan: è un habitué della sfida
milanOrdine: "Leggevo le dichiarazioni di Bacary Sagna e mi hanno fatto riflettere tanto..."
fantacalcioLe probabili formazioni di Lazio-Verona: Zaccagni dal 1', dubbi per Baroni
fantacalcioLe probabili formazioni di Juventus -Milan: emergenza difesa per Pioli
milanTMW Radio - Brambati: "A me è stato detto in settimana che l’unica persona che ha fatto il nome di Conte è stato Ibrahimovic"
Primo piano