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Cagliari, Joao Pedro: "Cerchiamo di fare la storia. Doping? Ero pulito"
Joao Pedro è diventato uomo copertina anche in Brasile. Il sito Globo Esporte l’ha presentato come "il brasiliano che ha segnato più di Cristiano Ronaldo”. Con la maglia del Cagliari ha già realizzato 11 centri nelle prime 17 giornate, uno in più dell’asso portoghese della Juventus. Meglio di lui hanno fatto solo Lukaku (12) e Immobile (17), anche se con più rigori tirati. Tra i top 5 campionati europei è il brasiliano ad aver segnato di più. Insomma,il giocatore sta vivendo un momento d’oro: "Ti dà fiducia. Il campionato italiano è molto difficile. È un campionato molto tattico, non so se questo dà ancora più difficoltà. Cristiano Ronaldo, uno dei più grandi della storia. È difficile giocare contro le difese italiane. Stare davanti a un giocatore come lui nella classifica marcatori, mi dà la sensazione di fare qualcosa di importante".
Sentirsi a casa - Ormai Joao Pedro si sente legatissimo al Cagliari, a Cagliari e alla Sardegna: "Sono a Cagliari da 6 anni. Mia moglie è italiana e mi ha aiutato con la lingua. Parlo perfettamente italiano, riesco a esprimermi bene e capire tutto. E giocare nella stessa squadra per più di cinque stagioni è un risultato importante. Sono su un’isola, distaccata dal continente. Si vive e si respira calcio. Non c’è un’altra squadra. Chi vive qui, chi è nato qui, tifa Cagliari. Qui mi sento a casa. Ho sempre l’ambizione di ottenere qualcosa di più. È una terra appassionata, molto simile al Brasile. C’è il clima tropicale e non si ha il problema del freddo come nel nord Italia".
La storia del Cagliari, da riscrivere - "Si parla e si respira Gigi Riva. Oltre ad essere il più grande giocatore della storia di Cagliari, è il più grande della storia del calcio italiano. È la stella dell’unico titolo nazionale del club. Non è sardo, ma vive ancora qui. È l’anno del centenario, un anno importante per il club. Stiamo giocando bene e provando a fare di nuovo la storia. Sto dando importanza anche alla mia storia. Riva ha ottenuto il titolo di capocannoniere nell’anno dello scudetto del Cagliari".
La squalifica per doping - Non manca nell’intervista un pensiero sulla squalifica per doping. Una vicenda che ha segnato Joao Pedro: "Sono rimasto sorpreso da quello che è successo. Non avevo fatto niente di male. Sono stato fortunato a poter provare tutto. Ma quando c’è il tuo nome accanto, la parola doping diventa una cosa molto forte. Dopo quello che mi è successo, sono andato alla ricerca di molti altri casi e, nella maggior parte di essi, la contaminazione è uno per errore del medico o per errore di terze parti. È molto difficile da digerire anche oggi. Mio figlio era ancora giovane e non dovevo spiegargli molto. In città mi sono sentito abbracciato. C’era un bambino di 10 anni che venne a dirmi che credeva in me. Anche una signora di 80 anni. Mi hanno toccato molto e posso solo ringraziarli".
Sentirsi a casa - Ormai Joao Pedro si sente legatissimo al Cagliari, a Cagliari e alla Sardegna: "Sono a Cagliari da 6 anni. Mia moglie è italiana e mi ha aiutato con la lingua. Parlo perfettamente italiano, riesco a esprimermi bene e capire tutto. E giocare nella stessa squadra per più di cinque stagioni è un risultato importante. Sono su un’isola, distaccata dal continente. Si vive e si respira calcio. Non c’è un’altra squadra. Chi vive qui, chi è nato qui, tifa Cagliari. Qui mi sento a casa. Ho sempre l’ambizione di ottenere qualcosa di più. È una terra appassionata, molto simile al Brasile. C’è il clima tropicale e non si ha il problema del freddo come nel nord Italia".
La storia del Cagliari, da riscrivere - "Si parla e si respira Gigi Riva. Oltre ad essere il più grande giocatore della storia di Cagliari, è il più grande della storia del calcio italiano. È la stella dell’unico titolo nazionale del club. Non è sardo, ma vive ancora qui. È l’anno del centenario, un anno importante per il club. Stiamo giocando bene e provando a fare di nuovo la storia. Sto dando importanza anche alla mia storia. Riva ha ottenuto il titolo di capocannoniere nell’anno dello scudetto del Cagliari".
La squalifica per doping - Non manca nell’intervista un pensiero sulla squalifica per doping. Una vicenda che ha segnato Joao Pedro: "Sono rimasto sorpreso da quello che è successo. Non avevo fatto niente di male. Sono stato fortunato a poter provare tutto. Ma quando c’è il tuo nome accanto, la parola doping diventa una cosa molto forte. Dopo quello che mi è successo, sono andato alla ricerca di molti altri casi e, nella maggior parte di essi, la contaminazione è uno per errore del medico o per errore di terze parti. È molto difficile da digerire anche oggi. Mio figlio era ancora giovane e non dovevo spiegargli molto. In città mi sono sentito abbracciato. C’era un bambino di 10 anni che venne a dirmi che credeva in me. Anche una signora di 80 anni. Mi hanno toccato molto e posso solo ringraziarli".
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