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TMW RADIO - Castellazzi: "Troppe critiche ad Handanovic. Dopo di lui uno tra Musso e Meret"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 27 gennaio 2021, 19:50Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Castellazzi: "Troppe critiche ad Handanovic. Dopo di lui uno tra Musso e Meret"

Luca Castellazzi ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex portiere Luca Castellazzi ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando nell'intervista da un'analisi su Gollini dell'Atalanta: "Se ne parla poco in ottica di grandi squadre ma forse perché l'Atalanta lo è già, e non sia più un prospetto: ottimo portiere, mi piace molto perché ha forza nelle gambe, è fisico e coraggioso ed è forse il migliore nel fondamentale dell'uscita bassa contro gli attaccanti. Un portiere di assoluto livello".

Oggi vediamo dei portieri diversi.
"Il ruolo si sta evolvendo e lo vedo sia da fuori che allenando i portieri, in tutto ciò che concerne. Ormai si richiede di essere più attivi, di essere un giocatore di movimento che ha anche il vantaggio di usare le mani in area di rigore. Lo si mette in condizione di prendersi rischi grossissimi perché spesso e volentieri si esagera ma sta anche alla lettura individuale. Se poi para, tutto di guadagnato. Faccio una mezza battuta e dico che sta diventando un optional... Io sono per un equilibrio".

Handanovic è stato troppo criticato?
"Sì. Vero che ai livelli top il minimo gol viene analizzato alla ricerca della mancanza e si è molto esigenti, ma la sua forza è stata la continuità di rendimento negli anni. Anche lui si è evoluto molto negli anni e coi piedi è diventato molto efficace: ultimamente è stato criticato su gol sui quali era anche difficile fare qualcosa. Sai cos'è che ha creato l'alone? Che a volte non abbia provato l'intervento, ma se son palle come quella di ieri sera, sono imprendibili e un tuffo non cambia la reale sostanza. Questo non toglie niente ai suoi meriti negli anni, tanto di cappello anche come personalità".

Musso potrebbe raccogliere la sua eredità?
"Penso di sì, se cerchi uno di età media e pronto al salto, Musso è il più attrezzato. Giusto che abbia fatto il suo percorso all'Udinese, in cui è cresciuto tanto di partita in partita. Pure lui è molto potente, e se voleva promuoversi all'Inter la parata su Lautaro è stata il modo migliore! Eccezionale, perché leggi prima nelle intenzioni e spingi bene. Normale che per l'anagrafe di Handanovic l'Inter debba guardarsi intorno, se posso spendere un altro nome, che gioca però già in una grande, è Meret. Ha avuto meno certezze e continuità per l'alternanza con Ospina, e magari è più difficile arrivarci ma è un nome di chi può ambire a tornare protagonista".

Soddisfatto dalla Samp di Audero?
"Audero sta facendo una stagione importante, zittendo molti scettici. Conosco molta gente a Genova, e tanti mi chiedevano di lui: dico che le cose vanno viste su un medio raggio, lui ha avuto sulle spalle l'investimento per prenderlo dalla Juve e ci si aspettava fosse determinante ogni domenica. Inizialmente non lo era, ma anche perché nell'anno in cui è arrivato si faceva fatica: sono contento per lui, che ha superato il momento negativo. Quest'anno ricordo tante belle parate, lo vedo più consapevole dei propri mezzi, è giovane e sono felice di come ha reagito alle critiche".


Importante poter fare la gavetta nelle categorie "minori"?
"Non tutti esplodono subito, c'è chi ha bisogno di crescere nelle categorie inferiori. Anche io ho passato le varie serie, e l'ho sempre considerato un vantaggio quello di poter sperimentare il ruolo in ogni categoria".

Come va con i suoi giovani allievi?
"La mia è una scuola di calcio per tutti i ruoli in cui io curo l'area portieri. Quando fortunatamente la Lombardia è passata a zona arancione abbiamo potuto riprendere gli allenamenti, abbiamo sentito passione ed entusiasmo. Però per i giovanissimi questo periodo di distanza dalle partite sta cominciando a diventare lungo...".

Cosa potrà fare il Monza?
"C'è tantissimo entusiasmo e la proprietà sa come si fa a vincere. Nel pre-Berlusconi ci sono stati veramente tanti problemi, si stava buttando via tutto quello che di buono era stato creato negli anni precedenti. Ora ci sono Berlusconi e Galliani che sanno come investire per ottenere risultati, ed hanno le carte in regola per vincere il campionato. Vincendo a Brescia ci hanno confermato che arriveranno nei piani alti".

Ha giocato sia con Guardiola che Allegri. Su chi avrebbe puntato il suo centesimo per un futuro da allenatore?
"Al duecento per cento su Guardiola, allenava già in campo. A Brescia, con Mazzone, giocavamo per salvarci e spesso e volentieri la palla non passava dal centrocampo: lui era uno a cui piaceva invece toccarla, e ogni volta che rinviavo lungo mi guardava storto. Mentre Allegri era un insospettabile, non avrei mai detto potesse fare l'allenatore. Il giocatore era eccezionale, ma con quel carattere estroverso e sempre pronto a far ridere non si esprimeva da allenatore. Anche perché era uno contro il sistema, e ogni volta discuteva animatamente con gli allenatori: non credevo sarebbe passato di là dalla barricata. Lui, come Zenga".