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TMW RADIO - Honved, Lanzafame: "Che felicità la coppa. In Ungheria mai stipendi in ritardo"

TMW RADIO - Honved, Lanzafame: "Che felicità la coppa. In Ungheria mai stipendi in ritardo"TUTTO mercato WEB
giovedì 4 giugno 2020, 19:19Calcio estero
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Davide Lanzafame, attaccante Honved, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Davide Lanzafame, attaccante italiano che milita nell'Honved che ha conquistato da poche ore la Coppa d'Ungheria, è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini in onda sulle web frequenze di TMW Radio: "Sicuramente è stato difficile per quanto riguarda l'adattamento a livello fisico, dopo due mesi di inattività non è stato semplice ma è arrivata una grande soddisfazione: la coppa qua è molto importante e sono veramente felice".

Come avete questo periodo di lontananza dal calcio?
"Psicologicamente è stata dura. Abbiamo cercato comunque di tenerci in forma, fare quanto possibile per esercitarci in casa. Poi sono ricominciati gli allenamenti singoli e sicuramente danno una mano anche se non hanno molto a che fare col calcio. Fin quando non ti alleni collettivamente, diventa difficile".

Ieri avevate 10.000 tifosi allo stadio. Vi siete risparmiati le porte chiuse.
"Sì, qua non abbiamo avuto grandi numeri ed infatti non c'è mai stato un lockdown troppo serrato, ha aiutato Budapest ad affrontare il momento. Ora abbiamo ripreso a giocare a porte aperte, c'è capienza ridotta. Comunque è un'atmosfera particolare".

L'Honved è nel suo destino.
"Dalla prima volta sono passati diversi anni, era un'esperienza nuova, venivo qua a scatola chiusa in un periodo non facilissimo. Ho fatto 6 mesi importanti, toccando l'Europa League che mancava da diverso tempo. Quindi sono tornato in Italia, finché non ho avuto l'opportunità di tornare a Budapest mentre non riuscivo ad affermarmi in Serie B. Cambiavo troppe squadre e ruoli, mi serviva una svolta da "la va o la spacca". Il primo anno che son tornato è stato bellissimo, vincendo il titolo dopo 24 anni. Anche il secondo è stato positivo, ho segnato in Champions. Quindi c'è stata la difficile scelta del Ferencvaros, che qui è come la Juventus in Italia: il club più titolato d'Ungheria, una sfida per me anche se scelta sofferta. Alla fine ho vinto un altro titolo, e ora sono tornato la terza volta: l'Honved è nel mio destino, l'ho voluto fortemente quando sono tornato. Per me è una famiglia a livello sportivo, mi sento apprezzato e questo aiuta ad esprimermi".

Qual è il livello in Ungheria?
"In Italia generalmente si tende a sottovalutare i campionati esteri, eppure stanno crescendo molto. Noi in Europa League con il Ferencvaros siamo usciti alla penultima partita dei preliminari contro una squadra forte come la Dinamo Zagabria. Questo calcio è nettamente in espansione, e si parte già sul lato finanziario: non c'è un mese di ritardo nei pagamenti, e se c'è solidità economica il movimento può crescere. Non significa essere milionari, tutt'altro, ma firmando un contratto è giusto prendere lo stipendio nella data corretta. In Italia invece ci sono continui ritardi... Penso poi a Macheda ad esempio: nel Panathinaikos sta facendo benissimo, mentre a Novara era messo in discussione. L'Ungheria è in crescita, ci sono strutture e stadi nuovi, il primo ministro Orban è amante di questo sport e c'è una certa sensibilizzazione per il calcio. Questo avvantaggia noi calciatori".

Come andrà col calendario?
"Purtroppo, o meno male, si gioca ogni tre giorni. Va bene, ma è difficile fare così tante partite dopo un periodo lungo di inattività. I muscoli non sono pronti ma cerchiamo di fare il nostro lavoro nel migliore dei modi".

Che ne pensa della scelta di Sannino di tornare in Italia?
"La vittoria della coppa è in maggioranza merito suo: ci ha portati in semifinale, e aveva fatto un anno importante. Per il discorso Coronavirus è stato molto sfortunato, una parte del suo staff voleva tornare dalle famiglie e si è trovato in una situazione difficile. Mi è dispiaciuto che non abbia potuto finire il discorso, noi giocatori sappiamo che molto del merito è suo".

Sogna il ritorno in Italia?
"Lo dico spesso: mai e sempre sono sbagliati, a prescindere. Se si prospettasse una sfida importante la terrei in considerazione, ma qua mi sento a casa, sono felice e non mi manca nulla. Ho due anni di contratto poi... Se vedete il mio curriculum sono un'anima in pena, cerco sempre nuove sfide, forse anche per il mio carattere. L'Honved mi ha dato senso di appartenenza, e se dovessi lasciare lo farei per una situazione valida".

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