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Italia femminile, il pagellone del Mondiale: difesa top, attacco a 2 facce

Italia femminile, il pagellone del Mondiale: difesa top, attacco a 2 facceTUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
martedì 2 luglio 2019, 07:45Calcio femminile
di Tommaso Maschio

In un caldo sabato pomeriggio francese si è conclusa l'avventura dell'Italia femminile ai Mondiali. Un'avventura che alla vigilia si pensava più breve e che alla fine si sperava potesse finire a Lione, sede della finalissima. Un'avventura che ha portato sotto i riflettori, mertitatamente, un gruppo di ragazze fantastiche che negli ultimi due anni ha lavorato per alzare sempre più l'asticella e dimostrare che non siamo più periferia nel panorama calcistico mondiale. Una cavalcata che ha attratto e appassionato sempre più pubblico (dai 3,5 milioni dell'esordio fino agli oltre 6 dei quarti di finale) e dato la speranza che presto tutto il calcio femminile possa uscire dall'angolo. Per quanto riguarda il calcio giocato questo è il pagellone delle nostre azzurre:

Laura Giuliani 8: Subisce appena quattro reti e tutte su palla inattiva (2 su rigore, 2 sugli sviluppi di una punizione). Ottima fra i pali, perfetta nelle uscite, e statistiche alla mano è il portiere che ha compiuto più parate nella competizione.

Alia Guagni 8: A destra o a sinistra per lei non fa differenza. Chiude i varchi, non sbaglia una diagonale difensiva e si sgancia per accompagnare l'azione anche se è più frenata rispetto a quando veste il viola (ma del resto anche le avversarie qui erano di altro livello).

Elena Linari 8: Senza l'infortunio di Salvai probabilmente avrebbe visto poco il campo. Sfrutta al meglio l'occasione giganteggiando al centro della difesa. Con Gama forma una coppia di grande affidamento e affiatamento.

Sara Gama 8: Trova in Linari una compagna perfetta con cui integrarsi. Guida la difesa con il suo solito piglio sbagliando solo all'esordio contro l'Australia, ma poi riprendendosi alla grandissima. In Francia ha mostrato di essere una delle migliori centrali al mondo.

Elisa Bartoli 7,5: Una volta entrata in campo non ne esce più blindando ancor di più la difesa azzurra e dandole ancor più grinta. Una gladiatrice che non si arrende mai. Dalla sua parte difficilmente si passa.

Lisa Boattin 6: Entra quasi sempre nella ripresa e fa il suo dovere sulla fascia. Senza infiammare le folle, ma con impegno e determinazione. Un assist e contro l'Olanda il merito di limitare Martens.

Valentina Bergamaschi 7: Parte come terzino, finisce come ala nel tridente. Fra i due estremi gioca anche mezzala e quarta di centrocampo. Grande duttilità e corsa al servizio della squadra con l'unica pecca di non essere incisiva sotto porta (vedi Cina e sopratutto Olanda).

Valentina Cernoia 7,5: Qualità altissima, grande senso della posizione e visione di gioco. Una centrocampista completa che può ricoprire più ruoli senza risentirne. Dai suoi piedi partono sempre azioni pericolose e cross insidiosi.

Manuele Giugliano 8: Ha dimostrato una volta in più che non è l'altezza o il fisico a fare una calciatrice. Non spreca mai un pallone, non sbaglia mai un passaggio o un appoggio e appena vede il corridoio giusto è pronta a lanciare le compagne in porta. Inoltre si batte come una leonessa in fase di interdizione senza alcuna paura.

Aurora Galli 7,5: La migliore marcatrice azzurra (assieme a Girelli) è lei. Tre gol in cinque presenze non sono pochi sopratutto per una che non ha mai avuto grande feeling con la porta. Con due sassate vince la scommessa con Braghin. Soffre però all'esordio con l'Australia e contro l'Olanda, dove fatica a trovare una posizione adatta. Meglio quando parte dalla panchina.

Martina Rosucci 6: A questo Mondiale ha rischiato di non esserci per un grave infortunio. Gioca una manciata di minuti contro la Cina meritato. Peccato non fosse al 100% della forma perché avrebbe aiutato parecchio le compagne a rifiatare.

Cristiana Girelli 7,5: La nostra numero 10, non solo perché veste quella maglia, ma perché interpreta il ruolo in maniera moderna: ala, trequartista, falso 9. Gioca a tutto campo, mostra lampi di grande classe e segna anche una tripletta. Inoltre è l'anima del gruppo, la portatrice sana di allegria che fa riscoprire al mondo la Macarena a distanza di 26 anni.

Barbara Bonansea 7: La partenza è di quelle indimenticabili: doppietta vincente contro l'Australia all'esordio. Poi non riesce più a pungere in avanti e alla fine, dopo 10mila sgroppate sulla fascia, paga un po' di appannamento e fatica.

Valentina Giacinti 7: Dopo essere scesa in campo da titolare contro il Brasile, la ct non la toglie più dal campo e fa bene perché è lei a spaccare la sfida contro la Cina e a sfiorare il vantaggio contro l'Olanda. Scatta a ripetizione sul filo del fuorigioco, spesso oltre, facendo ammattire le centrali avversarie che non sanno come fermare il suo moto perpetuo.

Daniela Sabatino 6: Gioca una sola gara da titolare, ma spesso subentra per dare nuova linfa all'attacco. Non riesce a segnare, ma si batte come suo solito negli ultimi 25 metri e mette la sua esperienza al servizio del gruppo.

Ilaria Mauro 6: Anche per lei molti spezzoni e solo una da titolare. È il centravanti più fisico della squadra e si mette al servizio della squadra come attaccante-lottatore.

Annamaria Serturini 6: Il futuro della Nazionale azzurra, assaggia il Mondiale nella giornata più triste. Ma è tutta esperienza utile per le prossime avventure internazionali.

Il resto della squadra (Marchitelli, Pipitone, Tucceri, Fusetti, Parisi, Tarenzi) 6: Non giocano fa fanno comunque parte di questo gruppo straordinario che ha regalato all'Italia un piccolo sogno. Vanno ringraziate come le compagne più in vista perché se siamo andati in Francia è anche merito del loro contributo.

Milena Bertolini 7.5: In due anni ha saputo ricostruire un gruppo fortemente segnato dalla delusione dell'Europeo. Una squadra che gioca un calcio godibile e mai rinunciatario, che sa cambiare pelle a seconda del momento e dell'avversario. Se gli si deve muovere qualche critica è per il taglio di Alborghetti, che avrebbe potuto dare qualcosa in più rispetto a Rosucci e Parisi (non al meglio della condizione) e la gestione delle forze nel corso di una competizione così corta con Bonansea e Girelli che hanno finito in riserva. Ma è poca cosa rispetto al miracolo di averci portato fra le prime 8 del Mondo.

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