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Claudio Nassi: "Tempo effettivo, fuorigioco e fair-play finanziario. Il calcio cambierà?"
Il Presidente della FIFA, Infantino, ha detto che siamo pronti per giocare 60' effettivi, 30' per tempo. Uscito dal calcio nel gennaio '89, volevo restituire il tanto ricevuto. Nasceva nel '90 un annuario, Tuttocalcio, che continuò, col sottoscritto, fino al 2000. Ero consapevole di dover andare piano con i correttivi da apportare, ma il tempo effettivo era fondamentale.
Andavo a toccare il potere discrezionale dell'arbitro, con interessi tali da non poter procrastinare. Domanda: qual è lo sport in cui si sa quando una gara comincia e mai quando finisce? Il calcio. Pensate che la forbice delle differenze, a fine campionato, tra chi giocava più e meno dal '90/'91 diceva: 173', 170', 189', 194', 237', 194', 169', 162' e 108'. Dal momento che lo scudetto e la retrocessione si potevano decidere al fotofinish, la regolarità era altra cosa.
A distanza di 32 anni si dice di essere pronti, dopo aver migliorato il problema del recupero con il cartello luminoso, che il 4° uomo presenta al 90', ma raramente rispettato. Indubbiamente è stato fatto un gran passo avanti, ma obtorto collo, se pretendere l'assoluta regolarità disturba. Sono sempre stato dell'avviso che l'AIA sia la componente più preparata della FIGC, l'unica a conoscere il regolamento, ma voler ad ogni costo avere in mano il mestolo lo ritengo un limite. Basta impegnarsi sempre, migliorare la preparazione ed essere buoni psicologi per avere in mano la gara.
La lunga premessa per analizzare il futuro. Il fuorigioco in tempo reale è fin troppo semplice: basta che il VAR lo comunichi all'arbitro, senza attendere la bandierina alzata dell'assistente.
Poi il fair-play finanziario. D'accordo, c'era già, ma non rispettato dai ricchi. Quindi salary cap e tassa del lusso, per un tetto globale a stipendi, commissioni per agenti e acquisti, oltre a multe progressive per lo sfondamento delle spese. Inoltre la guerra interna all'UEFA per la Superlega. Si dovrà attendere entro la fine dell'anno la sentenza della Corte di Giustizia Europea per sapere se l'UEFA è un monopolio che viola i principi di libera concorrenza. Ecco l'idea del Mondiale ogni due anni, che porterebbe voti alla rielezione di Infantino alla Presidenza. In un calendario ingolfato si creerebbero ulteriori problemi, ma al Congresso di fine marzo pare che i no contino 65 voti e i sì 140.
Eppure non si dovrebbe assistere a troppi sconvolgimenti. Basterebbe ripristinare il principio della volontarietà per assegnare un rigore e giocare una partita ogni due anni tra la vincente della Champions League e della Coppa Libertadores alla memoria di Artemio Franchi, senza mai dimenticare, se si vuole migliorare il calcio, una frase di Zeljko Obradovic: "Non c'è tattica più importante della tecnica". Perché alla fine, come al solito, bisognerebbe capire. Il resto è aria fritta.
Andavo a toccare il potere discrezionale dell'arbitro, con interessi tali da non poter procrastinare. Domanda: qual è lo sport in cui si sa quando una gara comincia e mai quando finisce? Il calcio. Pensate che la forbice delle differenze, a fine campionato, tra chi giocava più e meno dal '90/'91 diceva: 173', 170', 189', 194', 237', 194', 169', 162' e 108'. Dal momento che lo scudetto e la retrocessione si potevano decidere al fotofinish, la regolarità era altra cosa.
A distanza di 32 anni si dice di essere pronti, dopo aver migliorato il problema del recupero con il cartello luminoso, che il 4° uomo presenta al 90', ma raramente rispettato. Indubbiamente è stato fatto un gran passo avanti, ma obtorto collo, se pretendere l'assoluta regolarità disturba. Sono sempre stato dell'avviso che l'AIA sia la componente più preparata della FIGC, l'unica a conoscere il regolamento, ma voler ad ogni costo avere in mano il mestolo lo ritengo un limite. Basta impegnarsi sempre, migliorare la preparazione ed essere buoni psicologi per avere in mano la gara.
La lunga premessa per analizzare il futuro. Il fuorigioco in tempo reale è fin troppo semplice: basta che il VAR lo comunichi all'arbitro, senza attendere la bandierina alzata dell'assistente.
Poi il fair-play finanziario. D'accordo, c'era già, ma non rispettato dai ricchi. Quindi salary cap e tassa del lusso, per un tetto globale a stipendi, commissioni per agenti e acquisti, oltre a multe progressive per lo sfondamento delle spese. Inoltre la guerra interna all'UEFA per la Superlega. Si dovrà attendere entro la fine dell'anno la sentenza della Corte di Giustizia Europea per sapere se l'UEFA è un monopolio che viola i principi di libera concorrenza. Ecco l'idea del Mondiale ogni due anni, che porterebbe voti alla rielezione di Infantino alla Presidenza. In un calendario ingolfato si creerebbero ulteriori problemi, ma al Congresso di fine marzo pare che i no contino 65 voti e i sì 140.
Eppure non si dovrebbe assistere a troppi sconvolgimenti. Basterebbe ripristinare il principio della volontarietà per assegnare un rigore e giocare una partita ogni due anni tra la vincente della Champions League e della Coppa Libertadores alla memoria di Artemio Franchi, senza mai dimenticare, se si vuole migliorare il calcio, una frase di Zeljko Obradovic: "Non c'è tattica più importante della tecnica". Perché alla fine, come al solito, bisognerebbe capire. Il resto è aria fritta.
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