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TMW RADIO - D'Adda: "Sto facendo il corso UEFA B, vorrei allenare le bambine dell'Inter"

TMW RADIO - D'Adda: "Sto facendo il corso UEFA B, vorrei allenare le bambine dell'Inter"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 24 luglio 2020, 23:43Calcio femminile
di Dimitri Conti
Archivio Tutto Calcio Femminile 2020
TMW Radio
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Tutto Calcio Femminile con Francesco Benvenuti. In collegamento Jacopo Calamai, Roberta D'Adda e Alessandro Orlandi
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Roberta D'Adda, fresca ex calciatrice, reduce dall'esperienza con l'Inter Women, si è collegata in diretta nel corso della trasmissione Tutto Calcio Femminile, in onda sulle web frequenze di TMW Radio: "La mia carriera è stata lunga, molto bella, e quest'anno ho maturato la decisione, non da un giorno all'altro: sono servite lacrime, ma ad oggi sono contento della scelta fatta perché penso fosse il momento giusto".

Rimarrà nel club nerazzurro?
"Sto facendo il corso UEFA B, spero di poter rimanere in nerazzurro e allenare le bambine, per dare loro quello che ho imparato in questi anni di carriera. Il calcio ha fatto parte di tantissimi anni della mia carriera, e spero che lo sia ancora".

Cosa ricorda dei suoi inizi?
"Non c'erano neanche i settori giovanili al femminile come oggi: io e tante bambine fino a 12 anni giocavamo coi maschietti. Oggi invece c'è la novità importante dei settori giovanili, così da permettere alle bambine di praticare questo sport. In questi 22 anni di carriera c'è stata un'evoluzione e tanti cambiamenti, i più importanti poi negli ultimi anni. Ce ne sono tanti altri da fare ma siamo sulla strada giusta: hanno detto che nel 2022 ci sarà il professionismo ed è una cosa che serve ad alzare il livello. Sono contenta delle lotte che ho fatto, e di quelle che farò".

Ricorda dei pregiudizi negli anni della sua carriera?
"In prima persona per fortuna no, mai sentite frasi particolari. Quelle che si sentivano ai tempi, oggi un po' meno anche se siamo sempre meno aperti, erano che diventavi un maschiaccio e venivano le gambe grosse. A me non interessava e non interessa tuttora, quando uno ha un sogno e un obiettivo va avanti con passione, nessuno lo può fermare. Bisogna imparare ad apprezzare le cose per come sono, ogni sport è diverso al maschile o al femminile, l'errore è paragonarli, perché fisiologicamente le differenze ci sono".

L'annata all'Inter è stata influenzata dalle aspettative?
"Quando ti chiami Inter, è normale che ci si aspetti sempre tantissimo. Bisogna però tener conto che eravamo neo-promosse, e il salto si sente, soprattutto se lo fai con ragazze giovani che non hanno mai fatto la Serie A, e cercano ancora certezze: sapevamo che non era facile. In più cinque straniere da amalgamare, poi purtroppo non c'è neanche stato tempo di proseguire il percorso iniziato. Credo che quest'anno per loro sarà diverso, hanno una stagione in più sulle spalle e sanno cosa significa giocare in Serie A".

Il professionismo aiuterà davvero anche la base?
"Si dice che sia la punta dell'iceberg, ma in realtà alza il livello complessivo, anche degli allenatori e dei membri dello staff: tutto, di conseguenza, cambia. Speriamo non siano solo parole".

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