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Rugani dalle delusioni francesi alla rinascita sarda. Pilastro del Cagliari di Semplici
Solo 107 minuti in campo, poi l’infortunio, l’assenza e la decisione di tornare in Italia. L’avventura in Francia, al Rennes, di Daniele Rugani, non è stata affatto delle migliori. Salutati gli anni alla Juventus, da criticato ma pur sempre vincente comprimario, il centrale toscano aveva inseguito l’esperienza all’estero. Anche per cercare gloria da protagonista assoluto. Non è andata benissimo, e a gennaio si è legato a quello che è tutto fuorché un buen retiro nella splendida Sardegna. Per due motivi: uno, per salvare il Cagliari c’è da correre e sudare. Due: poche classifiche in questa Serie A sono bugiarde come quella dei rossoblù, che hanno allestito una rosa ben al di sopra della rosa salvezza.
Rugani compreso, a queso punto.
Semplici e il gol. Con l’arrivo del tecnico toscano, il Cagliari ha svoltato. Lo dicono i risultati: due vittorie su due, in partite cruciali per l’agognata salvezza. Il percorso è ancora in salita, ma due partite di fila senza subire gol i sardi non le avevano mai vissute, in questa stagione. È successo con Semplici, e con Rugani: titolare già con Di Francesco, leader di una retroguardia a tre che allontana un po’ di paure. Del resto, è andato a scuola dalla BBC. Col Bologna si è tolto anche lo sfizio del gol: non gli capitava da due anni, ha il sapore della rinascita.
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