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tmw / bologna / Serie A
La parabola di Destro: 1° colpo di Saputo diventato il nuovo AcquafrescaTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
giovedì 2 gennaio 2020, 14:30Serie A
di Tommaso Maschio

La parabola di Destro: 1° colpo di Saputo diventato il nuovo Acquafresca

Agosto 2015, smaltita la sbornia per un ritorno in Serie A soffertissimo (con tanto di ringraziamenti alle traverse del Dall’Ara) il Bologna piazzava quello che sarebbe dovuto essere il primo grande colpo dell’era Joey Saputo, l’attaccante capace di fare la differenza e trascinare il club falsineo verso l’Europa nel corso degli anni. Quell’attaccante era Mattia Destro, classe ‘91, calciatore su cui tutti allora avrebbero puntato dopo l’ottima stagione di Siena (12 reti in 30 presenze) e poi le buone cose fatte vedere alla Roma (24 gol in 57 presenze) che avevano convinto il Milan sei mesi prima a puntarci senza fortuna (tre gol in 15 presenze).

Destro arrivava a Bologna sulle ali dell’entusiasmo, un entusiasmo che prima di allora si era visto raramente sotto le due torri – né per Beppe Signori né per Marco Di Vaio c’era stata un’accoglienza simile – con tanto di folla oceanica radunatasi in stazione per l’arrivo del calciatore. Immagini che sono ormai ricordi sbiaditi nonostante nella piazza emiliana e fra i suoi tifosi ci sia ancora ci darebbe fiducia al numero 22. L’avventura di Destro invece si sta per chiudere col magro bottino di 29 reti in 112 presenze, uno score molto lontano dalle aspettative e che non ha certo ripagato l’investimento importante compiuto dalla società quattro anni e mezzo fa, con una sola stagione da doppia cifra (11 reti nel 2016/17).


Eppure tutti coloro che si sono seduti sulla panchina del Bologna in questi anni ci hanno puntato, creduto prima di arrendersi all’evidenza: troppi infortuni, alcuni davvero assurdi, e un’involuzione tecnica costante oltre che un atteggiamento troppo spesso dimesso quando mandato in campo. L’ultimo a provare di rilanciarlo è stato Sinisa Mihajlovic nell’ultimo anno. In estate infatti, memore probabilmente dei quattro gol segnati sotto la sua gestione, il tecnico serbo lo ha prima blindato, poi dato fiducia affiancandogli l’ex pugile Cantatore come mental coach per migliorare la sua attitudine in campo. Ma nulla è servito: i soliti infortuni, le prestazioni opache hanno pian piano messo ai margini Destro e neanche l’esempio dato in campo da un certo Rodrigo Palacio - instancabile nel ruolo di centravanti che si muove per tutto il fronte d’attacco ed è il primo a rincorrere gli avversari – è servito per dare la scossa a un’avventura che probabilmente si chiede troppo tardi e con tanti rimpianti da ambo le parti. L’immagine che più di tutte è il simbolo della sua avventura in rossoblù non può che essere il gol al Sassuolo nello scorso campionato: una rete pesantissima per la salvezza del Bologna con quell’esultanza che finì per procurargli l’ennesimo infortunio muscolare.

Doveva essere il nuovo Signori o Di Vaio, l’uomo capace di infiammare la piazza e portare il Bologna oltre la salvezza e invece la sua parabola bolognese appare più simile a quella di Robert Acquafresca (9 gol in 97 presenze), altro centravanti arrivato per fare grandi cose e finito per essere uno dei più grandi abbagli nella storia del Bologna.