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Un gigante uzbeko per Maran: chi è Shomurodov, l'attaccante del Rostov a un passo dal Genoa
L'Uzbekistan non ha il mare, Rostov sì: adagiata sulla riva destra del fiume, la città sorge proprio dove il Don sfocia nel Mar D'Azov. Così, Eldor Shomurodov sarà già abituato se, come sembra, a breve potrà svegliarsi e affacciarsi sul Mar Ligure. Perché il centravanti uzbeko è vicinissimo a vestire la maglia del Genoa: un colpo dall'est Europa, per l'attacco di Maran.
Un gigante classe 1995. Non è più di primo pelo, ma è ancora giovane: a giugno ha spento 25 candeline. Il fisico è longilineo: 76 kili per 190 centimetri. Il Cigno di Surkhandarya? Non sappiamo se lo in rossoblù lo ribattezzeranno così, ma le movenze sono quelle eleganti di chi non si lascia appesantire dalla propria altezza.
From Russia with love. Cresciuto in patria, al Mash'al Mubarek, esplode in Uzbek League nel 2015. Due anni dopo, la chiamata dalla Russia: il Rostov usa argomentazioni convincenti e lo porta a casa. L'ambientamento non è immediato: 18 presenze e 2 gol nella prima stagione in Prem'er-Liga, 3 reti in 26 apparizioni nel campionato successivo. Gioca da centravanti, ma non ha solo e forse neanche soprattutto il gol nelle sue corde: gioca per i compagni, scende a farsi dare palla e si allarga per la squadra.
La consacrazione. La stagione 2019/2020 del è la migliore finora. Chiude con 11 reti in 28 presenze. Quest'anno, per la cronaca, è ancora rimasto a secco, ma le voci di mercato possono aver influito: lo segue da tempo il Lione, ci ha provato anche il Genk, ora l'affondo del Genoa. Nella scorsa annata, viceversa, è stato tra i migliori. E si è tolto anche qualche soddisfazione a livello di nazionale: la dopietta al Turkmenistan in Asian Cup, da ultimo quella alla palestina nel 2-0 per le qualificazioni a Qatar 2022. In complezzo, con la maglia della selezione uzbeka ha giocato finora 42 partite e segnato 19 reti.
Punti di forza e di debolezza. Dei gol s'è detto, ma la finalizzazione non è il solo (e forse neanche il principale) punto di forza. La collaborazione al gioco della squadra è una caratteristica non da poco: cambi di gioco e cross rientrano nel suo bagaglio. Così come la tendenza ad aiutare in fase di pressing: per esempio, nella scorsa stagione ha effettuato 2,03 recuperi palla nella metà campo avversaria a partita, in media. O ancora, ha mantenuto uno standard di un contrasto difensivo vinto ogni due. Viceversa, detto delle difficoltà realizzative in questa stagione, può migliorare sulle palle aeree: l'altezza lo aiuta, e infatti è tra i migliori centravanti del campionato russo per numero di tiri di testa a partita. Ma vince appena il 27% dei duelli aerei in cui è impegnato: per fare un paragone con un altro obiettivo rossoblù, Sanabria l'anno scorso ne ha vinti il 35%. Numeri da migliorare, anche sotto la guida di Maran.
Un gigante classe 1995. Non è più di primo pelo, ma è ancora giovane: a giugno ha spento 25 candeline. Il fisico è longilineo: 76 kili per 190 centimetri. Il Cigno di Surkhandarya? Non sappiamo se lo in rossoblù lo ribattezzeranno così, ma le movenze sono quelle eleganti di chi non si lascia appesantire dalla propria altezza.
From Russia with love. Cresciuto in patria, al Mash'al Mubarek, esplode in Uzbek League nel 2015. Due anni dopo, la chiamata dalla Russia: il Rostov usa argomentazioni convincenti e lo porta a casa. L'ambientamento non è immediato: 18 presenze e 2 gol nella prima stagione in Prem'er-Liga, 3 reti in 26 apparizioni nel campionato successivo. Gioca da centravanti, ma non ha solo e forse neanche soprattutto il gol nelle sue corde: gioca per i compagni, scende a farsi dare palla e si allarga per la squadra.
La consacrazione. La stagione 2019/2020 del è la migliore finora. Chiude con 11 reti in 28 presenze. Quest'anno, per la cronaca, è ancora rimasto a secco, ma le voci di mercato possono aver influito: lo segue da tempo il Lione, ci ha provato anche il Genk, ora l'affondo del Genoa. Nella scorsa annata, viceversa, è stato tra i migliori. E si è tolto anche qualche soddisfazione a livello di nazionale: la dopietta al Turkmenistan in Asian Cup, da ultimo quella alla palestina nel 2-0 per le qualificazioni a Qatar 2022. In complezzo, con la maglia della selezione uzbeka ha giocato finora 42 partite e segnato 19 reti.
Punti di forza e di debolezza. Dei gol s'è detto, ma la finalizzazione non è il solo (e forse neanche il principale) punto di forza. La collaborazione al gioco della squadra è una caratteristica non da poco: cambi di gioco e cross rientrano nel suo bagaglio. Così come la tendenza ad aiutare in fase di pressing: per esempio, nella scorsa stagione ha effettuato 2,03 recuperi palla nella metà campo avversaria a partita, in media. O ancora, ha mantenuto uno standard di un contrasto difensivo vinto ogni due. Viceversa, detto delle difficoltà realizzative in questa stagione, può migliorare sulle palle aeree: l'altezza lo aiuta, e infatti è tra i migliori centravanti del campionato russo per numero di tiri di testa a partita. Ma vince appena il 27% dei duelli aerei in cui è impegnato: per fare un paragone con un altro obiettivo rossoblù, Sanabria l'anno scorso ne ha vinti il 35%. Numeri da migliorare, anche sotto la guida di Maran.
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