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Rigore parato, clean sheet e personalità. Schroffenegger protagonista al “secondo esordio”

Rigore parato, clean sheet e personalità. Schroffenegger protagonista al “secondo esordio”TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 9 marzo 2020, 13:34Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Convocata dopo tanto tempo grazie alle sue prestazioni con la maglia della Florentina San Gimignano in campionato Katja Schroffenegger nella serata di sabato è tornata a vestire la maglia azzurra a distanza di tre anni dall'ultima volta. E lo ha fatto prendendosi la scena e sfoderando una prestazione maiuscola contro la Nuova Zelanda senza far rimpiangere la titolare Giuliani, reduce da un errore contro il Portogallo che poteva costare caro all'Italia.

Schroffi, come la chiamano le compagne, ha infatti trasmesso grande sicurezza alla retroguardia, l'ha guidata senza timori – nonostante davanti avesse il quartetto titolare nell'ultima Coppa del Mondo – facendo sentire la sua voce e mostrando ottime doti anche coi piedi dialogando spesso con le colleghe per far ripartire l'azione dal basso, ma anche lanciando lungo alla bisogna. Ma un portiere si giudica sopratutto per quello che fa fra i pali e anche lì l'altoatesina è stata impeccabile. La parata più importante è arrivata nel finale di primo tempo sul risultato di 1-0 per l'Italia.

Calcio di rigore di White: tiro potente a mezza altezza anche se non troppo angolato e volo di Schroffenegger a respingere e tenere immacolata la propria porta. Una parata pesante perché permette all'Italia, padrona del campo, di andare al riposto in vantaggio e non accusare il colpo di una vera e propria beffa. Ma sono anche altre le gesta del portiere da sottolineare come un paio di uscite sui piedi delle avversarie che denotano il suo grande coraggio e poi un salvataggio su un cross sbilenco in cui ha mostrato senso della posizione, riflessi e colpo di reni degno dei miglior interpreti del ruolo. Un rientro così probabilmente neanche lei se lo immaginava con la ct Bertolini che ora sa di avere un altro portiere di sicuro affidamento su cui contare in futuro.

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