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È finita la Premier! United in Paradiso. Bruno Fernandes la svolta, e ora Pogba può restare

È finita la Premier! United in Paradiso. Bruno Fernandes la svolta, e ora Pogba può restareTUTTO mercato WEB
lunedì 27 luglio 2020, 16:15Calcio estero
di Gaetano Mocciaro

Alla fine il Manchester United ce l'ha fatta: acciuffata la Champions League grazie alla vittoria nello scontro diretto contro il Leicester, che rende a questo punto l'Europa League non più fondamentale per ritrovarsi il prossimo anno al tavolo delle grandi. Analizziamo la stagione dei Red Devils:

INIZIO TRABALLANTE - Il Manchester United si è proiettato alla stagione 2019-20 come sempre con i fari puntati: la cessione di Romelu Lukaku e Alexis Sanchez senza avere trovato un centravanti (nonostante i tentativi, falliti, per Dybala e Mandzukic) ha creato più di qualche perplessità. L'inizio complicato e una situazione a dicembre che vedeva i Red Devils al nono posto con in programma le sfide contro Tottenham e Manchester City facevano pensare a un possibile esonero di Ole Gunnar Solskjaer. Il norvegese ha smentito i detrattori vincendo entrambi gli incontri per 2-1. C'è stato un altro momento buio, a gennaio, quando dopo uno 0-2 casalingo contro il Burnley alcuni tifosi hanno iniziato a minacciare il vicepresidente Ed Woodward, prendendo di mira la sua abitazione. E scagliandosi anche con la famiglia Glazer, proprietaria del club. Gli atti vandalici risalgono al 29 gennaio, qualche giorno dopo arriva l'acquisto di Bruno Fernandes. Il portoghese cambia completamente volto alla squadra. Sin da subito, basti pensare che si aggiudica immediatamente il premio di "calciatore del mese" della Premier League. L'ex Sampdoria, assieme alla crescita esponenziale di Mason Greenwood ha portato lo United a giocarsi le sue carte per la Champions fino alla fine. Il lockdown ha riconsegnato inoltre a Solskjaer Rashford e Pogba.

L'IMPATTO DI BRUNO FERNANDES - Il suo acquisto può considerarsi come uno dei migliori del Manchester United negli ultimi anni. L'esperienza allo Sporting CP lo ha aiutato a completare la maturazione dopo essersi fatto le ossa in Italia. È il leader in campo che mancava, un giocatore che da subito ha dimostrato di poter giocare senza paura. Gioca più palloni di chiunque alto e i risultati sono impressionanti: 8 reti e 7 assist in 14 partite di Premier League. Nessun giocatore ha avuto un impatto simile sull'umore della squadra dai tempi di Eric Cantona (1992).

MASON GREENWOOD, L'ENFANT PRODIGE - L'altra arma vincente di Solskjaer è questo ragazzo che a ottobre ha compiuto 18 anni. E con 17 reti segnate è entrato nella cerchia degli enfant prodige del Manchester United, che comprende gente come George Best, Wayne Rooney e Brian Kidd. Ha dimostrato doti tecniche da predestinato e abilità a calciare con entrambi i piedi. Se vogliamo trovargli un difetto, è un po' leggero anche se durante il lockdown è riuscito a mettere su 3 kg di muscoli lavorando in palestra.

LA RIVINCITA DI SOLSKJAER - La qualificazione in Champions League dà un grande credito al tecnico norvegese. E c'è ancora una Europa League alla portata. Il post-Ferguson è stato duro da digerire, basti vedere i risultati portati da David Moyes e Louis van Gaal, entrambi esonerati per aver fallito il piazzamento fra le prime quattro. E Mourinho, pur portando a casa una Europa League, è stato criticato per il suo gioco sparagnino. Solskjaer al contrario è stato apprezzato per uno stile di gioco più offensivo e per aver valorizzato giovani del vivaio come Greenwood e Rashford. Questo, lo ammette lo stesso tecnico, è solo l'inizio. L'obiettivo è quello di avvicinarsi a Liverpool e Manchester City, che appaiono al momento irraggiungibili. Intanto può partire con una buona base: Wan-Bissaka, arrivato la scorsa estate, ha dato un valore aggiunto sulla corsia destra e a sinistra sta crescendo il giovane Brandon Williams. Sarà importante ora trovare i rinforzi giusti: Jadon Sancho e Jack Grealish sono gli obiettivi principali, con quest'ultimo che potrebbe alternarsi o sostituire Paul Pogba.

QUALE FUTURO PER POLPO PAUL? - Sembrava certo l'addio a fine stagione del francese. Tre cose hanno cambiato le carte in tavola: l'infortunio che lo ha messo fuori causa per sei mesi, rendendo la sua integrità fisica un'incognita. L'impatto del COVID-19 sull'economia del calcio. Infine il rilancio del Manchester United, trasformato dall'arrivo di Bruno Fernandes. E che ha reso i red devils una squadra nuovamente affascinante, anche per lo stesso Pogba. A un anno (con opzione per l'estensione per un'ulteriore stagione) dalla scadenza di contratto la sua permanenza non è ancora certa, ma a Manchester adesso regna l'ottimismo.

DE GEA E MAGUIRE, SITUAZIONI CONTROVERSE - L'acquisto di Harry Maguire per 80 milioni di sterline ha fatto storcere il naso a molti. Davvero vale più di Virgil van Dijk? Le prestazioni in campo dicono di no ma è indubbio che l'ex Leicester abbia dato una grossa mano in difesa, resa più solida. L'impressione è che un partner di difesa più veloce di Lindelof sarebbe l'ideale. Decisamente traballante, invece, la stagione di David de Gea: lo spagnolo ha raggiunto in questa stagione un traguardo importante, superando una leggenda come Peter Schmeichel come presenze allo United. Ma i dubbi su di lui iniziano a crescere, soprattutto per il rapporto salario (375mila sterline alla settimana) e prestazioni. E con un Dean Henderson (quest'anno in prestito allo Sheffield Unite con ottimi risultati) che scalpita per prenderne il posto. Il problema principale è: chi può permettersi De Gea?

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