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Roma pazza di Villar, così Gonzalo ha rifiutato il Valencia: “Da Trigoria chiamavano sempre”
Gonzalo Villar, come il resto della Roma, sta vivendo la sua quarantena a casa. Sicuramente non un avvio fortunato nella Capitale, ma non sarebbe andata diversamente in Spagna dove la situazione è drammatica quanto, se non addirittura peggiore, rispetto all’Italia. Dalla sua abitazione continua a seguire l’allenamento che gli hanno inviato da Trigoria, ma trova anche il tempo per rispondere a una lunga intervista con il giornalista spagnolo, Miguel Quintana.
Amore - “Venire qui è un cambiamento importante, qualcosa che sognavo da quando avevo 3 anni” dice Villar, il quale è stato acquistato in prestito con obbligo di riscatto a 5 milioni dall’Elche. Il cartellino del giocatore, però, era all’80% del Valencia e il centrocampista spiega come mai sia finito a Roma piuttosto che restare in Spagna. “Era una questione di differenza tra le due offerte, non a livello economico, visto che a me non sarebbe cambiato un solo euro tra Valencia e Roma” spiega Gonzalo che poi aggiunge: “I motivi sono altri: ad esempio mi ha chiamato direttamente Paulo Fonseca, mi ha spiegato perché mi voleva alla Roma, come e quando mi ha conosciuto”. L’ex Elche svela anche un retroscena di mercato con i giallorossi: “La verità è che l’idea dei giallorossi era acquistarmi e poi lasciarmi in prestito fino a giugno e per me era una grande cosa. Poi però mi hanno chiamato, Fonseca aveva visto tante mie partite, abbiamo parlato, mi hanno detto che volevano prendermi e tenermi”.
Ambientamento - A far capire poi ancora di più quando il club volesse Villar è stata la forza con cui è stata condotta la trattativa. La Roma inizialmente offriva 3 milioni, ma alla fine si è aggiudicata il calciatore per quasi il doppio della cifra. “Erano pazzi di me” svela Gonzalo che poco prima dello stop forzato per Coronavirus aveva appena disputato la sua prima da titolare nella vittoria per 4-3 contro il Cagliari. Prima di quella gara aveva messo insieme solo 18 minuti tra Sassuolo e Atalanta. L’adattamento con il resto dei compagni procede comunque bene: “Devo ringraziare tutta la squadra, in particolare Carles”. Poi l’aneddoto con Kolarov: “Mi ha sorpreso molto il clima nello spogliatoio della Roma. Ad esempio, il primo giorno che sono arrivato a Roma, ho firmato e sono andato al centro sportivo. Gli altri si erano già allenati e avevano mangiato insieme. Mi è venuto incontro Kolarov, che parla un po’ di spagnolo, e mi ha detto ‘Gonza, quanti anni hai? 21? Bene, io ne ho 35, per te sarò il Signor Kolarov!’”.
Amore - “Venire qui è un cambiamento importante, qualcosa che sognavo da quando avevo 3 anni” dice Villar, il quale è stato acquistato in prestito con obbligo di riscatto a 5 milioni dall’Elche. Il cartellino del giocatore, però, era all’80% del Valencia e il centrocampista spiega come mai sia finito a Roma piuttosto che restare in Spagna. “Era una questione di differenza tra le due offerte, non a livello economico, visto che a me non sarebbe cambiato un solo euro tra Valencia e Roma” spiega Gonzalo che poi aggiunge: “I motivi sono altri: ad esempio mi ha chiamato direttamente Paulo Fonseca, mi ha spiegato perché mi voleva alla Roma, come e quando mi ha conosciuto”. L’ex Elche svela anche un retroscena di mercato con i giallorossi: “La verità è che l’idea dei giallorossi era acquistarmi e poi lasciarmi in prestito fino a giugno e per me era una grande cosa. Poi però mi hanno chiamato, Fonseca aveva visto tante mie partite, abbiamo parlato, mi hanno detto che volevano prendermi e tenermi”.
Ambientamento - A far capire poi ancora di più quando il club volesse Villar è stata la forza con cui è stata condotta la trattativa. La Roma inizialmente offriva 3 milioni, ma alla fine si è aggiudicata il calciatore per quasi il doppio della cifra. “Erano pazzi di me” svela Gonzalo che poco prima dello stop forzato per Coronavirus aveva appena disputato la sua prima da titolare nella vittoria per 4-3 contro il Cagliari. Prima di quella gara aveva messo insieme solo 18 minuti tra Sassuolo e Atalanta. L’adattamento con il resto dei compagni procede comunque bene: “Devo ringraziare tutta la squadra, in particolare Carles”. Poi l’aneddoto con Kolarov: “Mi ha sorpreso molto il clima nello spogliatoio della Roma. Ad esempio, il primo giorno che sono arrivato a Roma, ho firmato e sono andato al centro sportivo. Gli altri si erano già allenati e avevano mangiato insieme. Mi è venuto incontro Kolarov, che parla un po’ di spagnolo, e mi ha detto ‘Gonza, quanti anni hai? 21? Bene, io ne ho 35, per te sarò il Signor Kolarov!’”.
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