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Dinastia Conti, atto 3°: ecco Bruno jr., nipote e figlio d'arte
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro
Le dinastie, nel calcio, hanno il potere di riportare alla mente immagini di un tempo che tornano vivide coi colori accesi del presente, fatti brillare dalle scintille di talento dell’ultimo rampollo dal cognome illustre. Ieri pomeriggio, sul sintetico del centro sportivo Monteboro che si adagia sulle colline empolesi, Bruno Conti si è rivelato al grande pubblico, nel pomeriggio che ha segnato il suo esordio nel campionato Primavera. Già, Bruno: proprio come il nonno campione del mondo nel magico Mundial ’82, vent’anni prima che vedesse la luce il nipotino figlio di Daniele, storico capitano del Cagliari che ha lasciato al figlio l’onore e l’onere di vestire la maglia del Casteddu.
Bordata come papà - Il centrocampista classe 2002 ha reso tutt’altro che banale Empoli-Cagliari, che da “semplice” anticipo della seconda giornata del campionato Primavera 1 si è presa le luci della ribalta grazie alla presenza del nipote e figlio d’arte. Un’apparizione che non si è limitata al celebre cognome, perché il giovane Bruno ha avuto il merito di ritagliarsi uno spazio tutto suo all’esordio in categoria. Dopo il momentaneo vantaggio dei toscani e il pari immediato firmato da Gagliano, Conti ha messo la freccia per il sorpasso, arrivato al 35’ con una bordata mancina dalla distanza che ha ricordato quelle con le quali papà Daniele ha scritto pagine importanti della storia recente del Cagliari. Una giocata di coraggio e personalità, indice del carattere di un ragazzo che gioca con le gambe leggere a dispetto del cognome pesante che porta sulla schiena. Il timbro all’esordio con la Primavera di mister Canzi rappresenta il seguito di due buone annate, che hanno visto Bruno ritagliarsi uno spazio nella Nazionale Under 16 e mettere insieme 17 gettoni di presenza e 2 reti nel campionato Under 17. Un percorso che attende di essere completato nella massima categoria giovanile, con la quale il ragazzo nativo di Anzio ha avuto un impatto decisamente positivo.
Terzo capitolo - Centrocampista centrale o mezzala di sinistra, Conti abbina al suo piede sinistro di zucchero (evidente lascito ereditario di nonno Bruno) un dinamismo eccellente, che gli consente di essere costantemente nel vivo dell’azione. Il tiro da fuori è potente e preciso quanto quello di papà Daniele, al quale sono andati il primo sguardo e l’abbraccio in panchina dopo il gol che è valso il successo nella trasferta di Empoli. Le doti balistiche lo rendono una minaccia anche alla battuta dei calci piazzati, mentre la capacità di sdoppiarsi tra la fase di costruzione e quella di interdizione rappresentano un mix prezioso per chi, come lui, ha in dotazioni le chiavi del centrocampo della squadra. Il metro e ottanta di altezza gli consente di farsi rispettare nel corpo a corpo, grazie a una forza specifica degna di nota che lo rende difficile da spostare anche da parte di avversari più alti e pesanti di lui. Taciturno e un po’ permaloso, Bruno sta imparando a domare gli istinti e a trasformarsi nel cervello pensante del centrocampo della Primavera sarda. Nel nome di nonno Bruno e di papà Daniele, con un cognome importante che il classe 2002 ha dimostrato di saper trasformare in una formidabile motivazione, per poter scrivere il terzo capitolo della dinastia Conti.
Bordata come papà - Il centrocampista classe 2002 ha reso tutt’altro che banale Empoli-Cagliari, che da “semplice” anticipo della seconda giornata del campionato Primavera 1 si è presa le luci della ribalta grazie alla presenza del nipote e figlio d’arte. Un’apparizione che non si è limitata al celebre cognome, perché il giovane Bruno ha avuto il merito di ritagliarsi uno spazio tutto suo all’esordio in categoria. Dopo il momentaneo vantaggio dei toscani e il pari immediato firmato da Gagliano, Conti ha messo la freccia per il sorpasso, arrivato al 35’ con una bordata mancina dalla distanza che ha ricordato quelle con le quali papà Daniele ha scritto pagine importanti della storia recente del Cagliari. Una giocata di coraggio e personalità, indice del carattere di un ragazzo che gioca con le gambe leggere a dispetto del cognome pesante che porta sulla schiena. Il timbro all’esordio con la Primavera di mister Canzi rappresenta il seguito di due buone annate, che hanno visto Bruno ritagliarsi uno spazio nella Nazionale Under 16 e mettere insieme 17 gettoni di presenza e 2 reti nel campionato Under 17. Un percorso che attende di essere completato nella massima categoria giovanile, con la quale il ragazzo nativo di Anzio ha avuto un impatto decisamente positivo.
Terzo capitolo - Centrocampista centrale o mezzala di sinistra, Conti abbina al suo piede sinistro di zucchero (evidente lascito ereditario di nonno Bruno) un dinamismo eccellente, che gli consente di essere costantemente nel vivo dell’azione. Il tiro da fuori è potente e preciso quanto quello di papà Daniele, al quale sono andati il primo sguardo e l’abbraccio in panchina dopo il gol che è valso il successo nella trasferta di Empoli. Le doti balistiche lo rendono una minaccia anche alla battuta dei calci piazzati, mentre la capacità di sdoppiarsi tra la fase di costruzione e quella di interdizione rappresentano un mix prezioso per chi, come lui, ha in dotazioni le chiavi del centrocampo della squadra. Il metro e ottanta di altezza gli consente di farsi rispettare nel corpo a corpo, grazie a una forza specifica degna di nota che lo rende difficile da spostare anche da parte di avversari più alti e pesanti di lui. Taciturno e un po’ permaloso, Bruno sta imparando a domare gli istinti e a trasformarsi nel cervello pensante del centrocampo della Primavera sarda. Nel nome di nonno Bruno e di papà Daniele, con un cognome importante che il classe 2002 ha dimostrato di saper trasformare in una formidabile motivazione, per poter scrivere il terzo capitolo della dinastia Conti.
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