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...con Capuano
“Fiero di essere ad Avellino, in futuro vorrei la B in biancoverde. Napoli, il caos non aiuta. Milan, un errore esonerare Giampaolo. Balotelli, da Cellino solo una battuta. Conte il mio modello”
Una nuova sfida per Eziolino Capuano. Salvare l’Avellino la sua missione, per un progetto a lunga durata. “Quando sono andato conoscevo le problematiche che c’erano, sono contento delle risposte della squadra. Abbiamo fatto ottime prestazioni e oggi ci giochiamo i quarti di Coppa”, dice Capuano a TuttoMercatoWeb.
Mister, ma cosa è successo con Albadoro?
“Diego è un bravo ragazzo, ma nel mio spogliatoio ci sono delle regole. La mia è una società seria, forte. Ha disatteso una situazione. Se vuoi essere forte e non vuoi deludere devi fare scelte anche forti. Io non sono un pupazzo. E dietro abbiamo una società che intende far valere determinati principi”.
Per lei la Serie C ad Avellino pensando, magari, al salto di categoria?
“Dall’89-90 non mi sono mai fermato. Credo che il valore dell’uomo superi quello dell’allenatore. Sono arrivato ad Avellino nel momento meno bello, ma ne sono fiero e orgoglioso. Salvare la categoria sarebbe davvero bello”.
Non essere passato dalle categorie superiori un rimpianto, fin adesso?
“Ho fatto la Serie A all’estero, all’Eupen, dove ad un certo punto mi venne chiesto perché giocasse Espinal anziché Vandenbergh che era stato pagato tre milioni. Espinal si allenava. Io ho l’entusiasmo del bambino, spero in futuro di arrivare in B con l’Avellino”.
Un occhio alla A: che caos a Napoli, ci sono ancora strascichi dell’ammutinamento di qualche settimana fa...
“Non è una cosa bella, ma non si può entrare in situazioni di cui non c’è una conoscenza specifica. Ognuno può dare giudizi sulle cose di cui è a conoscenza. Ma va sempre ricordato che un calciatore è un dipendente”.
Evidente però che questo caos non aiuti.
“Quando ci sono delle problematiche si ripercuotono sulla squadra, sull’ambiente, sulla tifoseria”.
Intanto a Brescia Balotelli arranca. E Cellino ha detto che “è nero e sta lavorando per schiarirsi”.
“Spero che sia stata solo una battuta infelice. Ritengo che Cellino sia una persona intelligente. Ha fatto una battuta in buona fede. Quando prendi un giocatore forte, inevitabilmente, ti aspetti tanto”.
Fatica anche il Milan, nonostante il cambio di allenatore. Ibra la medicina giusta?
“Con tutto il rispetto per Pioli, Marco (Giampaolo, ndr) non andava esonerato. Tutti adesso aspettano il mercato di gennaio, se Ibra dovesse scegliere credo che Milano sarebbe la situazione ideale”.
Se arrivasse Ibra sarebbe una bocciatura per Piatek?
“Ci si aspettava di più, è vero. Il campionato è lungo, c’è tempo di rimediare. Anche se, se arrivasse Ibra sarebbero difficilmente compatibili”.
L’allenatore che l’ha impressionata di più?
“Sono amico di Antonio Conte. Il mio prototipo di allenatore per come vive la partita e intende il calcio. Mi ha colpito la sua intervista all’Equipe. Ha detto che la partita è una guerra e per affrontarla bisogna prepararsi alle battaglie. Ecco, io la intendo proprio così”.
Mister, ma cosa è successo con Albadoro?
“Diego è un bravo ragazzo, ma nel mio spogliatoio ci sono delle regole. La mia è una società seria, forte. Ha disatteso una situazione. Se vuoi essere forte e non vuoi deludere devi fare scelte anche forti. Io non sono un pupazzo. E dietro abbiamo una società che intende far valere determinati principi”.
Per lei la Serie C ad Avellino pensando, magari, al salto di categoria?
“Dall’89-90 non mi sono mai fermato. Credo che il valore dell’uomo superi quello dell’allenatore. Sono arrivato ad Avellino nel momento meno bello, ma ne sono fiero e orgoglioso. Salvare la categoria sarebbe davvero bello”.
Non essere passato dalle categorie superiori un rimpianto, fin adesso?
“Ho fatto la Serie A all’estero, all’Eupen, dove ad un certo punto mi venne chiesto perché giocasse Espinal anziché Vandenbergh che era stato pagato tre milioni. Espinal si allenava. Io ho l’entusiasmo del bambino, spero in futuro di arrivare in B con l’Avellino”.
Un occhio alla A: che caos a Napoli, ci sono ancora strascichi dell’ammutinamento di qualche settimana fa...
“Non è una cosa bella, ma non si può entrare in situazioni di cui non c’è una conoscenza specifica. Ognuno può dare giudizi sulle cose di cui è a conoscenza. Ma va sempre ricordato che un calciatore è un dipendente”.
Evidente però che questo caos non aiuti.
“Quando ci sono delle problematiche si ripercuotono sulla squadra, sull’ambiente, sulla tifoseria”.
Intanto a Brescia Balotelli arranca. E Cellino ha detto che “è nero e sta lavorando per schiarirsi”.
“Spero che sia stata solo una battuta infelice. Ritengo che Cellino sia una persona intelligente. Ha fatto una battuta in buona fede. Quando prendi un giocatore forte, inevitabilmente, ti aspetti tanto”.
Fatica anche il Milan, nonostante il cambio di allenatore. Ibra la medicina giusta?
“Con tutto il rispetto per Pioli, Marco (Giampaolo, ndr) non andava esonerato. Tutti adesso aspettano il mercato di gennaio, se Ibra dovesse scegliere credo che Milano sarebbe la situazione ideale”.
Se arrivasse Ibra sarebbe una bocciatura per Piatek?
“Ci si aspettava di più, è vero. Il campionato è lungo, c’è tempo di rimediare. Anche se, se arrivasse Ibra sarebbero difficilmente compatibili”.
L’allenatore che l’ha impressionata di più?
“Sono amico di Antonio Conte. Il mio prototipo di allenatore per come vive la partita e intende il calcio. Mi ha colpito la sua intervista all’Equipe. Ha detto che la partita è una guerra e per affrontarla bisogna prepararsi alle battaglie. Ecco, io la intendo proprio così”.
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