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Battocchio, stella del Brest: "Isolati ma preoccupati. Quando ripartiremo?"
L'italo-argentino Cristian Battocchio è uno dei talenti del calcio nostrano che hanno cercato gloria altrove. Con alterne fortune nel corso della carriera, ora a ventotto anni è protagonista di una stagione importante al Brest, in Francia. Con Tuttomercatoweb.com racconta la sua vita e il suo campionato e, soprattutto, com'è cambiato tutto ai tempi del Coronavirus. "I miei genitori erano a Udine ma tre giorni prima che scoppiasse questo casino e sono in Argentina".
Come vive la situazione della sua Italia?
"Guardando gli eventi sociali, seguo quel che accade, anche grazie ai miei ex colleghi. Sono stato con Rugani in Nazionale, è strano sentire che sia positivo".
Il Coronavirus è una livella che colpisce tutti.
"Il fatto che colpisca tutti indiscriminatamente preoccupa. Dovevamo giocare due giorni prima, aspettavamo solo che la Francia fermasse tutto e l'ha fatto il giorno prima. Siamo riusciti a non giocare: ci aspettavamo solo di allenarci tra di noi e non si può ora per fortuna".
Come la sta vivendo?
"Ho fatto una grossa spesa prima della quarantena. Io abito un po' fuori dalla città, sono isolato qui. E' una città piccola, non ci sono stati tanti casi e la gente per adesso non lo sente così vicino. Però in giro ci sono poche persone e si comincia a capire la gravità di questa situazione".
E a livello di club?
"Credo che anche le società non riescano a gestire la situazione bene. Certo, il nostro club ci ha dato un programma individuale basico, ci teniamo in forma correndo ma è tutto fermo. Non sappiamo quando ripartiremo".
Per lei è importante avere accanto la sua compagna.
"Sicuramente. I miei sono in Argentina. Se sapessi quando ripartirà tutto, magari potrei tornare da loro. Alcuni colleghi sono rientrati in Sudamerica, io ho preferito restare a casa, in Francia".
Come stagione a livello sportivo come stava andando?
"Piuttosto bene. Abbiamo iniziato positivamente, perdendo solo due gare in casa in tutto. Siamo a +7 dai play-out, sono contento".
Però se ne era andato, prima, per andare in Israele.
"Ero a fine contratto al Brest. La proposta non era convincente, mi ha chiamato Jordi Cruyff al Maccabi Tel Aviv: era una squadra in Europa, una bella sfida anche per me. Siamo riusciti ad andare in Europa League, ancora meglio. Senti parlare di Israele e pensi chissà cosa: Tel Aviv è una città giovane, splendida, c'è festa dal lunedì al lunedì, è mediterranea, non ci sono problemi".
Come vive la situazione della sua Italia?
"Guardando gli eventi sociali, seguo quel che accade, anche grazie ai miei ex colleghi. Sono stato con Rugani in Nazionale, è strano sentire che sia positivo".
Il Coronavirus è una livella che colpisce tutti.
"Il fatto che colpisca tutti indiscriminatamente preoccupa. Dovevamo giocare due giorni prima, aspettavamo solo che la Francia fermasse tutto e l'ha fatto il giorno prima. Siamo riusciti a non giocare: ci aspettavamo solo di allenarci tra di noi e non si può ora per fortuna".
Come la sta vivendo?
"Ho fatto una grossa spesa prima della quarantena. Io abito un po' fuori dalla città, sono isolato qui. E' una città piccola, non ci sono stati tanti casi e la gente per adesso non lo sente così vicino. Però in giro ci sono poche persone e si comincia a capire la gravità di questa situazione".
E a livello di club?
"Credo che anche le società non riescano a gestire la situazione bene. Certo, il nostro club ci ha dato un programma individuale basico, ci teniamo in forma correndo ma è tutto fermo. Non sappiamo quando ripartiremo".
Per lei è importante avere accanto la sua compagna.
"Sicuramente. I miei sono in Argentina. Se sapessi quando ripartirà tutto, magari potrei tornare da loro. Alcuni colleghi sono rientrati in Sudamerica, io ho preferito restare a casa, in Francia".
Come stagione a livello sportivo come stava andando?
"Piuttosto bene. Abbiamo iniziato positivamente, perdendo solo due gare in casa in tutto. Siamo a +7 dai play-out, sono contento".
Però se ne era andato, prima, per andare in Israele.
"Ero a fine contratto al Brest. La proposta non era convincente, mi ha chiamato Jordi Cruyff al Maccabi Tel Aviv: era una squadra in Europa, una bella sfida anche per me. Siamo riusciti ad andare in Europa League, ancora meglio. Senti parlare di Israele e pensi chissà cosa: Tel Aviv è una città giovane, splendida, c'è festa dal lunedì al lunedì, è mediterranea, non ci sono problemi".
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